L'assegnazione dello scudetto all'Inter

RossiCome è noto, lo scudetto vinto dalla Juventus nel 2005/06 è stato assegnato all’Inter, giunta terza in quel campionato. Una decisione presa, a quanto dice Guido Rossi, da una commissione di saggi formata da Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesi. Alla base dell’assegnazione le presunte qualità morali e la correttezza che hanno contraddistinto la squadra nerazzurra negli ultimi anni. Al di là della legittimità di tale scelta quello che stride è la giustificazione data dai media e dalla dirigenza di via Durini: se il primo bara è giusto che il secondo (o il terzo, in questo caso) vinca il titolo, come successe alle Olimpiadi di Seul del 1988 quando, per la squalifica di Ben Johnson, Carl Lewis divenne campione nella gara dei 100 metri piani. Ma ci sono due considerazioni da fare in merito: innanzitutto va detto che una gara di corsa in linea retta è qualitativamente diversa da un campionato con 38 giornate. Nella prima tutti i concorrenti corrono in avanti per circa dieci secondi ed ognuno dà il massimo cercando di sopravanzare gli altri. Se uno dei concorrenti bara è giusto che vinca il secondo. Nel secondo caso, invece, non si tratta di un’unica e breve competizione ma di un complesso enorme di partite e di intrecci. Se si accetta un “illecito strutturato” allora deve essere accettata anche l’idea di un campionato interamente falsato, e non solo nelle prime posizioni. Con questo schema di pensiero tutta la classifica è, in un certo senso, irregolare. Infine c’è una notazione fondamentale che differenzia le due competizioni: nel caso della gara di corsa tutti i concorrenti vengono sottoposti all’esame antidoping, non solo il primo. Nel campionato di calcio 2005/06, invece, solo i telefoni di alcuni dirigenti sono stati messi sotto controllo. Inoltre, come più volte detto da Paolo Bergamo, non si capisce dove siano finite le telefonate da lui avute con i dirigenti interisti (stesso discorso per le telefonate dell’arbitro De Santis con Facchetti e Meani). Va poi sottolineata un’ultima contraddizione: perché revocare un titolo conquistato al termine di un campionato che non è stato nemmeno oggetto di indagini e con i due designatori Pairetto e Bergamo non più in carica (sostituiti da Mazzei)? Lasciamo il commento (ironico) a Christian Rocca:
Finalmente si capisce quale sia il famoso illecito sportivo “concettualmente ammissibile” contestato alla Juve nella prima sentenza Caf. Vi ricordate? La Juve è stata condannata per aver usufruito di “vantaggi in classifica” diversi da quelli ottenibili dall'alterazione del risultato o dello svolgimento di una partita. Nessuno aveva capito come si potessero ottenere vantaggi in classifica senza aver taroccato le partite, ma ora la decisione di Guido Rossi di assegnare lo scudetto all'Inter l'ha spiegato alla perfezione. Eccola finalmente la fattispecie delittuosa: una decisione di Palazzo (presa peraltro da un ex consigliere di amministrazione dell'Inter) ha concesso “vantaggi in classifica” alla medesima Inter (retrocedendo la Juve e togliendo 30 punti al Milan), nonostante l'Inter non abbia taroccato alcuna partita. Illecito sportivo ex articolo 6, secondo la giurisprudenza Ruperto. Ci fosse un giudice serio: scudetto revocato e Inter in B