Per Carraro si può sancire la farsa

Franco CarraroE’ stata depositata ieri al TAR del Lazio la sentenza che annulla la multa di 80.000 euro inflitta a Franco Carraro per Farsopoli. Il motivo è semplice: l’ex presidente Figc era già stato assolto all’arbitrato del Coni, nel novembre 2006, dove però si erano inspiegabilmente scordati di togliergli la sanzione pecuniaria.
Insomma, si trattava di una multa per non aver commesso alcuna irregolarità.
La sentenza del TAR non fa una grinza, dunque, e leggendola si può ripercorrere tutto il folle iter della giustizia sportiva.
In primo grado, le farneticazioni della sentenza della CAF di Ruperto, fondate sull’isteria popolare anti-juve sobillata dalla fiction mediatica delle intercettazioni, dove si crede di ravvisare l’illecito sportivo in una telefonata di Carraro a Bergamo prima di un Lazio – Brescia.
In secondo grado, invece, la Corte Federale del laziale Sandulli contestualizza il dialogo e non vi rileva alcun tentativo, da parte del Presidente FIGC, di condizionare l’arbitro a favore dei biancocelesti. Sandulli, però, ha un problema: bisogna punire qualcuno, ormai la ggente vuole il sangue, in particolare quello della Juve, che bisogna spedire in serie B, e allora si limita a declassare l’illecito a “slealtà sportiva”. Per poter fornire un appiglio pseudo giuridico alla farsa, è fondamentale affermare che comunicare telefonicamente con l’AIA è una trasgressione procedurale passibile di condanna. Lo scandalo si regge sulle telefonate, riconoscerne la liceità farebbe crollare tutto. Siccome di telefonate, riguardo a Moggi, ce ne sono diverse, basta farne passare ciascuna per un “atto di slealtà”, fare la somma e dare così vita a un mistico “illecito sportivo”. Dunque la Corte Federale sanziona Carraro per “slealtà sportiva” e gli dà una multa di 80.000 euro.
Nel novembre 2006, a Farsopoli consumata e la Juve finalmente in B, l’arbitrato del CONI potrà con comodo stabilire che sentire al telefono esponenti dell'AIA (senza sollecitare favoritismi, ovvio) non era nemmeno slealtà sportiva. Comunicare al telefono o a voce cosa cambia? Carraro, rispetto a Lazio - Brescia, è completamente innocente. Ma gli lasciano la multa. D’altronde, sono passati solo pochi mesi dalla farsa e la parola “cupola” riecheggia ancora nei media faziosi.
Infine, com’era ampiamente prevedibile, si arriva alla sentenza di ieri, in cui il TAR del Lazio afferma che non ha alcun senso punire uno mentre lo si dichiara innocente.
Tra le tante perle della sentenza, piace sottolineare questo passaggio, ripreso dall'Arbitrato: Di qui la conclusione, dettata anche dal comune buon senso, che l’uso del telefono – una volta ricostruita nei suoi esatti contenuti la conversazione svolta a mezzo di esso – non solo non era sanzionabile, ma costituiva scelta ragionevole e responsabile del ricorrente. In sostanza, il Coni riconosceva l'assenza di procedure informali di comunicazione con l'AIA e ne sollecitava una codificazione.
Morale: mentre ai tempi nessuna regola o procedura impediva di telefonare in AIA, sono diverse le norme, legislative e costituzionali, che sono state trasgredite al fine di spedire la Juve in B.

Considerazioni finali:

1) Ricordiamoci che il TAR non giudica nel merito, ma nel metodo. Per Moggi il metodo della giustizia sportiva andava bene, per Carraro no. Perché? A proposito, quanto è bona Sara Varone?
2) Nelle informative romane, riguardo a Carraro, non c’è solo la telefonata di Lazio – Brescia, me ce ne sono altre due molto più sospette: una prima di un Inter - Juve, un’altra dopo un Roma – Juve; in entrambe, l’ex presidente Federale si raccomanda con Bergamo (o gli ricorda la raccomandazione) affinché gli arbitri fischino nel dubbio contro la Juve. Come le consideriamo? Slealtà sportiva o illecito? Di certo, queste hanno l’aria di tentativi di condizionare la gara ai danni dei bianconeri. E’ per questo che non sono state prese in considerazione dai tribunali speciali allestiti dal Commissario Straordinario di un'estate, ex presidente Telecom e consulente Ifil, l'interista Guido Rossi?