Federcalciopoli: Se non garantite pari condizioni, andatevene

palazziDocumenti rilevanti:

30 giugno 2010 - Il pm Narducci a SkySport 24, parlando delle intercettazioni ritrovate dalla difesa di Moggi, dice: "Si parla di alcuni colloqui, ma se ne parla per altri profili, tutti diversi da quelli che spettano al giudice penale e che riguardano l’ambito della giustizia sportiva, e delle prerogative della Figc, alla Figc lasciamo le valutazioni".

2 luglio 2010 - Abete: "Chiederemo tutte le intercettazioni, a prescindere da quelle che entreranno nel processo di Napoli. D’altro canto noi siamo parte civile in questo processo, possiamo chiedere e ottenere subito questo materiale e agire subito. Abbiamo interesse a verificare tutto".

E no signori, non va bene. Parole che sarebbero andate bene se dette da Narducci nel 2006 e da Abete nel 2007. Nel 2006 quelle telefonate, ritenute "irrilevanti" penalmente, andavano segnalate alla giustizia sportiva per essere valutate. Nel 2007 Abete doveva chiedere tutte le intercettazioni e verificare tutto, senza aspettare oltre tre anni e dopo la pubblicazione di telefonate che lo riguardano.
Nel 2006 la FIGC ha punito cinque squadre e lasciato impunite altre squadre che, pur avendo telefonate dello stesso tipo, hanno beneficiato della punizione delle prime. I risultati di questa parzialità sono evidenti e hanno prodotto le seguenti alterazioni:
1. l'assegnazione di uno scudetto di cartone all'Inter;
2. il campionato 2006/07, dove altre squadre dovevano partire con delle penalizzazioni, se quelle intercettazioni fossero state segnalate all'Ufficio Indagini.
Oggi possiamo dirlo, un campionato sicuramente alterato è proprio quello 2006/07, quello che doveva essere il primo dell'era "calcio pulito". Vediamo le tappe di questa brutta storia.

Maggio 2006 - Nei primi giorni del mese, dopo la pubblicazione delle intercettazioni di Torino, inizia sui giornali la pubblicazione illegale delle prime intercettazioni fatte per conto della Procura di Napoli (eccone un esempio). L'indagine non è ancora chiusa.

26 maggio 2006 - Francesco Borrelli si reca a Napoli e da privato cittadino, come dirà in un'audizione in Commissione Giustizia del Senato, riceve gli atti dell'indagine su Calciopoli di Napoli. Le telefonate ritrovate oggi, giudicate "irrilevanti" per la giustizia ordinaria, avrebbero dovuto essere trasmesse allora, insieme alle altre, visto che i documenti erano stati chiesti per una valutazione ed un procedimento della giustizia sportiva. La Procura di Napoli non lo ha fatto, mentre quella di Torino aveva trasmesso tutto.

13 giugno 2006 - La Procura di Napoli chiude la fase istruttoria del filone sulla frode sportiva: 37 sono le persone che hanno ricevuto il 415 bis, il decreto di chiusura delle indagini (lo scrive Galdi). E' una prima "chiusa inchiesta" per assecondare le necessità della giustizia sportiva. Il commissario Rossi, Borrelli e Palazzi vengono serviti di tutto il necessario per le sentenze relative a Juve, Milan, Fiorentina e Lazio. L'inchiesta penale va avanti.

Giugno/Luglio 2006 - Borrelli non indaga sulle dichiarazioni di Bergamo, che aveva fatto mettere a verbale (foto del verbale su Tuttosport) con chi parlava spesso e con chi organizzava le cene. Borrelli chiude le indagini il 19 giugno e consegna a Palazzi la sua relazione di 180 pagine. Palazzi emette i deferimenti il 22 giugno. Le difese hanno pochissimi giorni per leggere oltre 7500 pagine di atti. Il 29 giugno inizia il processo. I tempi per le difese sono ridotti al minimo. Il 7 luglio termina il processo e Ruperto entra in Camera di Consiglio.

19 marzo 2007 - La Gazzetta (17 aprile 2010) scrive che è la data in cui "viene spedita anche la documentazione della Procura di Milano sulla vicenda Tavaroli-Telecom-Inter, incentrata sul famoso pedinamento di Vieri, ammesso da Moratti, e culminato nell'esposto del giocatore dal titolo «Togliete all' Inter lo scudetto». [...] Quali carte hanno portato all' archiviazione e quali, e perché, sono rimaste in soffitta?".
Dichiarazioni del 6 aprile 2010 dell'Avvocato Morescanti sulla questione pedinamenti e spionaggio: Video - Articolo di Tuttosport

12 aprile 2007 - Seconda e definitiva chiusura delle indagini. Tutto il materiale d'indagine, anche quello considerato dagli inquirenti "non penalmente rilevante", finisce in cancelleria, a disposizione di tutti, anche della Figc, considerata "parte lesa" dai pubblici ministeri Beatrice e Narducci.

12 luglio 2007 - L'Espresso intervista Beatrice e Narducci che dichiarano "Quei telefoni sono stati sotto intercettazione 24 ore su 24, tutti i giorni. Quello che non c'è non ci può essere, semplicemente perché non esiste nelle intercettazioni. Le ultime carte che abbiamo inviato all'ufficio di Francesco Saverio Borrelli sono quelle del secondo avviso di chiusura indagini e contengono 15 nuove partite, tra cui Juve-Milan 0-0. Anche queste carte configurano gravi ipotesi di illeciti. Non si può dire ancora l'ultima parola". Anche in questa seconda ondata di atti sottoposti alla valutazione della giustizia sportiva non c'è la minima traccia delle intercettazioni ritrovate dai legali di Moggi.

15 dicembre 2007 - La FIGC si costituisce parte civile, condizione che le permette di avere accesso a tutti gli atti dell'inchiesta.

27 ottobre 2008 - Nel corso della requisitoria, in apertura della prima udienza del rito abbreviato su Calciopoli, Narducci dice "Piaccia o non piaccia agli imputati, non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo. Ci sono solo quelle persone (gli attuali imputati, ndr), perché solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle". Dobbiamo presumere che neppure Narducci conoscesse le intercettazioni poi ritrovate. Il tono deciso di questa dichiarazione, che poi diventerà un boomerang, inganna la stampa e forse anche Palazzi, ma non lo assolve, perché il suo dovere era continuare ad indagare, come aveva scritto Borrelli nella relazione finale del 19 giugno 2006 "Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire... i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo, non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche".

8 aprile 2010
- Dopo che le prime scottanti intercettazioni sull'Inter sono pubblicate da sei giorni, e dopo che la Juventus con una nota sul suo sito ha chiesto pari trattamento, Abete dice: "La Figc segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione, avendo come obiettivo quello di favorire la massima chiarezza. Abbiamo le responsabilità di garantire pari trattamento per tutti. Sono fiducioso che il sistema sportivo italiano, a tutti i livelli, sappia che non c'è neanche la necessità di chiedere pari dignità fra i tesserati. La Federazione è e sarà super partes e non si farà tirare la giacchetta da nessuno, garantendo piena autonomia in primis agli organi di giustizia".

12 aprile 2010 - Abete: "Revoca scudetto? Siamo in una fase molto iniziale: non sappiamo ancora se il procuratore valuterà come necessarie di un'inchiesta queste intercettazioni. Parlare oggi dello scudetto significa non avere chiaro il quadro del percorso che è lungo e complesso e nel rispetto dell'autonomia degli organi di giustizia sportiva".

16 aprile 2010 - La Gazzetta scrive: "I file fantasma. Intercettazioni che balletto. Ora è scontro Figc-Procura. La lite scoppia sulle trascrizioni che la giustizia sportiva non potè esaminare".

30 aprile 2010 - John Elkann: "Stupisce che le regole valgano soltanto per alcune società, ma non per altre. Le regole devono valere per tutti e devono essere rispettate da tutti. È strano che intercettazioni rilevanti non siano entrate nella prima fase di Calciopoli e si sia indagato soltanto nei confronti di qualche società".

10 maggio 2010 - La Juventus inoltra il suo esposto per la revoca dello scudetto del 2006, assegnato poi a tavolino all'Inter. La premessa dice: "Il movimento sportivo si basi e si fondi sulla lealtà tra e nei confronti di affiliati, nonché parità ed equità di trattamento".

14 maggio 2010 - Abete: "Al momento non c'è nessun organo della giustizia sportiva al lavoro per l'esposto della Juventus sulla revoca dello scudetto del 2006. Bisogna aspettare i risultati conclusivi della perizia del tribunale di Napoli e lasciare che si completi l'iter della giustizia ordinaria. Non è comprensibile il fatto che si pensi che la Figc possa agire prima che si completi il lavoro degli organi competenti".

Nessuno prova imbarazzo in FIGC? Per le squadre punite nel 2006 bastarono 100 telefonate e poche settimane, mentre ora, dopo aver fatto passare gli anni, hanno le telefonate dell'Inter ma non hanno fretta. Vogliono 170.000 telefonate per fare cosa? E quanti anni saranno necessari con degli 007 Federali che, ricorda Abete, lavorano in modo volontaristico? E chi ascolterà le telefonate che riguardano Abete? Il RIS come ipotizza Tuttosport?
Chi finora non è stato in grado di garantire parità di condizioni non può pretendere di essere credibile oggi. Dovrebbe scusarsi e andarsene.
Cosa serve ancora per revocare quello scudetto di cartone assegnato in quattro e quattr'otto? Bastava richiamare quei tre saggi, far loro ascoltare le telefonate dell'Inter e chiedere, come integrazione, se l'Inter rispettava le condizioni di "limpidezza" richieste nel loro parere consegnato a Guido Rossi. Qualcuno dovrebbe ora, non tra quattro o cinque anni, mettere la propria faccia per dire se permangono le condizioni che portarono all'assegnazione a tavolino di uno scudetto.

Abete, solo ora, ritiene che Calciopoli vada valutata alla luce di tutte le intercettazioni disponibili, di fatto ammettendo che i provvedimenti della giustizia sportiva del 2006 erano viziati: giustizia sportiva lepre con la Juve, tartaruga con l'Inter. La conseguenza coerente sarebbe revocare subito i provvedimenti del 2006, ricorrendo all'ex articolo 39, e valutare tutti, Juve e Inter comprese, con tutto il materiale acquisito. Solo questo potrebbe far recuperare un po' della credibilità perduta dalla Procura Federale e dalla FIGC. Ma non lo hanno fatto. Ed allora chiedere oggi tutte le intercettazioni ha i connotati di una via di fuga per rimandare ogni decisione e consolidare il fatto compiuto.
Per molto meno il generale Pappa e Carraro furono costretti dai media a dare le dimissioni. Ma chi allora sbraitava oggi vive in un complice silenzio.

Altri articoli sul tema:
L'informativa che non c'è
Tempo scaduto: devono dimettersi!
Come doveva andare per essere Calciopoli
Uscire da Calciopoli senza aspettare le Procure
Calciopoli: dal peccato originale al gran bordello di oggi
FIGC, super-partes o pro-Inter?
Calciopoli: cosa può significare l'esposto della Juve
La mina vagante dell'esposto della Juve
Revoca della patacca: faster, please
Cosa aspetta la Figc a revocare il cartone?
170.000 telefonate? Per cominciare, ne bastano 30
Due Interrogazioni Parlamentari su Calciopoli. Ora vogliamo le risposte
Abete e la politica di Orlandoni
Collina, Ivaldi, Copelli ed il corto circuito della giustizia sportiva
Moggi, la Figc e la radiazione invisibile
Radiatori spenti in Figc
La Corte dei Conti su Farsopoli: indizi insufficienti Telefonate 'sfuggite' prescritte. E ora Palazzi se ne vada.
Palazzi sull'Inter: era illecito sportivo.
Amleto in Consiglio Federale.
Non possumus.
Revoca dello scudetto di cartone. Il coni gelato.
Ma andatevi a nascondere.
Rossi scrive, Borrelli tace.
Una Federazione di non udenti.
E guerra legale sia. L'ha voluta la FIGC.
A parere della FIGC.


Articoli sul comportamento della FIGC su altri scandali:
Spionaggio e pedinamenti. La Figc faccia chiarezza
Un anno per deferire Moratti. E adesso?
Non si sopravvive a Palazzi
Per la gup di Milano i vertici Telecom sapevano. E per la Figc?
Vieri vs. Telecominter: La sponda di Palazzi e la memoria di Facchetti
Il papocchio Palazzi-FIGC sul deferimento Moratti-Preziosi