Meani-De Santis, una telefonata con i baffi, ma non per Auricchio

meaniIl 29 aprile 2005 un uomo della squadra Offside, quella che, secondo la docufiction, aveva scelto questo nome "perché il desiderio è di mettere in fuorigioco l'intero sistema calcio", ascolta la telefonata che analizziamo oggi e la cataloga come rilevantissima, inserendo accanto i tre "baffi" rossi di recente scoperta (guarda la foto del brogliaccio).
Auricchio e i suoi uomini più fidati che hanno collaborato alla stesura delle informative non l'hanno valutata allo stesso modo di chi l'aveva ascoltata in diretta, tant'è che questa telefonata non è entrata nelle informative ed è stata ritrovata solo da pochi giorni: ignota anche a Palazzi, perché Nicola Penta continua il suo lavoro di ascolto, che è massacrante se non si dispone di tanti collaboratori quanti ne aveva Auricchio, i "magnifici 12 + 1", definizione data da Repubblica e aggiornata per non togliere a Galdi quel che è di Galdi, ovvero quel ruolo di collaboratore" sin dalle prime battute dell'indagine.
Contestualizziamo la telefonata: De Santis il 20 aprile, 32sima giornata di campionato, aveva arbitrato Juventus-Inter 0-1 ed ammonito i due diffidati Appiah e Ibrahimovic, che saltano Lazio-Juve. "Pum pum", verrebbe da dire, e da parte di un arbitro ritenuto della cupola. Forse De Santis era in una di quelle molteplici ed ondivaghe fasi di doganamento, sdoganamento e ridoganamento che Auricchio gli attribuisce per controbattere alle controdeduzioni della difesa? Ibrahimovic, che aveva risposto ad una provocazione di Cordoba a palla lontana, con una prova televisiva basata su immagini Mediaset riceve due ulteriori giornate di squalifica, che gli impediscono di giocare la partita scudetto Milan-Juventus. La Juventus decide di attuare un silenzio stampa, per tante ragioni: tra le altre il famoso filmato di Cannavaro dei tempi del Parma tirato fuori con chirurgico tempismo (qui il comunicato e le ragioni della Juventus di allora, ndr).
Proprio quel 29 aprile la CAF respinge il reclamo della Juventus: Ibra con il Milan non ci sarà.

Prima di Milan-Juventus, però, i rossoneri devono giocare a Firenze ed hanno tre giocatori diffidati: Seedorf, Rui Costa e Nesta. Leo si preoccupa, sente De Santis che deve arbitrare con la Fiorentina, gli raccomanda di non ammonire Nesta e ci mette il carico, avvisando che "i nostri giornalisti... tutto l'ambiente è li che ti aspetta, che se viene fuori una cosina su Nesta ti ammazza". Come un fratello, disinteressato.
"I nostri giornalisti..." dice Leo, una autentica potenza di fuoco nota a tutti ma ignota ad Auricchio, cui non risulta che Mediaset sia imparentata con il Milan. Per continuare a sostenere che solo Moggi aveva un potere mediatico, attraverso Biscardi, l'allora maggiore si è lanciato senza paracadute.

Ascoltando questa telefonata e paragonandola con altre di Moggi che sono state trascritte ed enfatizzate nelle informative, condite con gli abusati "allarmante" ed "inquietante", abbiamo solo la conferma di quello che è stato il "metodo" applicato sin dall'inizio dell'indagine, che oggi è ben chiaro a molti e del quale iniziano a prendere coscienza anche alcuni giornalisti e media che nel 2006 agitavano i forconi e scrivevano peana per l'allora maggiore.
Questa telefonata, con i parametri Palazzi versione 2006 ed il "sentimento popolare" abilmente creato, come sarebbe stata giudicata se sottoposta alla valutazione delle corti sportive? Altro art. 6 tondo tondo?
Tralasciando la valutazione dal punto di vista del processo penale, è inaccettabile che tante intercettazioni rilevanti sul piano della giustizia sportiva non siano state sottoposte al vaglio della stessa, di fatto alterando i processi sportivi e le sentenze del 2006, di fatto danneggiando solo alcune squadre e favorendo i successi sportivi ed economici di altre, che Palazzi nel 2006 avrebbe deferito e che ora ha prescritto. Ed in quelle 180 mila intercettazioni c'è ancora tanto da tirar fuori: altri dirigenti ed altre squadre "sfuggite" e tuttora silenti, altre telefonate con i baffi: e lo diciamo con cognizione di causa.

Clicca qui per vedere il video della telefonata nel nostro canale youtube.

29 aprile 2005, ore 14.59 - Telefonata Meani-De Santis.
De Santis:
Leo.
Meani: Allora.
De Santis: Allora?
Meani: Ehi, ma l'uccellino m'ha detto che sei stato, sei stato un po' sotto... sotto pressa è vero?
De Santis: Sotto?
Meani: Sotto pressione.
De Santis: Porco Giuda.
Meani: E beh ma non si fa così però eh...
De Santis: Ma quale dici, per la cosa...
Meani: Eh?
De Santis: Per la prova televisiva?
Meani: Sì.
De Santis: L'hoo mandato proprio affanculo a ... (De Santis fa un nome poco comprensibile, che potrebbe anche essere "Sali")
Meani: Ma poi scusa una cosa, ma un certo punto, a un certo punto io dico questo... è una prova televisiva, cosa cazzo rompono i coglioni all'arbitro...
De Santis: E gliel'ho detto.
Meani: Basta, io non ho visto un cazzo, finita, avete... finita la storia, cosa continuate a rompere i coglioni.
De Santis: Gliel'ho detto.
Meani: Come stai? Più tranquillo?
De Santis: Sì, sì, no, tutto a posto ammazza... tutto bien.
Meani: Tutto bien, mi raccomando domani eh....
De Santis: Poi ieri ho fatto, ho fatto un partitone ieri.
Meani: No perché, perché ti spiego domani, domani, dov'è per te la madre... sai, io ti dico le cose da fratello, per dire no, sai il rapporto che abbiamo, dov'è la madre di tutte le battaglie.
De Santis: Sì.
Meani: Noi domani abbiamo Nesta che è diffidato.
De Santis: Eh, oh...
Meani: Eh bravo, io...
De Santis: Non facesse lo scemo perché io, dopo quello che ho fatto a Torino, non posso fa' diversamente, eh...
Meani: Certo, certo io non dico...
De Santis: Fa lo scemo, eh...
Meani: Lui non deve fare lo scemo.
De Santis: Eh...
Meani: Però, dico, non inventare un cazzo perché sennò ti vien fuori un disastro. Niente, infatti, lui non deve fare lo scemo... ehm (inc.)
De Santis: Anche perché oh, oh io a Torino alla fine gli ho ammonito, c'hanno due diffidati e alla fine tutti e due glieli ho presi eh...
Meani: Eh certo.
De Santis: Eh...
Meani: Ma sai, sai però il problema, la sostanziale differenza è che tu qui domenica c'è la partita con la Juventus, è quello lì....
De Santis: Certo.
Meani: ... il problema, il problema grave capito? Quindi se salta fuori che che tu mi fai, se tu mi fai un'ammonizione diciamo evitabile...
De Santis: (parla con un'altra persona) Buongiorno, grazie, eh sì.
Meani: Chi è?
De Santis: No sto parlando con quella persona, eh sì (riprende a parlare con Meani), no, ma questo è fuori discussione, oh normale, non è che te fai per niente.. (inc.) no no ma che scherzi?
Meani: Hai capito? Perché quello lì io... la madre di tutte le battaglie è quella lì, che i nostri giornalisti... tutto l'ambiente è lì che ti aspetta, che se viene fuori una cosina su Nesta ti ammazza
De Santis: (rivolto ad altra persona) Ci vediamo dopo.... arrivederci (riprende a parlare con Meani). E certo.
Meani: E quindi e che sia... io mi auguro di no se dovesse succedere che è una cosa inevitabile allora beh io (inc.) evitare le cose eee hai capito oppure dare un segnale che uno dice possa essere comprensivo, se si va oltre basta però (inc.)
De Santis: Certo, è normale.
Meani: Com'è andata ieri?
De Santis: Bene, ho fatto un partitone.
Meani: Chi c'era a vederti?
De Santis: Uhm Sandor Puhl.
Meani: Chi?
De Santis: Puhl.
Meani: Ah Madonna il... l'ungherese.
De Santis: Ha arbitrato la finale dei campionati del mondo, no?
Meani: Sì sì, sì lo conosco bene.
De Santis: (inc.)
Meani: Lo abbiamo avuto tre o quattro volte noi.
De Santis: Sì.
Meani: Mi hanno detto che è ingrassato tanto, è vero?
De Santis: No, magrissimo.
Meani: Ah si è rimesso in riga?
De Santis: Magrissimo proprio.
Meani: E' stato questo qui è stato un buon arbitro ha fatto grosse partite quando era quando era arbitro... va bene eh Massimo.
De Santis: Oh va bene, ci vediamo domani allora.
Meani: Ci vediamo domani, in bocca al lupo.
De Santis: Porta un po' di roba, va'.
Meani: Sì, non facciamo cazzate eh.
De Santis: No, no.
Meani: Va bene, Massimo.
De Santis: Ciao.
Meani: Ciao, ciao.