Preziosi fuori dai maroni. Ora!

PreziosiIl 31 gennaio scorso, il presidente federale Giancarlo Abete ha richiesto alla Corte di Giustizia Federale in sede consultiva di chiarire quali fossero i requisiti per poter svolgere il ruolo di Consigliere di Lega A. Senza girarci attorno, la posizione da chiarire era quella di Enrico Preziosi, già più volte condannato dalla giustizia sportiva e per questo, almeno eticamente, poco adatto (non c’era proprio nessun altro?), soprattutto viste le tensioni scatenate avendo forzato la mano ed affidato tali cariche di rappresentanza e di governo solamente ad una “corrente” (Beretta), escludendo completamente “l’opposizione” (pro Abodi).

Etica a parte, comunque, ci sarebbero pure le regole, dice la Corte. E sono anche, per una volta, addirittura chiare (la Corte “ritiene che le norme richiamate nella stessa richiesta di parere siano sufficientemente chiare ed esaurienti nella loro portata applicativa”): “possono essere eletti o nominati alle cariche previste dal presente Statuto e dalle norme da questo richiamate i cittadini italiani che non siano stati colpiti negli ultimi dieci anni, salva riabilitazione, da provvedimenti disciplinari sportivi definitivi per inibizione o squalifica complessivamente superiore ad un anno...”

Non è, come saprete, il caso di Preziosi. Si dimetta o, in alternativa, qualcuno lo sollevi dall’incarico. Ora.

Oh, poi se volessimo farci bastare - e per me dovremmo - anche solamente i sani principi etici di cui sopra (sì, l’etica, quella cosa che “non si prescrive” eccetera eccetera), ci sarebbe da interrogarsi anche su Cellino, in carcere, e Lotito (consigliere Federale) che, consapevole del brutto affare denunciatogli dallo stesso Cellino, ha taciuto non dando prova di quella etica sportiva che forse un ruolo così importante richiederebbe. Ma non riusciamo a far rispettare le regole scritte, figuriamoci queste.

Deriva totale.