Il caso Rocchi: il condizionamento mediatico.

Notizia degli ultimi giorni: l’arbitro Gianluca Rocchi, il discusso fischietto di Juve-Roma dello scorso 5 ottobre, ha concesso un’intervista alla giornalista RAI Donatella Scarnati, per la trasmissione “Il Processo del Lunedì” condotta da Enrico Varriale. Queste le sue dichiarazioni:
Dispiace che la mia prestazione non sia stata ottimale, da questo punto di vista potevo fare meglio ".
"(L’episodio del fallo di mano di Maicon, ndr) È stato un episodio anomalo gestito in maniera anomala da parte mia. Dopo aver rivisto la partita, l'analisi più dura è stata proprio su quello. Una gestione non equilibrata della situazione probabilmente ha creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell'arbitro, potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos'è successo durante la partita ".
"Credo di avere mille difetti ma soprattutto un pregio, di assumermi sempre le responsabilità delle cose che faccio. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte, che sono state difficili. Noi siamo lì per decidere e ho cercato di farlo nel miglior modo possibile, senza ripensamenti o senza dubbi. È chiaro che poi quando prendi delle decisioni puoi creare tra i calciatori e nell'ambiente un clima di tensione o comunque di non accettazione. Da questo punto di vista una responsabilità credo di averla ".
"Nel dire che era designabile Rizzoli non c'è niente di strano, un collega che stimo tantissimo, il più bravo del mondo. Dispiace perché sembrava che non fossi in grado di farla questa partita, quando invece io la mia esperienza ce l'ho. Non era la prima volta che arbitravo Juventus-Roma e fortunatamente le altre volte era andata decisamente meglio, per cui un po’ mi ha ferito. Dispiace che la mia prestazione non sia stata ottimale, potevo fare meglio e dispiace per chi ti ha affidato questo incarico. Sinceramente mi è dispiaciuto molto sentire dei giudizi non proprio lusinghieri sulla designazione ".
"(Le ultime ore, ndr) Non sono state tra le più semplici: ho cercato di metabolizzare quello che era successo, stando in famiglia, con i miei figli, sanno che in questi momenti bisogna avere un po’ di pazienza in più perché me la prendo molto. Poi passa, però quando ricevo una delusione ci rimango male. E mi sono allenato più di prima per cercare di essere pronto per il rientro. Non è stato un periodo facile anche perché si è parlato quasi solo esclusivamente di questa partita ".
"La soddisfazione di ricevere la designazione di una partita così importante è molto grande . Non era la prima volta che dovevo arbitrare Juve-Roma, quella del 5 ottobre è stata la quinta. Sai che è una partita importante anche che devi affrontarla con la massima serenità. Io sono un arbitro molto istintivo. Quello che vedo faccio. Il 95% delle mie decisioni sono legate alla mia esperienza. Nella maggior parte delle volte sono state decisioni corrette e se sono arrivato dove sono arrivato è proprio per questa caratteristica ".
"Non mi permetto di giudicare nessuno, ma vorrei invece sottolineare le dichiarazioni del Presidente della Roma perché ha chiesto di abbassare i toni e credo che sia l'atteggiamento giusto ".
"(Il gesto del violino, ndr) Un gesto che non possiamo tollerare, non regolamentare. Mi è dispiaciuto in quel momento espellerlo perché non fa mai piacere allontanare un allenatore in particolar modo in una gara del genere, ma ho ritenuto corretto farlo. Io sono lì per applicare il regolamento e non posso permettere un determinato atteggiamento ".
"Quando arbitro la Juventus, arbitro una squadra come tutte le altre. Lo testimonia la mia storia. Il mio obiettivo è di essere il più equilibrato possibile nelle decisioni e non guardo assolutamente il colore della maglia ".
"I calciatori pensano a giocare la partita. Sta all'arbitro riuscire a calmare gli spiriti e a portare la partita su dei livelli di accettabilità. A volte i calciatori potrebbero avere degli atteggiamenti migliori, però non sta a me educarli ".
Nella carriera di un arbitro ci sono momenti dove le cose non vanno come dovrebbero andare. Credo che la qualità di un arbitro o di un calciatore non dipenda da una partita, credo sia giusto avere un momento di riflessione, di pausa, andare su partite di una fascia magari inferiore e poi tornare a livello alto ".
"Non ce l'ho con me stesso. Mi sono reso conto che potevo fare meglio. Ho fatto quello che ho sempre fatto, dando il massimo. Non posso avere rimpianti. Quando fai l'arbitro conta anche la fortuna”.

Il grassettato smentisce e ridimensiona le interpretazioni date dai mezzi di comunicazione, con quei roboanti: L’arbitro Rocchi ammette le sue colpe, Juve-Roma, colpa mia, L’arbitro Rocchi confessa, e con la beatificazione dello stesso Rocchi conferita dal Pontifex Magnus De Paola, in diretta a Tiki-Taka su Italia 1, nella puntata del 20 ottobre, quando adotta l’escamotage di lodare il direttore di gara per la sua confessione, con il malcelato intento di elevarla a prova dell’errore. Sì, perché serve l’attestazione scritta di una mancanza, “ipse dixit”, chissà, magari da portare in Parlamento come allegato per distruggere la nuova cupola…

L'arbitro Gianluca Rocchi possiede un curriculum di tutto rispetto, non è certamente un arbitro di seconda fascia, anzi, è un fischietto internazionale dal 2008. Eppure, proprio in seguito all’ultimo incontro tra i bianconeri ed i capitolini, nonostante UEFA, FIFA e AIA lo abbiano “assolto” perché gli episodi contestati sono tutti al limite del regolamento e non catalogabili come errori, Rocchi ha saltato lo scorso turno di campionato, in questo weekend è stato spedito ad arbitrare in Qatar (la federazione qatariota aveva chiesto un arbitro di caratura internazionale per dirigere una partita decisiva di quel torneo), mancano comunicazioni ufficiali, ma resta da vedere quando tornerà nelle designazioni di Messina.
Potere dei mezzi di comunicazione, che portano a squalificare un arbitro senza che abbia commesso errori da regolamento, ma solo interpretazioni considerate errate di episodi tuttora dubbi (DA AMBO LE PARTI). Il provvedimento è parso utile più che altro per tenere a bada il caos mediatico, ma in realtà è servito principalmente a tranquillizzare le coscienze dei giornalisti, a giustificarne gli attacchi: “il colpevole è al rogo, avevamo ragione noi”!
Questo vero e proprio condizionamento da parte dei media è probabilmente la vera sudditanza psicologica nel mondo del calcio, le cui vittime principali sono proprio gli arbitri, costretti a decidere in un clima da roulette russa (e Rocchi lo spiega bene, quando dice che da un episodio "anomalo", sono scaturite reazioni altrettanto anomale); tuttavia, i bersagli inconsapevoli della sudditanza mass-mediatica sono coloro i quali, di fatto, decidono in che "direzione" vanno gli incassi (ed i diritti tv): i tifosi, da cui traggono parecchi benefici i giornali, che vendono parecchie copie sulla scia dei campanilismi e della caciara mediatica che segue ogni big match, in particolare della Juventus.

Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero (cit. Demostene).