Intervento di Massimo De Santis a T9 - Meani, Facchetti e Moratti

MEANI, FACCHETTI E MORATTI

Io ho parlato di Meani e di Facchetti perché sono state le due società che in questa Calciopoli sono emerse. Le telefonate di Meani ci sono e mi sembra che Meani avesse avuto moltissime telefonate con arbitri e assistenti. Addirittura c’è una telefonata dove cerca di accordarsi per una cena con il mio ex collega Pierluigi Collina. Questo non vuol dire che c’è un illecito, ma certo voglio dire, organizzare un ristorante nel giorno di chiusura mi sembra un po’ particolare, però mi sembra che qui né la Magistratura, né l’Ufficio Indagini abbiano detto qualcosa, niente… Se io chiedevo a Moggi di andare in un ristorante a Torino succedeva il finimondo. Ma la giustizia sportiva non ha fatto nulla, non ha giudicato.Io ho sentito dire che questi arbitri e assistenti sono stati giudicati e assolti. Non è vero, non sono stati né giudicati, né assolti. Non sono stati giudicati soltanto per difetto di giurisdizione.
Facchetti mi telefonava, ho detto che mi telefonava e lo dico tranquillamente. Io ho due numeri di cellulare sul mio telefonino, memorizzati che erano di Facchetti (nella puntata di Lunedì di rigore in onda su Antenna 3 la settimana precedenti De Santis ha detto che in due occasioni Facchetti fece richieste un po’ particolari) .... Moratti quando veniva nel mio spogliatoio, prima delle partite si soffermava a lungo. Forse si è dimenticato anche questo, spero di no. Questo forse se lo ricorda, era lui partecipe. Io sono stato seguito e pedinato dal 2002 fino a non so quando, illegalmente. Questo sta agli atti, non l’ho detto io ma lo dice la Procura di Milano a seguito di indagini e accertamenti. Soprattutto Tavaroli e Cipriani dicono che i miei pedinamenti sono stati commissionati dall’Inter, da Facchetti. Moratti ha detto inizialmente “sì, è vero, lo abbiamo fatto seguire” per poi fare una marcia indietro totale. Poi quando ha visto che le cose si mettevano in una maniera particolare, ha fatto marcia indietro…
(Zampini: “I tabulati saranno prodotti in giudizio?”) De Santis: “sicuramente”

LA CALCIOPOLI PARALLELA

Le intercettazioni da chi sono state fatte? Dal CNAG, il Centro Nazionale Autorità Giudiziaria, poi vado a leggere che il responsabile di questo centro era Tavaroli, sicuramente mi compare qualcosa di strano sulle intercettazioni telefoniche, visto che questa indagine è basata completamente sulle intercettazioni. […] Io ho due dossier, il dossier ladroni parte1 e non so, non sappiamo fin dove arriva. Io sono stato monitorato per vedere se avevo rapporti con Fabiani e Pavarese. Il dossier parte 1 dice che è risultato tutto negativo, i miei conti bancari erano tutti normali, che la mia vita era normale, che nessuno mi veniva a dare le mazzette. Io non sono mai stato a libro paga di nessuno, né di Moggi e né di nessun altro. Successivamente c’è un dossier Como dove vengono intercettati, a detta della segretaria di Bove, i miei telefoni. Quindi intercettazioni non autorizzate. Venivano intercettati i telefoni di Enrico Ceniccola, di Moggi e di Giraudo. Quindi mi sembra una specie di Calciopoli parallela, aspettiamo la Procura di Milano per vedere quello che accadrà, però Tavaroli dice che si recò negli uffici della Saras da Moratti e Facchetti. Quindi non sono io che tiro in ballo Facchetti, lo tira in ballo qualcun altro, con prove fondate forse, con testimonianze vere.

LA FAZI

(Angelini chiede la storia della Fazi, perché aveva questo potere, capire cos’è questo “bubbone” che lei poteva fare esplodere). Sono convinto io, forse dal ruolo che ho io al di fuori del calcio, che delle indagini non fatte per andare a cercare la verità, ma per andare sempre a colpire quelle persone e quelle cose perché qualsiasi cosa che a discapito degli indagati è stato messo da parte, non è stato approfondito. La Fazi chi era? La Fazi, forse nessuno saprà chi era la Fazi, era la segretaria della Can che, come ruolo, doveva comunicare agli arbitri le partite e le comunicazioni, insieme a Manfredi Martini. Sicuramente la Fazi, come tanti altri impiegati della Federcalcio, rivestiva un ruolo specifico per quello che era il suo livello. La Fazi era un quarto livello, l’ho appreso dalle informative perché prima non lo sapevo, che ha lavorato, che le è stato dato un incarico superiori a quelle che erano le mansioni che poteva rivestire con quella qualifica. Nel momento in cui si cerca di allontanarla non so i motivi perché i motivi dovrebbero dirli altre persone, perché io non ero demandato a saperli (Moggi non era contento della Fazi perché ). Da quello che ho capito la Fazi ce l’aveva con tutte le società. La Fazi e Martino comunicavano a tutte le società gli arbitri e gli assistenti, insomma gli esiti del sorteggio. Si preoccupano perché la Fazi voleva fare una vertenza di tipo lavorativo alla Figc e forse qualsiasi persona, lo comprendo oggi sulla mia pelle, voglia uscire da quel contesto… che sembra che ci sia un recinto… non si può andare al Tar, gli arbitri non possono parlare, tutto deve restare là dentro…la Fazi voleva andare al tribunale ordinario, al giudice ordinario per far valere i suoi diritti, perché lei diceva: “Io ho svolto una mansione che era superiore ai quella che era mia e voglio che mi venga riconosciuta. Quindi, io vado via dalla Can però mi dovete dare lo stesso livello che mi compete con la remunerazione che prendevo in quell’ufficio”.

ASCOLI-CAGLIARI, UNA STRANA PARTITA

Quella partita non è mai finita sotto inchiesta. C’era uno dei vice-capo dell’Ufficio Indagini, Carlo Lolli Piccolomini. Il presidente del Cagliari è Cellino. Io in quella partita mandai via due giocatori del Cagliari quasi nella stessa azione. Uno per chiara occasione da rete e uno perché insistette a protestare con me e con l’assistente. Quindi il Cagliari giocò in 9 per grossa parte del primo tempo e per tutto il secondo tempo. Segnò l’Ascoli l’1-0 e in seguito fu una partita stranissima perché il Cagliari passò sul 2-1 e finiì 2-2 per un rigore che detti io… abbastanza… troppo chiaro, troppo evidente… mi era venuta voglia di andarmene… Venne Cellino e mi abbracciò davanti a quello dell’Ufficio Indagini e mi disse che ero il più bravo di tutti.

Per saperne di più, vedere anche la puntata di Matrix del 20 giugno 2006.