Classifiche alternative e sentimento popolare

La classifica alla moviola non è proprio un'idea originale. La facevano a inizio anni '90 Pistocchi e Mosca in quel capolavoro del trash che era l'Appello del Martedì. Erano gli anni del Milan di Capello che vinceva scudetti in serie, ma bisognava calcare la mano e disegnargli l'aureola di squadra che sta in Paradiso a dispetto dei santi (i motivi sarebbero stati chiari da lì a poco). E così, se i punti di vantaggio erano 8, per la moviola dovevano essere almeno 16. Inutile dire che i criteri di questo giochino demenziale erano del tutto soggettivi e aleatori: Pistocchi decideva su rigori, fuorigioco e quant'altro e si arrogava il diritto di stabilire quale sarebbe stato il risultato se l'arbitro avesse deciso come piaceva a lui.

Vent'anni dopo, questa trovata surreale la ripropone il sito del settimanale Panorama per mano del suo collaboratore Giovanni Capuano. Il quale deve avere proprio una passione morbosa per la moviola, dato che durante le partite imperversa su Twitter analizzando in tempo reale gli episodi dubbi. Potete immaginare quanti danni possa combinare questo strumento perverso in un Paese come il nostro che vive il calcio in maniera malata. Il Paese dei bar sport, dell'arbitro cornuto, dei complotti, della cultura sportiva cavernicola. Il Paese che si è inventato la farsa di Calciopoli, quello dove le partite non le decidono i giocatori o gli allenatori ma gli arbitri, dove se arrivi secondo è perché i primi hanno barato, se poi arrivi secondo dietro la Juve hai almeno mezza Italia con tutte le sue frustrazioni dalla tua parte.
Che giornalismo è quello che propina con tanta leggerezza simili sciocchezze? Isolare alcuni episodi e decidere arbitrariamente quale sarebbe stato il risultato finale se fossero stati valutati in modo diverso è un esercizio talmente inconsistente e ozioso che andrebbe lasciato al cazzeggio dei bar dello sport. Inoltre si instilla nel lettore poco accorto l'idea che gli arbitri sbaglino solo a favore di alcune squadre e contro altre, perché non vengono conteggiati quegli errori che non influiscono sul risultato finale in quanto la squadra che li subisce riesce ugualmente a portare a casa la vittoria. In un articolo precedente abbiamo raccontato come la Juventus abbia avuto numerose decisioni arbitrali sfavorevoli in partite che è riuscita a vincere ugualmente. Secondo il metodo Capuano i bianconeri dovrebbero avere 6 punti in meno: nell'Italia dell'antijuventinismo militante questo dato, che non ha alcun riscontro reale e logico, vale quanto una sentenza della Cassazione. È invece solo il risultato di una serie di valutazioni del tutto soggettive, arbitrarie e parziali e nulla racconta di tante situazioni che la grande forza della squadra di Conte ha saputo neutralizzare. Ça va sans dire che in cima a questa fantomatica classifica ci sarebbe la Roma, che magari ha avuto, nell'arco della stagione, meno decisioni arbitrali avverse, che si sono però rivelate più impattanti perché la squadra non ha avuto la capacità di riuscire a renderle inefficaci.

Ma il prode Capuano ha vouto andare oltre. Non bastasse aver messo nelle mani del piagnonismo italiota uno strumento così deleterio, ha voluto anche dar voce alle lagnanze romaniste di questi giorni, che casualmente traggono spunto anche dalla sua pseudoclassifica. L'intervista al direttore del Romanista Carmine Fotia si risolve in un "alza e schiaccia" pallavolistico come nemmeno ai gloriosi tempi di Tofoli e Gardini. Il Romanista, per chi non lo sapesse, è una pubblicazione dai toni simil Istituto Luce che quotidianamente racconta il calcio in salsa giallorossa. Nulla di male, è un quotidiano fatto da giornalisti tifosi per i tifosi. Non è qui il caso di confutare punto per punto i pianti greci di Fotia, proprio perché trattasi delle normali lagnanze tipiche di una delle tifoserie col più alto tasso di vittimismo e ossessione antijuventina. Quello che stupisce è che il sito di un settimanale prestigioso come Panorama dapprima proponga stravaganti classifiche alternative a quella reale, fornendo pessimi strumenti a chi non accetta per partito preso i verdetti del campo, e poi dia voce a chi straparla di "sistema che si piega per favorire la Juventus" brandendo come presunta prova la suddetta pseudoclassifica virtuale. Il tutto per cavalcare il diffuso (da sempre e a prescindere, in Italia) sentimento antijuventino che mai come in questi giorni post derby è ritornato in auge, secondo alcuni con toni e aggressività che ricordano il periodo immediatamente pre Calciopoli. C'è da chiedersi se in Corso Galileo Ferraris, così solerti nel reagire con condivisibile sdegno di fronte ai pessimi striscioni che offendevano la memoria delle vittime di Superga, riterranno prima o poi meritevoli di attenzione e reazione anche i continui e scientifici tentativi di delegittimare le vittorie della Juventus.

P.S. Notiamo che la classifica alla moviola, nata vent'anni fa sulle reti televisive del gruppo Fininvest e riportata in auge da un settimanale edito da Mondadori (gruppo Fininvest), viene ripresa oggi anche dalla testata sportiva di Mediaset (gruppo Fininvest). Le coincidenze, a volte, riescono ad essere proprio bizzarre.

Twitter: @EpyAle