La vera posta in gioco

ConteNell’agosto del 2006 aprii uno dei miei primi topics sul forum J1897. Il titolo era “La vera posta in gioco”: vi si discuteva delle strategie processuali da tenere e delle possibili pene che la Juve rischiava di subire. Io non ho mai avuto dubbi. Meglio difendere la storia e l’onore della società con tutti i mezzi possibili, rischiando anche pene molto dure, piuttosto che scendere a patti con i carnefici e legittimare il processo farsa.
Qualcuno lesse le mie parole e mi invitò a diventare un membro del team Ju29ro. Cobolli, Gigli, Blanc, ma soprattutto Elkann e Montezemolo, la pensavano diversamente e abbiamo visto come è andata a finire. Sei anni dopo il mio punto di vista è sempre lo stesso, frequento molto meno il vecchio forum, ma ho il privilegio di poter esprimere la mia opinione su queste pagine.
La posta in gioco, ora come allora, è la difesa della storia e dell’onore della Juventus, difesa che passa per la delegittimazione degli organi di giustizia sportiva e della FIGC. Avevo accolto con un certo disappunto la strategia processuale della Juventus, che con il patteggiamento di Conte sembrava badare più alle esigenze immediate, di natura prettamente sportiva, che ai roboanti propositi di sterilizzazione degli organi federali annunciati solo un anno fa dall’avvocato Briamonte.
La maggior parte dei nemici dichiarati della Juventus mostrava infatti di gradire assai il patteggiamento, con un Ruggiero Palombo addirittura scatenato sostenitore della soluzione politica: all’indomani del fallimento del sofferto accordo tra la Juventus e la FIGC, continuava disperatamente a suggerire una soluzione condivisa che evitasse il conflitto tra Andrea Agnelli e i vertici federali, arrivando a suggerire un patteggiamento onnincomprensivo che includesse il caso Bonucci.
Le parole di Palombo assomigliano molto a quelle che si leggevano alla vigilia dello sciagurato ritiro del ricorso al TAR nel 2006, quando si chiedeva alla Juventus di sacrificarsi per il bene del calcio italiano (leggasi per salvare la Federazione). Ora come allora, infatti, se a Torino i falchi prevalessero sulle colombe, e scegliessero la resa dei conti con la FIGC da combattere con tutte le armi a disposizione, per i vertici federali (e per chi ne ha difeso e esaltato l’operato dal 2006) il futuro sarebbe nero.
I tifosi bianconeri avrebbero invece la conferma che la Juventus è veramente decisa a recuperare il maltolto del 2006 e a non tollerare ulteriori disparità di trattamento, sul tipo di quelle che appaiono evidenti anche in questi giorni. Il comunicato di Andrea Agnelli successivo al fallito patteggiamento sul caso di Antonio Conte, Bonucci schierato capitano a Ginevra e l’annuncio di Massimo Carrera in panchina (a dispetto di chi vorrebbe Prandelli) fanno ben sperare che a Torino abbiano capito una volta per tutte qual è la vera posta in gioco e abbiano deciso di voler andare fino in fondo.
Va a finire che invece di perdere l’allenatore per un anno ricuciamo la terza stella sulla maglia.