Corrida & Veleni

Il giorno dopo i noti fatti di Catania-Juventus il Presidente Agnelli denunciava il linciaggio che avevano dovuto subire i dirigenti della Juventus presenti in tribuna allo stadio Massimino, già prima dell’episodio contestato della rete annullata a Bergessio.

LE PAROLE DI AGNELLI — A Catania c’è stato ieri “un atteggiamento, un comportamento prima, dopo e durante la partita di assoluta tensione attorno alla Juventus”. A denunciarlo è il presidente dei bianconeri, Andrea Agnelli, che racconta quale trattamento sia stato riservato ai suoi collaboratori. “Ci sono stati insulti in tribuna che hanno costretto i nostri dirigenti a lasciare gli spalti, e in conferenza stampa si è visto quale assedio è stato riservato ad Alessio, cose sgradevoli che non fanno bene al calcio”.


Fonte: Gazzetta dello Sport


GallianiNessuna reazione scandalizzata da parte di nessun Presidente di Lega (che all’epoca era quello di adesso, solo che non aveva ancora Galliani come vice). Nessun editoriale di nessun direttore di nessun prestigioso giornale rosa che stigmatizzasse l’accaduto, che chiedesse “terapie forti” e “misure severe nei confronti di qualche ultrà in giacca di cachemire”. Lo scandalo era solo quello arbitrale, gli imputati erano Gervasoni, Rizzoli e la panchina della Juve, tappeti rossi per le eleganti invettive del futuro consigliere federale Pulvirenti.

Cinque mesi dopo, la stessa sorte di Marotta è toccata al vicepresidente del Milan e della Lega Calcio, allo stadio Franchi, in seguito alla cervellotica espulsione di Tomovic comminata dall’arbitro Tagliavento. Reazioni? Affidiamoci sempre alla bibbia rosa e al suo direttore pronto a trasferirsi nei prestigiosi uffici di Crescenzago:

 


Visto che ci siamo, confrontiamo anche le due prime pagine. Oggi la corrida in tribuna, ieri i veleni in campo:

Lo sdegno però non è solo del Direttore Monti, ma anche delle istituzioni calcistiche. Ancora dalla Gazzetta dello Sport:

BERETTA: SANZIONARE I COLPEVOLI — La scena non è piaciuta affatto nemmeno a Mario Beretta, che ora chiede che chi ha scatenato la gazzarra venga punito duramente. Per il presidente della Lega di Serie A, la contestazione che ieri ha costretto l’ad del Milan Adriano Galliani(oggetto di insulti e lancio di monetine) ad abbandonare la tribuna autorità dello stadio di Firenze, è “un brutto episodio, che stona in maniera molto sguaiata e grave dentro un campionato che ha visto un drastico calo di episodi violenti all’interno degli stadi”. Per Beretta, però, l’aggressione a Galliani, non deve essere archiviata come una sgradevole parentesi, anzi: “I responsabili vanno isolati e sanzionati in maniera esemplare senza nessuna attenuante”. Il presidente della Lega di A ha comunque “apprezzato il clima di grande solidarietà tra le dirigenze delle società per isolare qualunque episodio di questo genere”.

 

LA SOLIDARIETA’ DI ABETE — Il presidente della Figc Abete: “È stata una giornata di campionato difficile, con errori arbitrali importanti, ma dobbiamo contrastare un clima che si crea specialmente nel periodo cruciale di ogni campionato. Bisogna avere la capacità di mantenere equilibrio, in questo senso massima solidarietà a Galliani per quanto accaduto ieri a Firenze, non è accettabile che ci siano queste situazioni”.

 

Di fronte a questa unanime levata di scudi, il pugno duro invocato non è tardato ad arrivare (precisiamo: giustamente).

 

Quattro tifosi della Fiorentina sono stati colpiti dal divieto di accedere alle manifestazioni sportive, dopo le contestazione nei confronti dell’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, avvenuta domenica scorsa nella tribuna autorità dello stadio Franchi di Firenze, in occasione di Fiorentina-Milan. Due dei quattro tifosi sono stati anche denunciati. Per due dei supporters viola la misura del Daspo è stabilita in 3 anni, mentre per gli altri due il divieto di accesso allo stadio varrà per un anno.

 

Ora ovviamente i protagonisti diranno che erano da condannare anche gli insulti a Marotta, che lungi da loro fare distinzioni e bla bla bla. Sta di fatto che allora nessuno alzò un sopracciglio, nessuno invocò sanzioni per gli “ultrà in giacca di cachemire” del Massimino, nessuno espresse pubblica solidarietà a Marotta e alla Juventus. Tutti molto più impegnati a consolare il povero Pulvirenti e urlare al solito scandalo arbitrale pro Juve. Un po’come per la storia dello scudetto di cartone, che oggi vede tutti convinti del fatto che mai e poi mai andasse assegnato all’Inter mentre nel 2006 ci fosse stato un cane che non abbia scodinzolato dinanzi alle rivendicazioni di Moratti.
Morale della favola: così come per un arbitro sbagliare pro Juve o pro resto d’Italia ha conseguenze molto diverse, allo stesso modo per chi frequenta le tribune cosiddette d’onore insultare il vicepresidente del Milan e della Lega non si può, pena gogna pubblica e immediato daspo, mentre insultare la Juventus e i suoi dirigenti è evidentemente considerato sfogo legittimo e quindi privo di conseguenze.


Twitter: @EpyAle