Il legale di De Santis mette Auricchio nell'angolo

News, 23 marzo 2010.

Legale De Santis fa a pezzi il teorema Auricchio - Il teorema su un Massimo De Santis braccio armato della cupola moggiana esce a pezzi dall'esame delle difese, soprattutto dall'interrogatorio del legale dell'arbitro di Tivoli. Auricchio è costretto a ripiegare su un De Santis che nel periodo delle indagini cercherebbe di distanziarsi da accuse di juventinità. Non si ravvisa pertanto un solo arbitraggio favorevole alla Juve da parte sua. Non solo. Come più volte abbiamo fatto notare, De Santis arbitra Brescia-Messina alla penultima di campionato, partita determinante per la salvezza della Fiorentina, di cui è ritenuto l'artefice criminoso. Il Brescia, avversario diretto dei viola, vince e i suoi giocatori diffidati non vengono ammoniti, pur giocando la partita successiva contro la Fiorentina! Auricchio dice di non aver attenzionato la partita, nonostante l'evidente importanza.
Non ricorda bene nemmeno gli episodi della successiva Fiorentina-Brescia, arbitro Collina. Sostiene addirittura di aver desunto che non c'erano episodi di possibile irregolarità nella partita, decisiva per la salvezza viola, in quanto la stampa non gli aveva dato risalto. Insomma, in questa indagine è vero solo ciò che le Gazzette davano per vero, perchè questa, racconta lui stesso, è la base fattuale di Auricchio.
Auricchio non ricorda con precisione nè la squalifica comminata a Ibrahimovic dopo Inter-Juve, nè la partita tra Lecce e Parma, la più celebre, quella per cui ci sarebbero prove schiaccianti. L'accusa non muove infatti da quanto successe effettivamente in campo, ma dalle sole intercettazioni, ed è finanche costretto ad ammettere che il secondo tempo fu giocato con scarso impegno da entrambe le squadre.
Fiorentina-Bologna, la famosa partita delle ammonizioni preventive: gli inquirenti non controllano nè la regolarità del sorteggio nè visionano la partita o un filmato di essa.
Nel finale, Auricchio tenta un'acrobatica descrizione del comportamento di De Santis, che sarebbe secondo lui per alcuni periodo vicino a Moggi e in altri no, senza però saper spiegare con precisione le motivazioni dei ripensamenti.

Antonelli-Auricchio, chi è lo smemorato? - Prioreschi prosegue nell'esame del teste Auricchio, richiamando un riferimento fatto dall'ex A.D. del Torino Stefano Antonelli nell'ambito del processo GEA., chiedendo al colonnello se la conoscenza fra i due risalisse a prima del febbraio 2005, domanda che suscita il fastidio del pm che obietta: "Antonelli in questo processo non c'entra." Prioreschi chiede al presidente Casoria di poter verificare l'attendibilità del teste, vista l'incongruenza tra ciò che dichiara Auricchio e quanto dichiarato da Antonelli al processo-GEA, ovvero che i due si fossero conosciuti molto prima. "No", è la risposta di Auricchio, in contrasto con quanto sostenuto al processo di Roma da Antonelli, che, riportiamo le parole dell'avvocato di Moggi, dichiarò l'opposto: "Antonelli dice che nell'ottobre 2004 lo chiama Baldini e gli dice che c'era un maggiore dei Carabinieri di nome Auricchio che stava indagando nel calcio e che se lui avesse avuto qualcosa da dire poteva rivolgersi a lui. Antonelli chiama Auricchio e vanno a prendersi un caffè. Dunque. Lei ha mai parlato con Baldini di questo processo?"
A questo punto, il presidente di giuria, Teresa Casoria, chiede: "Ma perchè Antonelli dice cose diverse?"
A questo punto Auricchio sostiene di ricordare di "aver preso un caffè con Antonelli" ma di non riuscire a "collegare temporalmente" la cosa e di escludere di avergli parlato di Calciopoli ma conferma di aver "probabilmente" preso questo caffè prima dell'interrogatorio.

De Santis contro la Juve - Secondo il capo degli inquirenti, Attilio Auricchio, l'arbitro di Tivoli avrebbe arbitrato contro la Juve, in quanto a conoscenza di un'inchiesta nei suoi confronti, dopo i fatti che coinvolsero Palanca e Gabriele a inizio 2004. Il suo atteggiamento si sarebbe quindi modificato, dovendo ostentare distanza dalla Juve. Non si capisce però perchè, visto questo atteggiamento del De Santis, i designatori, se in combutta con Moggi, lo continuassero a designare per partite importanti della Juve: vedi gli errori decisivi dell'arbitro laziale contro il Palermo, il Parma e in Supercoppa contro l'Inter.
Incalzato da Prioreschi, Auricchio finisce con l'ammettere che la presunta combriccola romana non fosse affatto integrale alla presunta cupola moggiana, ma qualcosa di distinto. Prioreschi trasecola quindi: ma come, se su questa identità si è costruito il teorema che ha portato a intercettare?

Auricchio: "Franco Baldini? Confermo il rapporto d'amicizia" - Al momento di affrontare l'argomento più spinoso (il rapporto fra il colonnello Auricchio e Franco Baldini l'ex dg romanista attualmente sodale di Fabio Capello alla Football Association), il teste conferma di aver conosciuto Mr. Ribaltone "nell'estate 2003 quando era dirigente della Roma e ci fu il problema delle fidejussioni, poi ho avuto contatti con lui nell'aprile 2005" e che in seguito a quelle frequentazioni i rapporti fra loro erano di amicizia, come già ammesso in precedenti occasioni. Prioreschi chiede informazioni in merito alla frequenza con la quale Auricchio e Baldini si sono incontrati tra l'agosto 2004 e il 14 aprile 2005 (giorno dell'audizione di Baldini), ricevendo questa risposta: "l'avrò incrociato in un altra circostanza. Altre due o tre volte dall'agosto 2003 all'agosto 2004". L'avvocato difensore di Moggi continua e chiede quante persone siano state sentite da Auricchio in merito a questo processo: la risposta del colonnello è "tantissime", e questo induce Prioreschi a chiedere delucidazioni sul perché a Baldini sia stato riservato un trattamento privilegiato, ovvero essere esaminato da solo in assenza di terze persone. Auricchio non risponde, si oppone il pm accusatore, ma Prioreschi commenta così il verbale dell'esame di Baldini: " A me quel verbale sembra un tema scritto, non ci sono domande, per questo mi interessava."

Auricchio: Milan e Mediaset cose diverse - Il capo degli inquirenti è stato interrogato anche sui presunti tentativi di condizionamento dei media da parte di Moggi. Il Processo di Biscardi non rappresentava certo un' audience paragonabile al potere che potevano dispiegare sui media altre squadre, insiste Prioreschi, ma Auricchio dice di non conoscere alcun caso di identità tra squadra e televisione. Prioreschi suggerisce Mediaset, ma pronto Auricchio risponde: "Certo, ma non mi risulta che sia controllata dal Milan."

Sui sorteggi - Dopo una domanda di Prioreschi sulla rilevanza che poteva avere l'incontro del 21 maggio a Livorno tra Bergamo, Moggi, Giraudo e Mazzini, visto che la Juve aveva gia matematicamente vinto lo scudetto, domanda cui il Colonnello risponde tirando in ballo "attività riconducibili alla Fiorentina", senza saper dire però cosa c'entrasse la Fiorentina, si è passati a trattare l'argomentio dei sorteggi.
Auricchio ha confermato che l'esito dei sorteggi era ufficiale alle 12.30, a volte già alla 12.15 e che l'Ansa comunicava l'esito subito dopo, quasi in tempo reale, poi c'era "la procedura di designazione degli assistenti e del quarto uomo quando avveniva". Prioreschi obietta che l'indicazione formale degli assistenti avviene prima e "l'arbitro viene sorteggiato e poi abbinato". Il Pm accusa Prioreschi di contrabbandare "scienza privata per verità ufficiale", Prioreschi ribatte seccamente che la procedura ufficiale era quella da lui descritta e che l'argomento 'sorteggi' è importante, visto che l'accusa sostiene fossero truccati. E Auricchio deve assentire quando Prioreschi conclude che chiunque fosse presente ai sorteggi sapeva immediatamente quali fossero le quaterne (come provato anche dagli sms di Manfredi Martino).

Prioreschi incalza Auricchio - Decisamente imbarazzante la risposta di Auricchio alla richiesta delle difese di riferire gli accertamenti fatti per Lecce-Parma, quella che è considerata la partita truccata per eccellenza, al fine di salvare la Fiorentina: Auricchio sostiene di non aver predisposto alcun accertamento sul sorteggio che pure doveva essere pilotato, se si presuppone la frode. Prioreschi ha poi incalzato con successo il capo degli inquirenti sulla teoria delle ammonizioni mirate: Auricchio ammette di avere sottoposto ad esame solo la Juventus, senza confrontare il dato con le altre squadre. Dal confronto risulta che ci sono squadre che hanno ottenuto più ammonizioni di diffidati rispetto alla Juve, stesso valga per le espulsioni in previsione della gara e durante la gara, in cui la Juve figura addirittura ultima. Quanto alle giornate in cui l'ammonizione preventiva sarebbe capitata, l'Inter con 17 è davanti alla Juve con 16.
Prioreschi chiede inoltre ad Auricchio di mettere a confronto i risultati della Juve con arbitri indagati e non indagati. Auricchio ammette che tale analisi non si è prestata a suffragare le ipotesi investigative (la verità è che, più precisamente, le contraddice, ndr). L'analisi degli inquirenti, ammette di nuovo Auricchio, si è concentrata solo la Juve, senza alcun confronto con le avversarie.

Ammonizioni mirate: dolose oppure no? - Un altro spunto molto importante ha riguardato le cosidette ammonizioni mirate. L'avvocato Prioreschi ha posto questa domanda ad Auricchio: "Lei sa bene che la frode si attiva con atti fraudolenti, ha quindi accertato se queste ammonizioni erano dolose?". La risposta è stata che non ci sono stati accertamenti del genere; in una intercettazione di Meani col segnalinee Babini si era parlato di questa teoria delle ammonizioni mirate e allora gli inquirenti, questo il senso delle risposte di Auricchio, hanno fatto un riepilogo delle ammonizioni che comportavano la squalifica nella successiva partita con la Juve e quelle ammonizioni sono state ritenute non solo mirate ma anche e comunque dolose. Gli inquirenti non hanno esaminato i singoli episodi anche perché, a detta di Auricchio, non erano i grado di giudicare se un'ammoniione era giusta oppure no. Segnaliamo che una delle partite ripetutamente citate dall'avvocato Prioreschi è Udinese-Brescia anche perché risulta come uno dei capi di imputazione di frode sportiva; con riferimento a questa partita ricordiamo, come segnalato a suo tempo sul sito, che gli inquienti hanno materialmente commesso degli errori dando per diffidati giocatori che non lo erano e che nella condanna del dottor Giraudo questa risulta proprio come " frode sportiva" addebbitata a Giraudo stesso. Una frode secondo la sentenza, senza però, in base a quanto emerso oggi, che nessuno abbia indagato sulla dolosità degli episodi finiti nelle indagini.

Qualcosa sarà sfuggito - Durante l'udienza in corso a Napoli, l'avvocato Prioreschi ha domandato al ten. col. Auricchio la ragione della sparizione di alcune telefonate ricevute da Paolo Bergamo da Moratti e Facchetti, e delle quali l'ex designatore parla chiaramente in una intercettazione con l'ex segretaria della CAN, Maria Grazia Fazi. "Non so, non so dare spiegazioni", è stata la risposta di Auricchio. Il pm Narducci, invece, è intervenuto affermando che "Qualcosa sarà sfuggito. Facchetti avrà chiamato su un altro numero".

Abete: la crisi Juve preoccupa in ottica Nazionale - Giancarlo Abete, presidente della Figc, è preoccupato per il momento nero della Juve, che è il serbatoio della nazionale di Lippi: "È naturale che la situazione di difficoltà di una squadra come la Juventus, che dà tanti giocatori alla Nazionale, costituisce un elemento di riflessione. Se la difficoltà della Juve si è appalesata così forte durante il campionato - ha detto oggi intervenendo a 'La Politica nel pallone' di Gr-Parlamento - è un'opportunità che ha anche il tecnico della Nazionale per poter per tempo fare le sue riflessioni. Questo non vuol dire che debba cambiare indirizzo, significa che è una realtà sotto gli occhi di tutti, la difficoltà di alcuni giocatori è sotto gli occhi di tutti, meglio conoscerla prima che non trovarsi di fronte a sorprese nell'imminenza del Mondiale". E riprendendo le parole pronunciate sabato scorso da Lippi ('l'Inter è una grandissima squadra, ma non si può parlare di calcio italiano, perché non c'è neanche un italiano'), afferma di pensarla diversamente: l'Inter resta una società che "rappresenta l'Italia a tutti quanti gli effetti". E spiega: "Se andiamo a vedere altre squadre in Europa, ci sono tantissime squadre che pescano in maniera significativa non sui giocatori del loro paese ma altrove" . Tuttavia precisa: "Lippi trasferisce un messaggio facilmente comprensibile se non si vuole leggere in maniera strumentale. Su quella squadra è difficile recuperare tanti giocatori per la Nazionale italiana anche se l'Inter ha comunque giocatori di primissimo livello anche italiani (Santon, Balotelli, Materazzi). Però è chiaro che è una squadra che si è presentata a Londra con una formazione base fatta da 11 giocatori non italiani".

De Laurentiis non si fida della Juve in crisi - Aurelio De Laurentiis, in Lega per una riunione tecnica, parlando del prossimo impegno che attende il suo Napoli giovedì al San Paolo contro la Juve, ha detto di non fidarsi del momento no dei bianconeri: "Con i bianconeri ci siamo incontrati molto spesso. E' una squadra che non va sottovalutata, ci sono giocatori importanti anche se non vivono un momento positivo. E' un momento in cui a loro non gira niente per il verso giusto, ma restano comunque dei fuoriclasse. Dobbiamo essere bravi a non abbassare la guardia. Sarà comunque una partita complicata e mi auguro anche bella da un punto di vista tecnico". E spera di trovare un San Paolo gremito: "Il nostro è il secondo stadio più frequentato d'Italia. I nostri supporters sono dei grandi sostenitori del gioco del calcio, e infatti accorrono in massa anche durante le amichevoli estive. Spero che continueranno ad essere molto presenti qualunque sia il risultato dell'incontro di giovedì sera". In effetti si prospetta per il San Paolo il tutto esaurito. L'unica cattiva notizia per il Napoli è l'infortunio di Dossena, che dovrà stare fermo 15 giorni per uno stiramento e salterà dunque Napoli-Juve.

Per Napoli-Juve c'è Rizzoli - Sarà Nicola Rizzoli, assistito da Maggiani e Pirondini (quarto uomo Gava), l'arbitro di Napoli-Juventus, in programma giovedì 25 marzo, alle ore 20.45. Questi gli altri arbitri delle partite dell'undicesima giornata di ritorno, tutte in calendario per mercoledì 24 marzo alle ore 20.45: Atalanta-Cagliari: Russo (Galloni-Marzaloni; Nasca); Bari-Sampdoria: Russo (Cariolato-De Luca; Guida); Bologna-Roma: Damato (Padovan-Tonolini; Giannoccaro); Catania-Fiorentina: Gervasoni (Carrer-Angrisani; Calvarese); Genoa-Palermo: Valeri (Giachero-Comito; Ciampi); Inter-Livorno: Brighi (Viazzi-Liberti; Saccani); Lazio-Siena: Bergonzi (Copelli-Di Liberatore; Baracani); Parma-Milan: Morganti (Giordano-Ghiandai; Orsato); Udinese-Chievo: Mazzoleni (Di Fiore-Iannello; Tommasi).

Legrottaglie squalificato - Nicola Legrottaglie, già diffidato, e ammonito in Samp-Juve "per comportamento scorretto nei confronti di un avversario", è stato squalificato per una giornata dal Giudice Sportivo Tosel e salterà dunque la trasferta di Napoli. Questi gli altri squalificati, tutti per un turno: Stankovic (Inter), Juan (Roma), Pasqual (Fiorentina), Juric e Papastathopoulos (Genoa), Biava (Lazio), Britos (Bologna), Dellafiore (Parma), Lopez (Cagliari), Lucchini (Sampdoria), Pasquale (Udinese) e Moro (Livorno): Ammonito con diffida e multato di 5.000 euro l'assistente tecnico dell'Inter Ferreira De Morais "per avere, al 46' del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale, infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale".

Multa salata per il Portsmouth - Non finiscono i guai dei Pompeys. La Premier League, dopo i nove punti di penalizzazione, ha nuovamente punito il Portsmouth, comminandogli una multa di un milione di sterline a causa dei ritardi nei pagamenti degli stipendi dei calciatori per più di una volta nel corso della stagione. Il club inglese, indebitato di oltre 50 milioni di euro, pagherà la multa mediante il decurtamento di parte degli introiti dei diritti televisivi. Intanto il Portmouth, ormai praticamente retrocesso, dovrà anche restituire l'attaccante ivoriano Aruna Dindane al Lens, non potendo più sostenerne i costi del prestito; infatti, come ha spiegato Avram Grant a Bbc Sport, "nel suo contratto di prestito c'era una clausola per la quale, se avesse giocato oltre un certo numero di gare stabilito, noi avremmo dovuto dare altri soldi al Lens. Ora quel momento è arrivato, e quei soldi non ci sono".


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