...e Vidal è rimasto a Torino.

Devo essere sincero: non mi divertivo così da diverso tempo.
Da anni ormai.
Ora che è finita lo posso dire: è stato divertentissimo osservare giornalisti, operatori di mercato e semplici tifosi chiamati a commentare cose di calcio.
Per tutti l'argomento più gettonato dell'estate è stato: il declino inesorabile della Juventus.
Non immaginate quanto sia stato divertente seguire le trasmissioni tv, specie quelle a diffusione regionale, dove sedicenti opinionisti-tifosi più o meno avvinazzati discutono come al bar, come se fossero in compagnia di un bicchiere di vino, due fette di formaggio e del buon salame.
La Juventus andava smembrata, senza Conte non valeva più niente, i suoi uomini più rappresentativi minacciavano la fuga, chiedevano colloqui urgenti con la società, allertavano i loro procuratori, la campagna acquisti subiva rallentamenti, ecc. ecc.
E impazzava il caso Vidal.
Credo non si sia mai visto niente di simile a livello mediatico.
Per tre mesi abbiamo letto di tutto, fra una deadline che si spostava di settimana in settimana (tormentone: "la prossima settimana sarà quella decisiva") alla faccia delle dichiarazioni della società che in ogni occasione smentiva fermamente ogni trattativa.
Il giocatore non ha mai detto di volersene andare, la società lo ha più volte confermato, l'allenatore ne ha ribadito la centralità nel progetto a più riprese, dopo aver parlato con il ragazzo ed averlo visto motivato e felice di rimanere.
Però tutto questo per i giornalisti italiani non contava niente, perchè Vidal veniva venduto ogni giorno perchè l'offerta era irrinunciabile - a proposito, la presunta offerta ogni giorno diventava sempre più esigua: un assurdo, no? - e non si poteva rifiutare, perché la società ha problemi di bilancio e perchè - fondamentalmente - ai giornalisti non andrebbe a genio un altro anno in bianconero.
Perché la gente si stufa, quindi per il bene del movimento sarebbe meglio che la Juve vendesse qualcuno, altrimenti l'effetto "addio di Conte" rischia di tramutarsi in un vantaggio e stimolare un gruppo che in questi anni è stato considerato alla stregua di una compagnia di burattini manovrati dalle sapienti mani del neo C.T.
Contemporaneamente la "regina del mercato", al secolo l'AS Roma, era alle prese col caso Benatia, confermato - con un discreto utilizzo di condizionali - dal presidente Pallotta nonostante il giocatore non abbia mai rassicurato nessuno sulla propria permanenza.
Il bello è che sui giornali la notizia era: "Pallotta blinda i suoi campioni".
Stop, nessuna polemica, nessuna dietrologia.
Una domanda: dove giocheranno la prossima stagione Vidal e Benatia?
Avete capito la differenza?
E i giudizi sul mercato?
I media hanno deciso a priori che la Roma dovesse essere proclamata regina, dominatrice incontrastata, e che il gap con la Juve si fosse ormai colmato.
Anzi, per il mainstream mediatico ormai i giallorossi diventavano (e sono ancora) i veri favoriti.
La Roma ha speso 30 milioni per Iturbe - di cui 6,6 a Mascardi... - , uno che il Porto  un club solitamente molto attento ai giovani - ha lasciato al Verona e sul quale nessun grande club europeo ha posato gli occhi.
Per carità, il paraguaiano naturalizzato argentino potrà anche rivelarsi un grande giocatore, ma basterà lui solo per ridurre un gap di 17 punti?
La Juventus, con altre esigenze, ha sfoltito la rosa ricavando soldi dagli esuberi, specialmente in avanti.
Marotta e Paratici hanno puntato su Alvaro Morata, un ragazzo altrettanto giovane, campione continentale a livello giovanile con la sua Nazionale e già con una certa abitudine ai grandi palcoscenici: non per caso proviene dal Real Madrid campione d'Europa.
La Juventus trattava Astori, come la Lazio. Nel giudizio generale un buon giocatore, un onesto mestierante neppure calcolato nella rosa dei 23 per il Mondiale.
Lo ha preso la Roma beffando i cugini: Sabatini fenomeno! Astori come Beckenbauer!
La Juve portava a casa Pereyra, jolly di centrocampo di 23 anni, mentre a Roma arrivano Ucan, Sanabria, l'ex milanista Emanuelson e Keita.
Passi per i ragazzini di belle speranze che possono far bene come pure fallire (e, nello specifico, la Juventus si è assicurata Coman: già titolare con buoni esiti all'esordio), ma il buon Seydou, proveniente da 6 mesi a Valencia (non riconfermato), a 34 anni suonati e reduce da due stagioni in Cina quali straordinarie garanzie potrà offrire?
Eppure è stato tutto un plebiscito per Sabatini, esaltato anche per l'acquisto di un altro parametro zero: Ashley Cole, 34 anni e da diverse stagioni in rotta col Chelsea, persino emarginato da chi al Chelsea lo aveva voluto (Mourinho) e gli ha preferito nel ruolo un destro naturale (Azpilicueta).
Di contro, le perplessità su Patrice Evra, un anno in meno, sono state immediatamente sollevate dai professionisti della disinformazione che scrivono e chiacchierano di calcio con (molta) presunta autorevolezza.
In sintesi: Cole e Keita portano un grande contributo di esperienza, Evra è bollito.
La "regina del mercato" si è mossa anche alla fine, correndo ai ripari con "l'ennesimo capolavoro, l'ennesima grande plusvalenza di Sabatini!" alla cessione di Benatia.
Al posto del maghrebino é arrivato un giovane greco di grandi speranze ma di certezze ancora da verificare, un trentenne suo connazionale che gioca a sinistra (nel ruolo dell'"esperto" Cole) e un centrale francese proveniente dal Newcastle.
Ora, a mercato finito, sembra che dopo la Roma venga il Milan, per l'esordio felice (e fortunato...) di Inzaghi e per le solite ancelle mediatiche che fanno parte del corredo rossonero: Torres, Menez, Alex, Armero, Diego Lopez, Van Ginkel ecc.ecc., con la ciliegina finale (!) di Bonaventura, l'unico per il quale il Milan abbia scucito soldi in questa sessione di mercato.
E la vittoria contro la Lazio ha già fatto dimenticare la valanga di gol incassata dai rossoneri in giro per l'America.
L'Inter, a parte l'operazione Vidic chiusa in primavera, ha impiegato due mesi per tesserare un certo M'Vila (lo conoscevate?), altrettanti per strappare uno sconosciuto ad una squadra retrocessa dalla Premier League (Medel: lo conoscevate?), poche ore per assicurarsi uno scarto della Juventus non più gradito nemmeno al Southampton.
A differenza dei primi due Osvaldo lo conosciamo tutti, ma a Milano esplode l'euforia, e così per Dodò.
I giornalisti amici hanno provato di tutto pur di accostare lo scontento Guarin (lui sì, mica come Vidal) alla Juve, ma niente...
Che dire del Napoli in affanno, fuori dall'Europa che conta e senza acquisti di rilievo. Con Michu, De Guzman, Koulibaly, l'ennesimo Lopez (questo si chiama David ed è un difensore) sognare lo scudetto pare impresa soprannaturale. Eppure c'è chi ci crede...
Finalmente la stagione del mercato è terminata, e con essa le chiacchiere.
Per fortuna ora parlerà il campo, anzi, qualcosa ha già detto.
Buon divertimento.