Assemblea degli Azionisti 2012/2013 - Non è tutto oro quello che luccica

Partita diversa dalle altre allo Juventus Stadium nella giornata di venerdì. Nell’ampio salone della Tribuna Agnelli si è infatti tenuta per la prima volta l’Assemblea annuale degli Azionisti (piccoli e grandi) della Juventus Football Club. Hanno partecipato circa 170 azionisti e, per la prima volta, in qualità di ospiti, una folta rappresentanza di studenti di Economia del Politecnico di Torino, alcuni dei quali hanno resistito stoicamente fino al termine dei lavori assembleari.

Ho partecipato all’Assemblea a titolo personale, ma anche in nome e per conto di alcuni colleghi azionisti che hanno ritenuto opportuno delegarmi a rappresentarli sia nell’ambito della discussione che delle susseguenti votazioni.

Dopo l’apertura dei lavori a cura del Presidente Andrea Agnelli, che ha illustrato a grandi linee i fatti e i risultati della stagione 2012-2013 e il posizionamento della società, con particolare riguardo ai temi di politica sportiva, si è immediatamente passati alla discussione dei temi all’ordine del giorno e all’illustrazione e approvazione del Progetto di Bilancio 2012-2013 che, come ampiamente sottolineato dai media, ha registrato numeri notevoli, soprattutto in termini di fatturato, che ha raggiunto il nuovo record storico per il Club di Corso Galileo Ferraris.

Personalmente ho approfittato per intero del tempo messo a disposizione dal Presidente per ciascun punto all’ordine del giorno (5 minuti + 2 minuti per le repliche) e sinteticamente ho riportato le mie osservazioni su un bilancio che, nonostante tutto, non mi lascia particolarmente tranquillo.

Ho cominciato il mio intervento eccependo la questione delle deleghe e della possibilità di avere un tempo adeguato a rappresentare le ragioni dei deleganti. Non è una novità che l’interpretazione rigorosa, e tendenzialmente ai limiti della violazione del regolamento assembleare, sia stata già in passato al centro dell’attenzione di alcuni azionisti, che hanno giustamente chiesto spiegazioni al Collegio Sindacale, purtroppo senza risultati apprezzabili. Anche stavolta si è tornati sull’argomento, con un pungente intervento dell'azionista Dott. Piero Gola, e anche stavolta le risposte sono state evasive e sguscianti, in particolare quelle del Dott. Piccatti, Presidente del Collegio Sindacale.

In seconda battuta, mi è parso opportuno sottolineare la mia soddisfazione per tutto quello che è stato fatto negli ultimi anni, pur ribadendo fermamente che le Assemblee di solito dovrebbero essere luoghi dove non solo ci si crogiola di quello che è stato fatto bene, ma anche, e soprattutto, si dibatte su quello che si può fare meglio. In tale ottica ho suggerito ai presenti di valutare i miei rilievi non considerandoli pretestuosi ma esclusivamente in ottica costruttiva e propositiva.

BILANCIO – Sulla questione bilancio mi è parso importante sottolineare che un bilancio che registra ricavi record (oltre 283 mln) grazie a componenti di reddito straordinarie e non facilmente ripetibili, e tuttavia chiude in perdita (circa 16 mln), è a mio avviso un bilancio a cui guardare con grande preoccupazione. Chi ha seguito le mie analisi in passato ricorderà che avevo ipotizzato un risultato netto prossimo al pareggio. Non ci sono andato troppo lontano, ma di sicuro, con un po’ di attenzione soprattutto ai costi, si poteva fare un pochino meglio. Alla luce di questa struttura di costi e ricavi purtroppo i miei calcoli mi danno un tendenziale per la stagione 2013/2014, quella in corso, di circa -35 mln, che potrebbe anche peggiorare in mancanza del passaggio del primo turno di Champions League. Senza girare troppo intorno al problema, è evidente che, con un Patrimonio Netto di 48 mln, un eventuale passivo di queste dimensioni su giugno 2014 costringerebbe la società ad un nuovo aumento di capitale, oppure, in alternativa, a qualche cessione eccellente.

LA STRUTTURA DEI COSTI  E DEI RICAVI – Per rimediare a questa situazione le strade percorribili sono essenzialmente due. Una passa per l’incremento dei ricavi. L’altra passa dalla riduzione dei costi, che ho definito più volte nel corso dell’Assemblea come “spending review”. Sul fronte dell’incremento dei ricavi la notizia del nuovo sponsor tecnico Adidas e dei 190 milioni in sei anni è stata sicuramente gradita. Tuttavia l’accordo avrà i suoi effetti economici solo a partire dal 2015, per cui dovremo affrontare ancora due esercizi senza queste somme. Dove si può incidere invece immediatamente è sulla struttura dei costi che sono cresciuti enormemente in questi anni. In particolare dal 2008/2009, anno in cui partecipammo alla Champions, ad oggi, le spese per Servizi Esterni sono aumentate del 70%, lievitando da 27 mln a 45 mln.  La relazione di bilancio fornisce una tabella non troppo dettagliata delle spese sostenute, e si possono notare 2,9 mln di generiche “consulenze”, quasi 1 mln di compensi a consulenti sportivi,  4 mln per gli emolumenti agli amministratori e infine tutta una serie di voci che in alcuni casi appaiono addirittura ridondanti. Senza contare le spese di rappresentanza (2,1 mln) ed altre voci di cui non si riesce a capire la natura e che sono comprese negli Altri Oneri. In definitiva appare un bilancio appesantito da una politica di costi a mio parere un po’ allegrotta e quindi rivedibile, se non altro per una mera questione congiunturale.

IL SETTORE GIOVANILE – In ogni caso anche un'aggressiva “spending review” sui costi dei servizi esterni e di rappresentanza, che personalmente ritengo possa fruttare tra i 5 e i 10 mln, non sarà sufficiente a colmare il passivo che, attualmente, sembra profilarsi. Una buona soluzione in passato fu quella di cedere qualche giocatore del settore giovanile, facendo cassa. Purtroppo però, nonostante i pesanti investimenti fatti (circa 10 mln annui), al momento la gestione Marotta-Paratici non è stata in grado di fornire alla prima squadra alcun elemento valido, al punto che per compilare le liste Champions, che prevedono (per passare da 21 a 25 giocatori) l'inserimento di 4 giocatori cresciuti nel vivaio, siamo stati costretti a fermarci a 24, avendone in rosa solo 3 e pur avendo tenuto De Ceglie. Interpellato sull’argomento Marotta ha definito nel 5% la percentuale di giocatori che dalle giovanili arriva in prima squadra. Io banalmente gli ho fatto notare che, con riferimento alla sua gestione, non abbiamo al momento nemmeno quel 5%. Si spera ovviamente che la situazione possa migliorare.

COSTO DEL PERSONALE – Anche il costo del personale  (giocatori, tecnici e dipendenti amministrativi) è a mio avviso leggermente alto, pur considerando che la vittoriosa stagione ha comportato il pagamento di alcuni bonus. Ed è alto in considerazione anche dell’età media della squadra (28,6 anni) e della valutazione commerciale dei cartellini dei giocatori, che secondo alcuni siti specializzati potrebbe essere riconducibile a circa 350 mln di Euro complessivi. Giusto per fare un paragone, tralasciando le spagnole che sono a distanza siderale, prenderei ad esempio il Bayern Monaco, che pure lo scorso anno ha vinto scudetto e Champions League. Si può notare un'età media della rosa inferiore ai 26 anni e una valutazione teorica complessiva della rosa di circa 480 mln. Ebbene, se facciamo il confronto sulla stagione 2011/2012, notiamo che il Bayern ha un costo complessivo del personale di 165 mln e 43 mln di ammortamenti cartellini. Nella stessa stagione la Juventus ha speso per il personale 150 mln e per ammortamenti di cartellini 52 mln. Costi complessivi sostanzialmente uguali per due squadre che sul campo, nella doppia sfida di Champions League, hanno però evidenziato un notevole gap tecnico e di mentalità. Sulla stagione 2012/2013 non dispongo ancora dei dati del Bayern, ma la situazione non credo sia cambiata radicalmente, atteso che il totale per la Juventus è ancora aumentato, salendo a 164 mln per il costo del personale e restando intorno ai 52 mln per gli ammortamenti dei cartellini.  

PROGETTO CONTINASSA – In merito al progetto Continassa, ho apertamente elogiato il management per averlo concepito e preparato. Le mie perplessità si sono concentrate piuttosto sulla dimensione degli investimenti richiesti e sulla fonte degli stessi, timoroso che l’impegno quadriennale per la realizzazione della struttura abbia potuto distrarre importanti risorse economiche dalla gestione della Prima Squadra; anche in considerazione del livello complessivo di indebitamento che, seppure non esorbitante, è sensibilmente aumentato per effetto dell’utilizzo degli affidamenti conseguenti al completamento dello Stadio e al Calciomercato. Un aumento di utilizzo che ha fatto ovviamente lievitare gli oneri finanziari, cresciuti fino a circa 10 mln. Ho quindi auspicato l’individuazione di potenziali partners economici e questa circostanza mi è stata confermata dall’Amministratore Delegato Mazzia, il quale ha parlato di possibili partners all’orizzonte. Speriamo che presto ce ne diano notizia.

PICCOLI AZIONISTI – In qualità di portatore di deleghe, e accodandomi con vigore a quanto timidamente espresso da alcuni piccoli azionisti intervenuti, ho manifestato al Presidente il rammarico per la mancanza di iniziative dedicate ai piccoli azionisti, interpellati di solito solo quando si deve mettere mano al portafogli. Tralasciando la questione del misero e scadente buffet (unica cosa evidentemente sottoposta a spending review), che davvero contrastava con la magnifica location presso cui eravamo ospitati, è stato fatto presente che i piccoli azionisti meriterebbero qualcosa di più dalla società che di fatto oggi, dal punto di vista commerciale, non li riconosce affatto. A questo tema in passato mi sono ampiamente dedicato, presentando anche al Presidente alcuni appunti, riassunti nell'articolo "La Juventus e i piccoli azionisti: un'occasione da non perdere". Sull’argomento l’Amministratore Delegato Mazzia ha confermato che stanno lavorando, e che probabilmente si potrà fare qualcosa, sempre con molta attenzione a non violare quanto previsto dal Testo Unico per la Finanza in materia di società quotate e di parità di diritti tra gli azionisti.

L’Assemblea si è chiusa come sempre in un clima cordiale e celebrativo. Peccato che i lavori siano stati più volte disturbati dalle intemperanze e dalla maleducazione di alcuni azionisti che partecipano ed intervengono in maniera scomposta e ineducata al solo scopo di delegittimare anche tutti gli altri. Atteggiamenti la cui prevenzione e punizione non sono previste dal Regolamento Assembleare. Forse sarebbe il caso di introdurre norme severe in proposito, che possano prevedere anche l’allontanamento dei soggetti in questione.