Derby d'Italia? Derby di che?

Premessa: per noi sono, e devono essere, tutte partite da 3 punti, da affrontare (e, se possibile, vincere) con la stessa cattiveria e concentrazione. Che sia la prima o l'ultima di campionato, che sia l'Inter o il Livorno. Per gli altri contro di noi è sempre, e così dev'essere, la partita della vita. Quindi, di derby (per gli altri) ne giochiamo 38 in ogni campionato. A caratterizzare le sfide con l'Inter è semmai lo scongelamento mediatico di personaggi quali Simoni, Pagliuca, Ronaldo e altri, chiamati a fornire la loro interessantissima (e interessatissima) opinione sugli episodi di Juve-Inter del campionato 97/98. Un po' come accade per la bufala de er go' de Turone, riesumata in prossimità di ogni Juve-Roma.

Nello specifico, ho sempre pensato che la definizione di "derby d'Italia" dovesse essere riferita alla sfida che vede in campo le due squadre più forti, o più vincenti, o più rappresentative. Pare invece che il derby d'Italia si disputi sabato pomeriggio, e che sia Inter-Juve. Perché?
Provo a fare un po' di conti. Avendo 56 anni, ho assistito (o quasi) alla conclusione di 56 campionati di serie A. Per la verità, sono 55: quello di 6 anni fa si è disputato in assenza del più forte (nonché campione d'Italia in carica), ma vabbé, contiamolo lo stesso.
Oltre mezzo secolo: 56 campionati. Con 22 scudetti vinti dalla Juventus, 12 dal Milan, 10 dall'Inter. Ad altre 9 squadre, le briciole. In base agli scudetti vinti, il derby d'Italia sarebbe dunque Juventus-Milan. A lottare per conquistare lo scudetto sono state: 31 volte la Juventus, 22 il Milan, 20 l'Inter, 8 la Roma. Poi, altre 11 squadre. Anche in base alla lotta per lo scudetto, la nostra prima rivale non è l'Inter.

E quindi, che c'entra l'Inter? Loro dicono: "Se non fosse stato per quella banda di truffatori…" Vediamo cosa ne pensano i numeri: magari, per determinare quale debba essere il derby d'Italia, conta chi fosse l’avversario diretto per la vittoria finale. Avversario diretto, probabilmente danneggiato dai truffatori di cui sopra...
Come detto prima, la Juventus ha lottato per lo scudetto 31 volte negli ultimi 56 anni (anzi 55, dato che una volta non c'era), vincendo in 22 occasioni e perdendo 9 volte. Le nostre avversarie sono state: 7 volte il Milan, 6 volte ciascuna l'Inter e la Roma. Poi, in un numero inferiore di occasioni, altre 6 squadre. Quindi, anche in funzione dei confronti diretti, Juventus-Inter non è il derby d'Italia.

Ma allora, perché mai l'Inter dovrebbe essere considerata l'avversaria principale della Juve? Qual è l'attività nella quale loro primeggiano rispetto alle altre nostre avversarie? Solo una, lo dicono i numeri: le sconfitte.
L'Inter ha avuto la peggio nella lotta per lo scudetto 10 volte (10 vittorie su 20). Il Milan ha perso anch'esso 10 volte (ma ha 12 vittorie su 22). Noi abbiamo perso in 9 delle occasioni in cui abbiamo lottato per lo scudetto (22 vittorie su 31). Delle 10 sconfitte dell'Inter, 4 sono giunte per causa nostra, 2 del Milan, una ciascuna di altre 4 squadre. Ecco, finalmente: in base alle sconfitte nella lotta per lo scudetto, l'Inter è la prima.

In sostanza, stando ai numeri, la Juve è la più vincente, mentre l'Inter è la più perdente. L'Italia che vince (per 22 volte, contro 9 sconfitte), contro l'Italia che perde (10 volte, contro 10 vittorie).
In teoria, quella di sabato sera sarà una partita importante, sì, ma come tante altre… una partita normale, da tre punti, da giocare (e magari vincere) contro uno dei nostri principali avversari. Una partita dove però l'antica rivalità sportiva è stata esasperata dai fatti di Calciopoli. E da due decisioni della Figc.

La prima. Il 26 luglio 2006, il Commissario straordinario Guido Rossi, senza alcun atto ufficiale, assegna a mezzo comunicato stampa lo scudetto del campionato 2005/06 (strappato alla Juve, pur non essendo mai stato messo neppure sotto inchiesta) alla società della quale, oltre che tifoso, era stato consigliere d’amministrazione. Il tutto, senza che sia necessario (l'Uefa ha chiesto solo i nomi delle partecipanti alla Champions League), e senza che sussistano per l'Inter i requisiti di eticità espressamente richiesti dai famosi "tre saggi".

La seconda. Il 18 luglio 2011, il Consiglio Federale della Figc di Abete si dichiara incompetente ad annullare la decisione di Guido Rossi di 5 anni prima, nonostante nel frattempo siano emerse a carico dei nerazzurri, oltre alle numerose magagne già note all'epoca, alcune violazioni dell'art.6 (quello che prevede anche la retrocessione) del Codice di giustizia sportiva. Violazioni certificate dal Procuratore federale Palazzi, che salva comunque l’Inter e i suoi dirigenti grazie alla sopravvenuta prescrizione.

Quindi, da una parte i vincenti, ingiustamente puniti. Dall'altra i perdenti, ingiustamente premiati, e salvati solo grazie alla prescrizione e all'incompetenza. 
Eccolo, questo è il derby d’Italia!