Sentenze definitive, ma nessun Tribunale le ha emesse

MediaVi proponiamo due servizi televisivi molto differenti tra loro ma accomunati dallo stesso humus sotterraneo ovvero la formulazione di giudizi insindacabili basati su fatti mai avvenuti o avvenuti in maniera difforme da quella dichiarata.

Il primo è tratto dal TG di La7 del 15 Maggio 2013 (dal min. 20:03)
Trovo sostanzialmente condivisibile lo spirito del servizio andato in onda il 15 maggio scorso sulla testata giornalistica diretta da Enrico Mentana. La vicenda del calcioscommesse è partita in pompa magna ormai due anni fa con promesse di "pulizia" tanto altisonanti quanto disattese. Arrivato al momento in cui si disquisisce della posizione di Antonio Conte, però, torno a rivivere le sensazioni provate l'estate scorsa quando il nome dell'allenatore bianconero venne ingiustamente accostato a quelli dei vari Signori, Masiello, Carobbio; tutta gente che viene accusata di aver venduto le partite e se stessi in nome di un profitto illecito e spregevole. L'autore del servizio è abbastanza preciso (tenendo conto della media di categoria) nel descrivere quanto accaduto al procedimento sportivo riguardo alla posizione di Conte, ma ci sono alcuni passaggi, buttati dentro con nonchalance, che meritano una menzione:

"...Accuse di illecito sportivo per i club coinvolti nelle due partite incriminate, Salernitana-Bari e Bari Treviso... Da definire anche la posizione di Antonio Conte".
Di quelle di Fabio Brini e Giuseppe Pillon non ce ne frega una beata fava, vero?

"...peraltro accolto al suo ritorno in panchina, dopo 5 mesi, come un eroe..."
Tralasciamo il fatto che dovremmo metterci d'accordo tutti e una volta per tutte, in questo benedetto Paese, sul significato della parola "eroe", anche solo nella sua accezione sportiva; l'autore del servizio, Umberto Nigri, omette (artatamente?) di specificare le assurdità che hanno visto Conte, come il mai citato Angelo Alessio, entrare in tutta questa storia. Dalla baldanzosa e tentennante memoria del Carobbio alle secche smentite di tutti gli altri protagonisti; dalle ingiustificate richieste del Procuratore Federale Palazzi alle dichiarazioni fuori luogo e fuorilegge del giudice Sandulli. Ma, soprattutto, manca una notizia importante nel servizio del Tg di La7: Antonio Conte è stato condannato senza prove, sulla base di niente, partendo dal presupposto (molto supposto) che, dato il carattere accentratore, non poteva non sapere cosa stessero combinando i suoi calciatori alle sue spalle.
Si tratta di cattivo giornalismo, che lancia giudizi senza portare prove o partendo da non-notizie ormai date per scontate oppure "create" apposta per orientare l'opinione pubblica. E' il solito servizio dove il fango è ancora più pericoloso perché strisciante, mischiato ad altre affermazioni che sembrerebbero a favore ma che, poste in quella posizione ottengono, l'effetto opposto. Anche il riferimento al Tnas, degradato persino dal presidente del CONI a "scontificio istituzionale" e sede di una "strisciante e silenziosa amnistia", parte da un presupposto quantomeno dubbio. Perché puntare il dito sull'ultimo grado di giudizio e non risalire più a monte, al castello accusatorio di Palazzi che non era in grado di resistere nemmeno ad un refolo di brezza mattutina?
Caro Nigri, Antonio Conte non è stato accolto da eroe. Molto più prosaicamente, è stato accolto come una persona innocente punita da un ingiusto processo.
Mi pare un po' diverso.

Ecco un altro esempio dello stesso tenore: TG1 ore 13.30 del 20 maggio 2013 (dal min. 22:00)
Da notare:
1. Il replay sull'episodio del rigore assegnato al Milan è mostrato da un'inquadratura oscena, mentre più avanti nel servizio, quando il giornalista La Sorsa cita effettivamente l'episodio, sullo schermo compare un altro frangente della partita, un diverso fallo su Balotelli. Non è la prima volta (eufemismo) che accade. Ho come l'impressione che, oltre a certe frange di giornalismo di parte, occorra fare attenzione anche agli addetti al montaggio dei servizi e dei replay televisivi. Potrei sembrare, in questo modo, uno stupido complottista che vede intrighi e macchinazioni ovunque. Non sarebbe così se la categoria non avesse dato prova di servilismo, in passato, in quantità tale da tenermi di continuo sul chi vive in merito a queste ed altre faccende.
2. Parlando di una nuova possibile "sudditanza psicologica", il giornalista dice: "...e questa volta ad usufruirne sarebbe il Milan..." Capito? "Questa volta" sarebbe il Milan a usufruire della sudditanza psicologica. Prima, mai... Prima erano altri a sfruttare questo potere. "Non mi risulta che il Milan possegga delle televisioni" disse Auricchio in un Tribunale della Repubblica Italiana. Sotto giuramento.
Così si costruisce il sentimento popolare, così si portano all'oblio intercettazioni come quella dell'insonnia o come quella del "vediamoci nel mio ristorante il giorno di chiusura ma entra dal retro", questa è la disparità di trattamento di cui parla sempre Agnelli, passando per un "signorino viziato" (cit.)

Twitter: @GiuSette7