Ritrovata anche un'intercettazione Facchetti-De Santis

News, 7 aprile 2010.

Spunta una telefonata Facchetti-De Santis. La Juve si muove per una rivisitazione di Calciopoli? Sandulli ed il "saggio" Pardolesi dicono la loro sui nuovi fatti emersi. John Elkann risponde a Sconcerti. Coppola: mi dissero che sull'Inter non c'erano intercettazioni. Anche Ruperto scarica su Guido Rossi la decisione per quello scudetto.

Ritrovata anche una telefonata Facchetti-De Santis. Era nell'aria. Riascoltando le intercettazioni non trascritte, e non citate nelle informative dagli inquirenti, i legali di Moggi hanno ritrovato un'altra telefonata di Facchetti, pubblicata nel pomeriggio da Tuttosport. L'interlocutore del Giacinto nerazzurro è nientepopodimeno che Massimo De Santis, presunto (sempre più presunto ormai) affiliato della cupola moggiana. I due si parlano alla vigilia della partita Francia Svizzera, che sarebbe stata arbitrata proprio dal fischietto di Tivoli. Il tono della conversazione è molto cordiale e De Santis si complimenta con Facchetti ("devo farti i complimenti insomma, ti interessi di arbitri..."). L'inizio della telefonata è su Walter Gagg, all'epoca capo della commissione Stadi della Fifa e grande amico di Facchetti e di Joseph Blatter. Di lui abbiamo scritto già nel 2008 sul nostro blog.
Qui non si tratta più di rapporti con i designatori, allora ammessi dall'art. 1 del CGS (anche se per Moggi vennero considerati slealtà ndr), ma di un rapporto diretto di un presidente con un arbitro, cosa mai trovata nelle intercettazioni che riguardano Moggi. La telefonata risale al 24 marzo 2005, ed il testo riportato dal quotidiano torinese viene presentato come uno stralcio di una lunga ed amichevole conversazione.
Ricordiamo che in tv De Santis aveva detto che esisteva un dirigente della Fifa che lo chiamava "per nome e per conto... di un dirigente dell'Inter. Un giorno ne farò il nome".

La Juventus si muove. Comunicato ufficiale sul sito della Juventus: "Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l’eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi. Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006."
Nonostante la grande perplessità che suscitano espressioni come "e come sempre ha fatto" o "come d'altronde la società e i suoi difensori richiesero nel 2006", ci auguriamo che questo sia il preludio a una politica che segni invece un taglio netto con un passato giuridico-sportivo fatto di patteggiamenti, ammissioni di colpe che non c'erano e di illeciti mai esistiti. Attendiamo i fatti.

Blanc sotto scorta. Il numero uno plenipotenziario bianconero, dopo la catastofica stagione e l'ultimo umiliante rovescio di Udine, si sente ormai sempre più nel mirino dei tifosi delusi e furenti. Pertanto, pare in seguito a minacce ricevute, Jean-Claude Blanc è ora costantemente seguito da una scorta in borghese della Digos, a tutela della sua persona.

Sandulli: "Processo sportivo da aprire" - Dopo il giudice della prima condanna, Cesare Ruperto, anche il giudice che condannò la Juve in appello, Piero Sandulli, dice la sua a Tuttosport sulle nuove intercettazioni legate al periodo di Calciopoli: "Mai sentite quelle telefonate. Allora le intercettazioni facevano riferimento soltanto alle società poi penalizzate, Juventus, Milan, Fiorentina, Lazio, Reggina, Arezzo. E mi chiedo se ci sono altre telefonate “incriminate” ancora in giro."
Si può dunque riaprire il processo sportivo su Calciopoli? "Più che di riapertura, parlerei di apertura perché non mi pare che dalle telefonate emergano fatti nuovi sui soggetti già giudicati. Semmai emergono fatti su nuovi soggetti. Ma per aprire un processo bisogna valutare se nel frattempo il reato non sia prescritto e se i documenti vengano acquisiti dal processo di Napoli." Non lascia spazio, però, a una revisione del processo alla Juve: "Come accade per l’evasione fiscale, il fatto che lo facciano tutti non significa che non sia reato. Prima di tutto tengo a precisare che io venni chiamato a coprire il ruolo di presidente per quel turno di udienze perché il giudice De Lise, essendo anche presidente del Tar del Lazio, temeva un conflitto di interesse. Per quanto riguarda la sentenza, non sarebbe cambiata, però avremmo avuto al tavolo degli inquisiti un altro gruppo di soggetti"
Come Ruperto, tiene però a precisare che il suo parere sullo scudetto assegnato all'Inter era negativo: "Eh no, io non c’entro con quella decisione. Anzi, all’epoca venni anche fortemente criticato perché detti parere negativo. Ero favorevole alla non assegnazione: gli scudetti si vincono sul campo e non a tavolino... A meno che non ci fosse la pressione dell’Uefa". Ma pressione, a quanto si sa, non ci fu.

Sandulli: "Nessun illecito, condanna etica" - Nella stessa intervista a Tuttosport, Sandulli ricorda la sentenza d'appello nei confronti della Juventus: "Nessuna prova portava all'illecito, ma ci trovammo di fronte a una serie di comportamenti davvero discutibili." L'ex presidente della Corte chiarisce che tipo di condanna fu: "La nostra fu una condanna etica per aver violato ripetutamente l'articolo 1 del codice, quello della lealtà sportiva. Abbiamo cercato di dare delle sanzioni giuste, non troppo pesanti perché altrimenti si finiva per inficiare anche il nuovo campionato, né troppo morbide perché comunque dovevano essere commisurate alle violazioni accertate".

Pardolesi (uno dei tre saggi): "Scudetto 2005/2006 da rivedere" - Dopo le dichiarazioni di Aigner, che ha indicato nel Commissario Straordinario della Federcalcio, Guido Rossi, la persona che di fatto ha assegnato lo scudetto all'Inter, un altro dei tre "saggi", componenti la commissione che avrebbe dovuto fornire un parere giuridico sull'assegnazione dello scudetto 2005/2006, dice la sua. E' il professor Roberto Pardolesi, che, per ora, preferisce la cautela: "Se ci fossero elementi nuovi, evidentemente il procedimento andrebbe reistruito, ma io non ho elementi nuovi, ho semplicente elementi di stampa che per me sono impalpabili". Nelle sue dichiarazioni all'agenzia radiofonica Grt paventa la concreta possibilità che lo scudetto degli onesti possa essere revocato: "E' ovvio che se si configurassero elementi nuovi rispetto a quelli che sono stati offerti alla nostra valutazione, questa dovrebbe essere fatta ex-novo o quanto meno reintegrata. Se il materiale che abbiamo avuto a disposizione fosse stato incompleto, la nostra valutazione sarebbe superata dai fatti, ma questo io non lo so."
Pericolo prescrizione? "Se emergessero fatti nuovi, questi potrebbero essere esaminati. Bisognerebbe aprire un nuovo procedimento e dunque sotto questo profilo non ci sono ancora i termini per la prescrizione".

John Elkann: "La Juve non fu parte attiva nella propria condanna". Risponde così il primo azionista della Juventus all'analisi di Mario Sconcerti, comparsa ieri sul Corriere, che sottolineava il ruolo attivo della proprietà della Juventus nel "formulare ed accettare la propria condanna". Sconcerti portava 3 prove: "Primo, è stato John Elkann a prendere subito le distanze dai suoi dirigenti. Secondo, la sentenza della serie B con penalizzazione fu praticamente richiesta dall’avvocato della Juve (...). Terzo, la Juve ha accettato per intero la giustizia sportiva rifiutando di rivolgersi al Tar." Come nel costume di John Elkann, il rampollo non ha risposto a nessuno dei tre addebiti mossigli, ma con una lettera aperta al Corriere ha voluto precisare:"Non posso accettare un tale stravolgimento dei fatti. Trovo le argomentazioni usate nell’articolo pubblicato ieri sul Corriere della Sera sorprendenti e preoccupanti. La Juventus non è stata «parte attiva nel formulare ed accettare la propria condanna». L'osservanza delle regole e il rispetto delle istituzioni sportive sono gli unici valori che hanno guidato ogni nostra decisione e comportamento" Certo. E allora spieghi: perchè scaricò subito la Triade, dopo il procedimento di archiviazione? Perchè la difesa inerme di Zaccone? Perchè non si ricorse al TAR? E ancora perchè nella vicenda Equity Swap, si sta comportando esattamente al contrario?

Juve, blocco degli stipendi? Jean Claude Blanc, ritornato molto carico dalle meritate vacanze pasquali (che lo hanno costretto a non partecipare alla trasferta di Udine), ha tenuto a rapporto squadra e staff tecnico, pronunciando un discorso molto duro. Secondo La Stampa, infatti, il tri-manager francese avrebbe minacciato il blocco degli stipendi, se i giocatori non daranno dimostrazione di impegno e professionalità. L'idea non è malvagia, ma da perfezionare estendendo il blocco anche ai compensi di quei dirigenti che mangiavano la bouillabaisse in Cost'Azzurra mentre la Juventus subiva l'ennesima débacle stagionale allo Stadio Friuli.

"Sull'Inter non ci sono intercettazioni". In un'intervista realizzata ieri da La Stampa è stato chiesto all'assistente Coppola di spiegare la storia della sua deposizione spontanea resa ai carabinieri nel 2006, quando intese raccogliere l'appello, che venne fatto sia dai pm di Napoli che da Borrelli, di collaborare per ripulire il calcio. Coppola ha ribadito quanto già dichiarato in aula, come teste dell'accusa, ricordiamolo. Coppola aveva dichiarato di aver subito pressioni affinchè cambiasse il suo referto, trasformando il pugno di Cordoba a Bettarini in un semplice gesto per divincolarsi. Ieri a Buccheri de La Stampa ha risposto: "Perchè funzionava così. Qualcuno chiamava, i designatori dell’epoca erano sensibili a pressioni e il gioco era fatto. Dopo la partita entrò negli spogliatoi Facchetti e ci disse che avevamo sbagliato nel non dare un rigore che c’era all’Inter e nell’espellere Cordoba: se avessi alleggerito il mio referto, il difensore non avrebbe preso due giornate, ma io non cambiai una virgola e non ho più fatto l’assistente in A". Quindi ha ripetuto il racconto della sua deposizione: "Quando incontrai i carabinieri rimasi sorpreso dal loro atteggiamento: sembrava che l’argomento non gli interessasse, forse perché quello che stavo raccontando non andava nella direzione da loro intrapresa. Furono molto sbrigativi dicendo che sull’Inter non avevano intercettazioni".

Anche Ruperto si tira indietro - Cesare Ruperto, presidente emerito della Corte Costituzionale che, in qualità di capo della commissione si Appello Federale della Figc su Calciopoli, emise, il 14 luglio 2006, la prima, tranciante sentenza, una volta riapertosi il dibattito sulle intercettazioni, su Calciopoli e sull'assegnazione del titolo 2005-2006 all'Inter, adesso prende posizione e dichiara all'Ansa "Andatevi a rileggere la mia sentenza", che nel dispositivo recita "Non assegnazione del titolo". Il 25 luglio la Caf emise la sentenza di condanna dicendo, nelle motivazioni, che "un'atmosfera inquinata, un'insana temperie avvolgente il campionato di serie A era venutasi a creare...". E il 26 luglio Guido Rossi, sentito il consiglio, dice lui, della commissione di tre saggi capeggiata da Aigner (che però declina qualsiasi responsabilità in proposito), assegnò quello scudetto all'Inter, una volta constatata "l'inconfutabile eticità sportiva del destinatario". Appunto. Quella che stiamo vedendo.

Confronto a Vinovo. Ieri pomeriggio Roberto Bettega e Blanc si sono recati a Vinovo ed hanno parlato alla squadra prima della ripresa degli allenamenti. Il confronto, avvenuto negli spogliatoi, è stato breve ma, si spera, utile. Il momento è difficilissimo, senza dubbio il peggiore da molti anni, con incertezze diffuse, ma il quarto posto sarebbe ancora raggiungibile se la truppa riuscisse a compattarsi e ad essere, prima di tutto, "squadra". Sul futuro allenatore le solite voci su Benitez e Prandelli. Sul fronte infermeria la buona notizia viene da Chiellini, che è tornato al lavoro con il gruppo.

Champions League: la prima semifinale è Inter-Barcellona. Sarà un remake del doppio confronto che ha caratterizzato il gironcino della prima fase a stabilire chi, fra Barcellona e Inter, raggiungerà la finale di Madrid. I nerazzurri hanno avuto la meglio sul modesto CSKA Mosca, l"intruso" fra le squadre approdate ai quarti di finale, con un doppio 1-0 in verità più netto di quanto dica lo score delle due partite. Ora dalle parti di Corso Vittorio Emanuele si guarda alla prospettiva di riportare in sede il massimo trofeo continentale, visto che l'ultima vittoria risale addirittura al 1965. Già la semifinale è un risultato che per la Beneamata rappresenta un successo, visto che è la prima dal 2003 e la terza dall'anno dell'ultima finale, giocata nel 1972. Per giungere all'ultimo atto, Sneijder e soci dovranno vedersela contro il Barcellona campione di tutto dell'ex Ibrahimovic ma soprattutto di Lionel Messi, stasera una volta di più devastante contro l'Arsenal, annichilito da un poker servito dal nemmeno 23enne originario di Rosario. Il Pallone d'Oro in carica ha risposto al sorprendente vantaggio iniziale dei Gunners, siglato da Bendtner, travolgendo, praticamente da solo, la squadra di Wenger e mandando un messaggio al Real Madrid, che sabato sera dovrà fare i conti col folletto argentino nella sfida che può decidere la Liga. I precedenti della prima fase direbbero che il pronostico è abbastanza scontato, chi dice che l'Inter è cresciuta rispetto ad allora ha ragione, ma dimentica che sia Ibrahimovic che Messi non giocarono la sfida del Camp Nou, nettamente dominata dai catalani ben oltre il 2-0 finale. Tuttavia, alla soglia delle semifinali, tanti fattori possono incidere, non ultimo il fattore C.

Sissoko squalificato - Momo Sissoko non potrà essere convocato per la gara interna contro il Cagliari; il maliano infatti, già diffidato, è stato ammonito sabato ad Udine per comportamento scorretto nei confronti di un avversario ed è stato dunque squalificato per un turno dal Giudice Sportivo. Sempre per una giornata sono stati squalificati: Morero, Rigoni e Pellissier (Chievo), Cribari (Siena), Lichtsteiner (Lazio), Silvestre (Catania), Peluso e Guarente (Atalanta). Alessandro del Piero, anch'egli ammonito a Udine, è entrato in diffida. L'Inter è stata multata di 5.000 euro "per avere suoi sostenitori, nel corso del primo tempo, esposto uno striscione dal tenore offensivo nei confronti del settore arbitrale" e per l'accensione di un fumogeno; il Cagliari di 15.000 "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, rivolto a due calciatori della squadra avversaria brevi cori costituenti espressione di discriminazione razziale"; la Fiorentina di 10.000 euro "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, rivolto ripetutamente ad un calciatore avversario cori costituenti espressione di discriminazione etnica"; il Catania di 2.500 per l'accensione di due fumogeni. Stankovic (Inter) è stato ammonito e punito con un'ammenda di 1.500 euro "per avere simulato di essere stato sottoposto as intervento falloso in area di rigore".

Liga agitata. La Lega Calcio spagnola chiede il dialogo all'associazione dei giocatori per evitare lo sciopero proclamato per metà mese. L'Lfp ha spiegato che una protesta del genere minerebbe la credibilità del calcio spagnolo, danneggerebbe società e giocatori, creerebbe tensioni e ulteriori problemi per un calendario già "stretto" a causa dei Mondiali. Ricordiamo che l'associazione giocatori (Afe) ha dichiarato lo sciopero per protestare contro le inadempienze dei club in materia di retribuzioni.


Foto Gallery