La Bergamo - Collina che dissipa le ombre su Juve-Milan 04-05

collinaQuesta telefonata è utile per capire le preoccupazioni che aveva il mondo arbitrale per le critiche ricevute nelle trasmissioni televisive, per comprendere, una volta di più, il ruolo di "padre" comprensivo ma anche critico di Paolo Bergamo verso i suoi arbitri, per notare il rapporto preferenziale con Collina, trattato quasi come un co-designatore, e, soprattutto, per chiedersi se telefonate come questa non avrebbero dovuto indurre investigatori ed inquirenti a considerare anche evidenti prove a discolpa degli indagati, a capire meglio le problematiche del mondo del calcio e del difficile mestiere dell'arbitro, al di là degli schemini elaborati con Excel per attribuire, anni dopo, delle sim straniere agli arbitri, in modo "presumibile", o "ragionevole", come fatto da Di Laroni.
Nella telefonata, avvenuta il 20 dicembre 2004, designatore e arbitro discutono di tre partite: Arezzo-Perugia (a cui Bergamo aveva assistito), Inter-Brescia (diretta da Collina) e Juventus-Milan del 18-12-2004. Bergamo racconta a Collina la disavventura vissuta insieme a Nicchi allo stadio di Arezzo, dove era stato necessario l'intervento della Polizia per difenderli dalla rabbia dei tifosi. Dopo aver discusso dell'arbitraggio della partita aretina, i due passano alla partita diretta da Collina e delle difficoltà che aveva creato il gioco "lungo" di entrambe le squadre. Collina ammette di essersi trovato in difficoltà con il gioco dell'Inter e del Brescia.
La parte per noi più interessante arriva quando Bergamo e Collina commentano l'ultima puntata di Controcampo, la trasmissione di una delle tv del presidente del Milan (cosa che ad Auricchio non risulta, come dichiarato in aula, ndr), ben più importante ed influente del Processo di Biscardi, nella quale si era a lungo discusso l'operato di Paolo Bertini nell'anticipo Juventus-Milan, del 18 dicembre 2004, terminato 0-0.



Bergamo: Senti, ieri sera non hai mica sentito Controcampo, te?
Collina: Sì, l'ho sentita, diciamo, quasi tutta la prima parte, poi dopo...
Bergamo: Mah, sono stati duri da querela o... perché io non l'ho sentito...
Collina: No, no, chi ti ha detto che erano duri da querela?
Bergamo: Ma no, un avvocato che a volte ci sentiamo...
Collina: No, c'è stato Mosca che ha fatto le sue solite uscite dicendo che la moviola in campo fa sì che finiscano gli inciuci, e gli hanno chiesto più volte "Ma inciuci di chi con chi", e lui, chiaramente, non ha risposto, e poi ha detto "La moviola aiuta gli arbitri onesti", e Cesari gli ha ribadito "Vorrai dire gli arbitri", e lì è scivolata via. Però mi sembra che siano due uscite che non credo che possano...
Bergamo: No, no, mi hanno detto Liguori è stato piccante...
Collina: Beh, Liguori è stato deciso, nei contenuti sicuramente è stato duro, però anche lì non credo... lui ha detto che Bertini è andato lì per fare pareggiare le due squadre, cioè l'obiettivo suo era quello di far arrivare ad un pareggio. Sai, non so, non so che...
Bergamo: (ridendo ironicamente) Un pochino e gli andava male al 90', se Pirlo mette dentro quella palla.
Collina: Prababilmente sì, però ti dico, da un punto di vista, sempre della possibile querela, credo che sia un pochettino, un pochettino...
Bergamo: No, ieri purtroppo ho messo, siccome io ho visto la partita sabato, ieri la sfortuna ha voluto che ho messo il videoregistratore per riprendere questa azione, perché me la volevo proprio vivisezionare e, invece, non mi ha funzionato il videoregistratore, e vabbè, pace, perché io ho l'impressione che Crespo vada giù in scivolata per cercare di andare sulla palla, naturalmente riceve anche una strattonata da dietro, ma non è che la strattonata provoca la scivolata. Però sai, è un ragionamento molto dificile, per cui le televisioni poi fanno vedere quello che... sinceramente Paolo (Bertini, ndr) mi ha detto "Paolo che ti devo dire, io non è che non l'ho valutata, non l'ho vista, per cui vedo questa palla, lui va giù in scivolata, non ho visto niente". Quindi, a lui va il beneficio di non aver visto, io volevo soltanto rendermi conto dei tempi del fallo, che non è quello di Ayroldi, tanto per dire, che l'attaccante in anticipo l'ha toccata... quello è più pesante. Io ho l'impressione che Crespo si butta per andare in scivolata e l'altro lo trattiene un attimo, però, insomma, non cambia niente ai fini della valutazione dell'episodio in televisione, naturalmente.
Collina: No, certo, certo, dal campo sicuramente aveva una difficoltà di valutazione estrema se dopo ore ed ore ed ore di filmati televisivi non sono riusciti a venirne fuori in termini di commenti unilaterali, è chiaro che...
Bergamo: Mentre, invece, è plateale quel vantaggio...
Collina: Quello credo che sia l'errore più grave della partita, credo, che tra l'altro non era neanche difficile in termini di valutazione, anche perché in campo aperto, perché lo vedi dove va, per cui...
Bergamo: Purtroppo son quelle cose che capisci proprio l'errore, perché è talmente plateale che, anche in un momento in cui vuoi dare una scelta di consenso ad una decisione tecnica, non è mai quella, perché quella è talmente plateale che te lasci andare e dopo ammonisci, insomma, ecco.
Collina: No, lì lui probabilmente aveva la foga di voler fischiare, il fatto di volere intervenire subito, e si è fatto tradire da quello, effettivamente.
Bergamo: Eh sì, e poi subito dopo ha sopportato una protesta di Nesta che meritava assolutamente l'ammonizione e... vabbè, comunque non credo che il suo arbitraggio abbia influenzato l'andamento della partita.
Collina: No, assolutamente.
Bergamo: Il Milan ha dominato, non è riuscito a segnare e basta, non credo ci sia altro.
Collina: Credo anch'io, credo anch'io.

A quel tempo Bergamo e Pairetto tenevano una rubrica, sulla Gazzetta dello Sport, nella quale commentavano il comportamento delle prestazioni arbitrali della domenica. Una scelta fatta perché si chiedeva da più parti di umanizzare la figura dell'arbitro, di comunicare, di farlo uscire dalla torre eburnea. Ecco che cosa scrivevano, onestamente, Bergamo e Pairetto, presunti affiliati della "cupola" moggiana, sulla prestazione dell'arbitro Paolo Bertini, presunto affiliato alla stessa "cupola", il 21 dicembre 2004:

Bertini ha fatto male a fermare Kakà.
L'anno calcistico si chiude con altre polemiche sugli arbitraggi, non è una novità e ci siamo anche abituati. Cominciamo, ovviamente, dall'anticipo di Juventus-Milan (0-0). In occasione del rigore richiesto dal Milan per il fallo di Zebina, che tiene per un braccio Crespo, Bertini non è in buona posizione per seguire il gioco, ma non è neanche così chiara l'esatta dinamica dell'azione dalle immagini tv. Per quanto riguarda, invece, l'ammonizione di Thuram per il fallo su Kakà, l'incertezza è minore e fa male l'arbitro a non concedere il vantaggio e a far proseguire l' azione, come ha reclamato il Milan. Non ci sembra in linea col regolamento, però, neanche la mancata ammonizione di Nesta per la sua plateale protesta, dopo un fallo che gli viene addebitato. Invece è del tutto involontario il movimento del braccio di Costacurta che intercetta il pallone. E col sorvolare dell'arbitro sull'episodio nulla ha a che vedere il fatto che il movimento del braccio avvenga in area di rigore mentre i piedi di Costacurta sono fuori area.

Bergamo parlando con Collina, poi scrivendo sulla Gazzetta con Pairetto, non fa nulla per difendere il presunto "coassociato a delinquere" Bertini. E gli uomini di Auricchio consultavano, copiavano ed incollavano, la Gazzetta. Collina, del quale Auricchio aveva grande stima ("Per noi era una garanzia", ha detto in aula), tanto da evitare di "attenzionare" Milan-Juventus, decisiva per l'assegnazione dello scudetto, per un caso assolve Bertini e per l'altro spiega il probabile stato d'animo che ha tradito Bertini. Per noi questo è un tipico caso in cui si sarebbe dovuto applicare l' art. 358 del Codice di Procedura Penale, Attività di indagine del pubblico ministero, che al comma 1 recita:
Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’art. 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini.