Bluff a carte scoperte?

PalazziROMA, 23 APR - Nuovo deferimento per l'ex dg della Juve, Moggi: avrebbe instaurato, nel 2004-2005, un sistema di comunicazioni riservate con alcuni arbitri. Il principale imputato di 'Calciopoli' avrebbe costituito, con l'ex dirigente del Messina Fabiani (pure deferito), un sistema di comunicazioni riservate, fornendo ad alcuni arbitri schede telefoniche di gestori stranieri. Deferiti 10 arbitri, tra cui Gianluca e Romeo Paparesta, Pieri, Racalbuto, Cassara', Dattilo, Bertini, Gabriele, De Santis e Ambrosino.

Innanzitutto appaiono evidenti alcune considerazioni in merito alla tempistica.
In particolare, la giustizia ordinaria ha già escluso per mezzo di proscioglimento il coinvolgimento degli arbitri sopracitati ad eccezione di Pieri Bertini e De Santis. Inoltre, appare altrettanto interlocutoria la posizione dell'ex dirigente del Messina Fabiani.
Anch'egli è stato di recente prosciolto dalla giustizia ordinaria. Che senso ha ritirarlo in ballo ?
Come se non bastasse, il campionato di riferimento è il campionato 2004-2005.
Esisterebbe un meccanismo perverso per il quale se il procuratore federale decide di deferire qualcuno negli anni x,y...z su dei fatti riguardanti sempre lo stesso anno per n volte, vi è il rischio di n penalizzazioni nei campionati x+1,y+1...z+1? Il procuratore federale ha il potere di interrompere la prescrizione ogni qualvolta ne ha la possibilità ? Si crede fermamente di no.

Che senso ha, dunque, questo deferimento ?
Destabilizzare l'ambiente? La Juventus ha raggiunto matematicamente i preliminari di Champions e può concentrarsi sin da ora alla campagna acquisti della prossima stagione. E' innanzitutto posto in essere che non si temono penalizzazioni in quanto non è possibile punire due volte lo stesso reato, anche perchè, a distanza di due anni, non si è riuscito a dimostrare nulla di quanto ipotizzato durante il terremoto del 2006 in merito a sorteggi pilotati, partite comprate, arbitri corrotti e compagnia bella.
Altrettanto fuoriluogo appare l'interpretazione secondo cui si potrebbe far rientrare il Milan in Champions. Troppo banale e scontata alla luce della nuova situazione politica del paese e di una norma UEFA che impedisce la sostituziomne di una squadra esclusa per aver subito una penalizzazione di anche un sol punto (regola fatta proprio dopo che il Milan, punito per calciopoli, partecipò alla competizione europea).

Ma allora perchè?
Un'ipotesi potrebbe essere la seguente: immaginiamo per un attimo che da due anni a questa parte si stia giocando una partita di poker, nella quale siano impegnate una serie di forze legate al mondo dello sport (mezzi di informazione, organi di giustizia sportiva, organi federali, dirigenti e tutto ciò che gira attorno). Dall'altro lato, vi sono i tifosi di calcio, ignari delle politiche e delle motivazioni che nascondono determinati avvenimenti, per esempio quello legato a calciopoli.
Il poker è un gioco d'azzardo. Ha delle regole molto particolari, e spesso, non vince chi ha le carte più alte, bensì chi lo fa credere. Nel mondo del calcio il sistema è il medesimo: quello che conta è ciò che ci fanno credere. Che sia vero o meno ha poca importanza. In questo momento evidentemente è apparso opportuno giocare la mossa di alcuni deferimenti che di per sè non aggiungono nulla al quadro del quale si è a conoscenza. Ed ad ogni mossa segue una contromossa. Ed in particolare:
“Incredibile ma vero. Il nuovo direttore di Tuttosport attacca la "giustizia" sportiva e difende la Juventus. Dall’editoriale di oggi: "Qualcuno rosica. Una domanda: qualcuno può essere condannato a morte dopo aver subito l’esecuzione? (...) Ci vuole fantasia per tirare nuovamente in ballo una società che ha già così duramente pagato, ma che ha saputo reagire, riconquistato la serie A, addirittura accarezza l’idea di un 2° posto in campionato. (...) A cosa porta questo deferimento? Da nessuna parte. A meno che qualcuno non voglia intraprendere la strada che minerebbe l’intero sistema: la persecuzione. (...) E no caro Palazzi. Comprendiamo che la Juve offra sempre una prestigiosa cassa di risonanza, ma non può continuare ad essere terreno di conquista per sperimentazioni giuridiche". (da www.juworld.net).
Belle parole. Molto forti e marcate, precise, spietate e critiche verso anche quello che è successo due anni orsono. Forse troppo. A meno che non si tratti di un bluff. Un modo per far si che qualche mezzo di informazione (non necessariamente Tuttosport, che è stato preso quale esempio assolutamente calzante), recuperi una parte di lettori (o spettatori) persi a causa dello scandalo?
In fondo, una cosa del genere concilierebbe con gli obiettivi fin qui raggiunti: colpire la vecchia dirigenza, delegittimando agli occhi dell'Italia 12 anni di trionfi, e fare in modo che di tanto in tanto venga ricordato come si vuol far credere che stiano le cose!
D'altra parte, in un contesto di normalità, sarebbe impossibile realizzare interviste come quelle riproposte ad Hector Cuper, attuale tecnico del Parma :
“Si sa tutto, ormai. Lo scandalo del calcio ha chiarito ogni cosa e quando sono uscite le prime verità sono stato malissimo. Dire amareggiato è poco, molto poco. Ho ripassato tutto il campionato nella mia mente. Vi dico un solo fatto. Giochiamo contro il Chievo, c’è un rigore netto su Ronaldo, l’arbitro è a tre metri e finge di non vedere. Dopo ho capito perché”.
Per la cronaca, nella stessa gara, fu negato un rigore al Chievo, per un fallo su Cossato.
Per non parlare di ciò che si dice in giro in merito a Lazio-Inter. L'impresa di perdere contro una squadra che nel primo tempo ha tentato in tutti i modi di regalare la partita.
Anche di queste cose ha capito il motivo, signor Hector Cuper ?

Il tema di fondo resta dunque il bluff.
Manipolazione della realtà, leggende metropolitane fatte passare per verità assolute.
Si pensi a Dondarini, per il quale un opportuno taglia e cuci ha trasformato una normalissima conversazione con il designatore in una combine.
Si pensi a chi continua a sostenere la tesi secondo la quale Moggi avrebbe chiuso Paparesta negli spogliatoi, e su quanto si è ricamato attorno, nonostante vi sia una dichiarazione scritta dell'arbitro Paparesta che afferma l'esatto contrario.
Per restare in tema, si faccia caso anche alla figura classica del moviolista la quale, per definizione, dovrebbe essere imparziale.
Maurizio Pistocchi non lo fu quando trattò l'arbitraggio di Chievo-Inter nella puntata di Matrix, 20 giugno 2006, con ospite un De Santis già marchiato come "appartenente alla cupola". Il video mostra una parte di quella puntata con Pistocchi che spiega ed attacca sul calcio di rigore non concesso a Ronaldo, senza mostrare quello non concesso a favore del Chievo su Cossato, prima citato e al quale fa riferimento anche lo stesso De Santis.
Ecco un esempio con il quale è dimostrato come è semplice travisare la realtà dei fatti.
Queste, od il tirare fuori in tempi diversi i deferimenti legati ad uno stesso periodo, rappresentano alcune delle maniere con le quali si vuol far passare lo stesso messaggio: nonostante la complessità degli elementi faccia acqua da tutte le parti, ciò che è successo in fondo ha una sua giustificazione, anche se, non è stata ancora trovata.


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