Ne abbiamo viste tante...

E’ proprio vero: noi juventini ne abbiamo viste tante.
Abbiamo visto la prima Juve di Boniperti, targata 71/72, decollare dopo la morte di Armando Picchi, l’allenatore prescelto per riportare la Vecchia Signora nell’olimpo, sostituito da un certo Vycpalek, detto Cesto. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece questo signore, con il mozzicone sempre acceso in bocca, conquistò due scudetti consecutivi, con l’ultimo vinto a Roma con il famoso bolide di Cuccureddu.
Abbiamo visto scambiare Anastasi e Capello per Boninsegna e Benetti. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece i due panzer, inseriti all’interno di una corazzata, ci regalarono due scudetti straordinari e la prima Coppa Europea, chiamata Uefa.
Abbiamo visto vendere Liam Brady per un certo Platini. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece avremmo scoperto in seguito chi era veramente Roi Michel.
Abbiamo visto vendere Boniek, Rossi e Tardelli per Laudrup, Manfredonia e Serena. Tutti a gridare allo scandalo ed invece questi tre baldi giovani ci portarono in sede l’ennesimo scudetto e la prima Coppa Intercontinentale.
Abbiamo visto arrivare in bianconero un certo Rui Barros, alto come un barattolo di Coca Cola, ed un certo Totò Schillaci, centravanti considerato da tutti per categorie inferiori. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece questi due saranno gli alfieri per la conquista di una Coppa Italia ai danni del Milan più bello di sempre, quello invincibile degli olandesi, e di una Coppa UEFA nella sfida tutta italiana con la Fiorentina.
Abbiamo visto ritornare Trapattoni, dopo una parentesi interista, considerato cotto, al capolinea. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece vincerà una stupenda Coppa Uefa contro il forte Borussia Dortmund.
Abbiamo visto scegliere da Umberto Agnelli un noto dirigente sportivo, criticato per il suo passato da “bovino” e da “capostazione”. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece l’ex ferroviere ci avrebbe portato sul tetto del mondo con le squadre Juventine più belle di tutti i tempi.
Abbiamo visto vendere Zinedine Zidane, “l’uomo che sussurrava ai palloni”. Tutti a gridare allo scandalo, ed invece grazie a quei tantissimi miliardi incassati riuscirono a vestire il bianconero Nedved, Buffon, Thuram e Salas, per trionfi a go-go e per un telaio che è durato per anni.
Abbiamo visto ritornare Lippi da traditore interista. Tutti a gridare allo scandalo, ignari che ci avrebbe regalato il “5 maggio”.
Abbiamo gridato allo scandalo vero: la retrocessione in Serie B con l’avvento dei vari Cobolli, Gigli, Del Neri, Zaccheroni, Blanc, Secco. Poi arrivò Andrea Agnelli e siamo ripartiti con la storia recente che ogni Juventino conosce a memoria.
Abbiamo visto vendere Alex Del Piero, la vera icona bianconera, il vero capitano. Tutti a gridare allo scandalo ed ecco invece arrivare velocissimo lo scudo numero 31.
Ed eccoci presenti ai giorni nostri.
Abbiamo visto scappare nel secondo giorno di ritiro il grande condottiero Antonio Conte, l’uomo dei tre scudetti consecutivi, l’uomo che ha fatto risorgere la Vecchia Signora dalle fogne del dopo Calciopoli. Non si erano mai viste, a mia memoria, le dimissioni di un allenatore nei primi giorni di ritiro. Una realtà che fa male al cuore di tutti gli juventini. E tutti a gridare allo scandalo. Una realtà ampiamente analizzata da addetti ai lavori e non, e quindi eviterò di commentarla. Posso solo dire che la Società ha fatto bene a non trattenere una persona che non ne voleva più sapere da tempo, autore di un gesto finale quantomeno bizzarro (eufemismo), che lascerà una cicatrice indelebile nella sua storia di ammiraglio bianconero. E’ arrivato un tecnico di nome Massimiliano Allegri. Un tecnico né più bravo né meno bravi di altri. Comunque un tecnico che ha vinto uno scudetto, preparato ed ottimo comunicatore. Ha parlato male della Signora: è vero. Ma chi è che non l’ha fatto in tutti questi lunghi anni? Mi riferisco a quei tecnici, giocatori e dirigenti rigorosamente bastonati sul campo del sacrificio sportivo dalla nostra Juve.
E allora fiducia. Che forse potremo l’anno prossimo esultare per nuovi successi. In fin dei conti Allegri non è Oronzo Canà, stia tranquillo Buffon, e troverà una grande squadra, pronta per nuove imprese.
Ricordando, infine, che dopo le tragedie dell’Heysel, dopo la morte di Scirea, di Ricky ed Ale, di Fortunato, la vicenda di Pessotto, e dopo il 2006 a noi juventini non fa più paura proprio niente.
Ne abbiamo viste tante….