A chi vuol fare le scarpe Della Valle?

della valleChe succede a Della Valle? Perché è così battagliero ed attacca prima Auricchio e poi sfida Moratti? Perché anche Galliani, che aveva giurato il silenzio su Calciopoli, ha tuonato sulle indagini?
Sono le domande che la gente del bar dello sport si pone da giorni. Alcuni più informati di altri formulano ipotesi che vanno molto vicino alla realtà.
Iniziamo con il ricordare che Della Valle certi ambienti li toccò già a caldo, nell'estate del 2006, quella della gogna mediatica e dei processi fatti prima sui giornali ed in Tv, e poi all'Olimpico o negli alberghi. Mancavano i roghi, le streghe le avevano trovate. Bene, quell'estate, il 5 luglio 2006, Della Valle dichiarava a Repubblica: "I magistrati di Napoli sono convinti che si sia trattato di una fuga di notizie fatta ad arte per evitare l'arresto di alcuni indagati. Io sono convinto, invece, che ci sia un filo conduttore con l'uscita della Roma dalla corsa alla Champions League. E non è un caso che le intercettazioni siano uscite sul Romanista proprio quando noi siamo entrati in Champions". Mensurati scriveva che Della Valle poi si faceva allusivo quando dichiarava: "Hanno innescato un virus... Gli investigatori erano partiti da Juve e Milan... Come Lotito ce ne sono altri dieci, ma loro li hanno tenuti fuori e si sono accaniti su di noi. Le cene da Bergamo le faceva anche l'Inter!". Tenete bene a mente queste dichiarazioni, perché Della Valle altro non sta facendo che tornare a quelle dichiarazioni, ma oggi, forse, con qualche munizione in canna.

Lasciamo ad altri ripercorrere le tappe di come si sia incrinata l'amicizia tra Moratti e l'ex membro del CDA nerazzurro Della Valle, non interessa alla nostra storia ricordare che Della Valle condusse la battaglia per i diritti TV pensando di avere al fianco l'Inter, che anche Facchetti voleva locomotiva alla testa delle medio/piccole viste come vagoni trainati; e che poi Moratti firmò con Galliani e Giraudo. Ancor meno ci interessa ricordare il braccio di ferro per Toni, con il patron viola irritato dal comportamento del club nerazzurro.
E' più interessante evidenziare che per cinque lunghi anni Della Valle ha taciuto, ma quasi sicuramente non ha mai dimenticato la gogna cui è stato sottoposto, ha taciuto anche quando sono state ritrovate le telefonate che il pm aveva garantito, davanti al giudice De Gregorio, che non c'erano, "piaccia o non piaccia". Leggendo le parole di Della Valle di questi giorni immaginiamo che le stesse cose le pensi dall'aprile 2010, eppure ha taciuto. Cosa ha dunque contribuito a rompere gli argini? Solo la mancata revoca dello scudetto e le dichiarazioni di Moratti? Possibile, ma anche no.

Mettiamo sul tavolo tutti i pezzi del puzzle per ordinarli ed iniziare a mettere a posto i vari tasselli. Lo premettiamo, non potremo dirvi tutto, perché spesso non si può farlo e bisogna attendere lo svolgimento degli eventi, ma indicheremo i punti da unire, come nel gioco della settimana enigmistica.

Abbiamo registrato che la svolta di Della Valle è venuta dopo un'importante udienza in cui i suoi legali hanno sferrato un durissimo attacco al modo nel quale sono state condotte le indagini che hanno partorito Farsopoli. Gli avvocati Picca e Furgiuele, che nelle registrazioni su Radio Radicale abbiamo ascoltato tante volte condurre in modo pacatissimo i loro controesami, quel giorno sono stati una vera sorpresa.
L'avvocato Furgiuele, ad un certo punto della sua arringa, ricostruendo l'incontro dei Della Valle con Bergamo in un albergo/ristorante di Bagni a Ripoli, dove Della Valle risiedeva solitamente quando era a Firenze, dichiara: "E l’autorità sa di questo appuntamento, tanto è vero che ci sono degli appostamenti, ma non vi sono intercettazioni ambientali. Mi chiedo: con i potenti mezzi utilizzati non era possibile avere un'intercettazione di quello che si dissero in questo pranzo? Si intercetta qualunque sciocchezza e quell’incontro nel quale si sarebbe dovuto stringere il patto non viene intercettato. O magari è stato intercettato e quello che si dissero non era così importante?".
Quello che ha detto l'avvocato Furgiuele ci ha fatto rizzare le orecchie. L'avvocato si è spinto solo in una suggestiva ipotesi, o ha qualche elemento, di cui è venuto a conoscenza, a suffragare quella frase?

L'avvocato Picca, invece, ha sminuzzato la teoria del sorteggio truccato e rivolto critiche al teorema accusatorio che, senza prove inoppugnabili, si è ridotto a cercare, dopo la fuga di notizie, un testimone, Manfredi Martino, interrogato otto volte, e del quale Picca dice: "Il Pm implode già quando vi porta a sostegno di questo elemento un teste in cui vi dice che i bigliettini li metteva lui... Io avrei forti perplessità a seguire la fedeltà della testimonianza di un soggetto che, se illecito c'è stato, è compartecipe dell’illecito". Dopo diverse critiche, fatte tanto ai pm che ad Auricchio, per le interpretazioni date a certe telefonate, o per i mancati riscontri sulle accuse, Picca conclude la sua arringa così: "Noi chiediamo al tribunale di chiarire perché questa indagine è caratterizzata da alcune particolarità che possono sembrare marginali ai disattenti, ma al lettore attento possono far sorgere profili di dubbio. È il tempo delle risposte. La domanda che rivolgiamo al tribunale è capire: come mai il Pm o Auricchio hanno scelto delle opzioni investigative che sono incoerenti con quello che lo stesso Auricchio è venuto a riferire in quest’aula. Auricchio vi ha detto che l'opzione investigative era sottoporre all’intercettazione tutti i dirigenti di società che venivano in contatto con l'attività investigativa in corso. Perché Auricchio allora, che pure aveva avuto l'emergenza di Della Valle, sceglie deliberatamente di violare questa sua scelta. L’interrogativo richiede una risposta perché quella data da Auricchio è insoddisfacente. Perché Auricchio non dà conto di questa scelta? [...] Ve lo dico io perché non sottopone ad ambientale. Perché Auricchio è firmatario ed autore di un'attività di appostamento che definire asimmetrico è un eufemismo, voi lo avete agli atti, avete le foto, vi è una scelta deliberata di diffondere suggestioni e carenze affinché la tesi rimanga in piedi. [...] Vi chiedo di verificare l’attendibilità di questo investigatore che non vi ha raccontato un solo fatto, ma ha fatto l’elenco delle telefonate".

Rileggete la cronaca di quell'udienza, un attacco frontale alle indagini. Il pm Capuano ha fatto sapere che vorrà controreplicare, Piccioni della Gazzetta ci ha informato, invece, che Auricchio avrebbe allertato i suoi legali. Su cosa si basano le parole dei difensori dei Della Valle? Nella pausa, tra gli addetti ai lavori presenti in aula, è circolata la voce che sarebbe emerso qualcosa di nuovo che squarcerebbe il buio nel quale sono ancora avvolte certe domande che non hanno avuto risposte soddisfacenti, come ricordato dall'avvocato Picca.

Qualcuno, che nel 2006 è stato birillo abbattuto, oggi avrebbe in mano il pallino, lo chiameremo così ricorrendo ad una metafora, e quel pallino probabilmente è noto a diversi dirigenti ed in diverse redazioni: inclusa la nostra.
Galliani, che aveva giurato che non avrebbe mai più parlato di Farsopoli, invece, sta seguendo quasi a ruota Della Valle, riparlando di quell'indagine e lanciando accuse neppure velate, come riportato sabato 23 luglio sul Corriere dello Sport: "E' qui la disparità di trattamento. Le intercettazioni c'erano tutte, erano tutte lì, a disposizione. Però qualcuno diceva: questa va avanti e questa non va avanti, queste sono rilevanti e queste sono irrilevanti, queste sono importanti e queste non sono importanti. Con la conseguenza di una disparità di trattamento. Qualcuno ha deciso il futuro del calcio italiano". Più chiaro di così.

Quel "pallino" potrebbe togliere il velo che copre certi fatti e dare risposte alle domande che non facciamo solo noi, e che anzi sono molto gettonate anche in tanti bar dello sport, domande che richiedono chiarezza nelle risposte, come pretendono tanto Della Valle che Galliani. Domande del tipo:

1. Per caso c'è stato qualche "ispiratore" e/o "suggeritore" dietro le quinte?
2. Perché Auricchio, che prima del ritrovamento delle telefonate "sommerse" affermava che intercettavano chi "emergeva" nelle intercettazioni, non segue il metodo dichiarato quando "emerge" la madre di tutte le griglie, la telefonata del 26 novembre tra Facchetti e Mazzei?
3. Perché Auricchio chiede di intercettare Pairetto dopo una telefonata che lui stesso definisce "normale" nei contenuti e fa una scelta diversa quando sente certe telefonate scartate? Perché non trova "allarmante" che il designatore Bergamo venga invitato ad andare fino a Milano a ritirare un "regalino" in un luogo non pubblico?
4. Perché Arcangioli firma la prima informativa e non la seconda e la terza sul Milan?
5. Perché un indagato presente in diverse intercettazioni viene interrogato più volte solo come persona informata sui fatti?
6. Perché non si trovano diversi files audio di telefonate registrate sui brogliacci, come nel caso, riferito da Prioreschi, della telefonata con progressivo 24178 del 2 febbraio 2005 tra Pairetto ed un numero intestato all'Inter, da noi schermato, che Nucini, nel suo verbale del 1° dicembre 2010, ha rivelato essere un numero che Facchetti gli diede quando diventò presidente dell'Inter?
7. Davvero non è stato intercettato in ambientale l'incontro di Bagni a Ripoli tra i Della Valle e Bergamo, dubbio sollevato dall'avvocato Furgiuele?

Questi solo alcuni dei punti ancora oscuri, o che hanno avuto risposte poco convincenti, nelle indagini di Calciopoli. Gazzoni Frascara dice che per dare risposta alla domanda di chiarimenti da parte di Della Valle bastano gli scranni dei tribunali, ma nessun tribunale potrà dare alcuna risposta se certi fatti non vengono fatti arrivare al tribunale.

L'esame delle "novità" che abbiamo potuto visionare non ci ha sconvolto più di tanto, perché certe ipotesi le facciamo da sempre sulla base di "spifferi" provenienti da fonti attendibili; e i nostri lettori più attenti non resterebbero sorpresi dalle novità se chi ha in mano il "pallino" decidesse che è tempo che qualcuno dia risposte chiare dagli "scranni di un tribunale", e non in tavolate benedette anche da chi solo qualche giorno fa si è dichiarato NON-competente, tavoli peraltro rifiutati da chi crede di essere ancora "più oltre". Perché Della Valle chiama Moratti a dare spiegazioni? Di certo sappiamo che molti dei dirigenti coinvolti nel 2006 non hanno mandato giù che certe telefonate siano state "scartate" a differenza delle loro, per poi scoprire Moratti confabulare fitto fitto con Auricchio e constatare che i giornalisti presenti in sala avevano fatto finta di nulla e raccontato solo dell'incontro con Narducci in ascensore.

Il "pallino" ha la miccia e potrebbe trasformarsi in una bomba capace di dare, finalmente, a milioni di tifosi, risposte a lungo attese, risposte chiare. Ma alla fine la sorte del "pallino" potrebbe anche essere quella di essere trasformato in una bolla di sapone da far volare via leggera.
La decisione se farlo deflagrare come bomba, o farlo volare via, è nelle mani di chi ha il "pallino" in questo momento. La storia, purtroppo, ci racconta di tante occasioni nelle quali le persone intenzionate a percorrere una strada sono state convinte con diversi mezzi e metodi a cambiare strada. La storia ci ricorda che lo stesso Della Valle era uno dei più convinti, nel 2006, a percorrere la strada del TAR, salvo poi decidere diversamente.
Aspettiamo, come stanno facendo in altre redazioni sicuramente informate ma silenti, i prossimi eventi. Ci auguriamo che chi ha in mano il pallino non arretri di un millimetro nel pretendere chiarezza, ma non temporeggiando, mandando "pizzini" e proponendo incontri, bensì chiedendo la verità agli "scranni dei tribunali", così facendo contento anche Gazzoni.

Saremmo comunque fuori tempo massimo per il processo di Napoli, avviato alla conclusione ed a sentenza, ma sempre in tempo per la ricostruzione della verità dei fatti e del ruolo svolto da tanti protagonisti, davanti e dietro le quinte di quella rappresentazione battezzata prima Moggiopoli, poi Calciopoli, per noi Farsopoli dalla prima lettura delle informative.