ORRORI DI STAMPA: Come prima, più di prima, ti odierò

orrori di stampaLa Juve è tornata. In un paese normale questa affermazione sarebbe motivata dal fin qui gagliardo campionato che la truppa di Conte sta portando avanti, ma per noi il vero motivo sta nell'atteggiamento della stampa sportiva. Si è tornati ai tempi in cui su un episodio sfavorevole ai bianconeri si sorvolava con molta nonchalance, mentre sui (pochi) episodi a favore si ci imperniavano intere trasmissioni. Aggiungete a tutto ciò un pizzico del solito fango anti-Triade e il sentimento popolare di gazzettiana memoria è servito. In questa puntata ci occuperemo delle assurde dichiarazioni di Rosario Pastore e di alcuni estratti dal libro "Fuorigioco" del "ritrattista" Gianfrancesco Turano.


"Rinvii? Comanda la Juventus", Rosario Pastore a Radio Marte-01/02/2012 - Per smentire certe bestialità servirebbero solo le parole di Conte dopo il rinvio della partita col Parma. Ma ciò che davvero interessa delle parole dell'ex gazzettaro Pastore è di natura "social-antropologica". Sembrerebbe un "Bignami" di luoghi comuni antijuventini: "la Juve comanda", "nel caso della Juventus tutto tace, come se gli errori che favoriscono i bianconeri passassero del tutto inosservati" e come ciliegina: "gli andrebbero tolti almeno 5 o 6 scudetti". Il fantomatico potere juventino. Infatti è grazie a questa influenza che si è giocato a Napoli visto che c'era il sole, che sono stati accolti i ricorsi in sede sportiva della società o che è stata spostata la partita di Parma alle 15, come voleva Conte (che lo ha dichiarato pubblicamente). Potere che poi diventa mediatico: per questo i media all'unisono hanno gridato allo scandalo davanti ai mancati rigori di Marchisio a San Siro o di Vucinic a Lecce e hanno minimizzato davanti al doppio "mani" in area juventina nella partita contro il Cagliari. La rinnovata volontà di farsi rispettare della società bianconera come sempre ha stuzzicato i pruriti antijuventini di giornalisti tifosi che prendono in considerazione quello che vogliono e come vogliono. Siano rigori, fuorigioco o intercettazioni. Ma di che colore è il cuore di Pastore? Forse può aiutare a svelare l'arcano quest'estratto contenuto in un libro dello stesso Pastore sulla trattativa Maradona, da lui vissuta attimo per attimo. E non si scopre solo che Pastore è tifoso azzurro. Si comprende anche quanto lo stesso possa fare la morale agli altri: "Intanto, però, Ferlaino deve completare il suo capolavoro. Le 20, ora di chiusura delle frontiere, sono passate da un pezzo. Il presidente non si perde d’animo. Con il contratto in mano, torna a Milano e, grazie alla complicità di qualcuno (non sapremo mai chi è questo benefattore) entra nottetempo negli uffici della Lega, si impadronisce della busta consegnata nel pomeriggio (all’interno c’è solo un foglio completamente bianco) e deposita il documento vero". Apprendiamo quindi che Ferlaino aveva lasciato un foglio bianco al posto della documentazione relativa all'acquisto dell'argentino e che, dopo aver concluso la trattativa col Barcellona a tempo scaduto, era riuscito a sostituire nottetempo, grazie a qualcuno che gli aveva aperto la sede della Lega (un qualcuno addirittura definito da Pastore "benefattore") il foglio bianco con la documentazione valida. E ci permettiamo pure di togliere scudetti agli altri? Premesso che i "raid" notturni nei palazzi del calcio non ci giungono nuovi la domanda per Pastore nasce spontanea: visto che Lei giudica "normale" intrufolarsi di notte, potrebbe aiutarci a scoprire chi ha rubato quella chiavetta?

Estratto dal libro "Fuorigioco" di Gianfrancesco Turano - In questo testo Gianfrancesco Turano presenta alcuni ritratti dei presidenti di A allo scopo di analizzare così il potere del calcio italiano. Tra i presidenti ovviamente c'è anche Andrea Agnelli. Scommettiamo che c'è qualche "frecciatina" nel suo ritratto? "...la Juventus è finita per la prima volta in serie B per illecito sportivo a causa delle operazioni dietro le quinte di Giraudo, amministratore delegato e azionista del club con il 3,6 per cento, e di Luciano Moggi, direttore generale". Spiegare quali fossero queste "operazioni", no?! Oppure specificare che quello non era un illecito sportivo classico ma introdotto ad hoc? Ma continuiamo: "Nel maggio del 2010 si è insediato Andrea, amatissimo dai tifosi perché Agnelli di fatto e di nome, ma soprattutto per il suo legame esibito con l'epoca in cui i bianconeri vincevano in campo e i dirigenti distribuivano agli arbitri schede sim svizzere e slovene per evitare che i colloqui più imbarazzanti fossero intercettati". Non chiedo di accennare ai molti dubbi creati dalla teoria delle sim svizzere durante il dibattimento a Napoli, per carità, ma non si poteva almeno aggiungere che dallo stesso dibattimento è risultato che quelle schede svizzere potevano essere tranquillamente intercettate? E' fantascienza poi poter solo pensare un accenno allo spionaggio Telecom ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti. "Agnelli ha poi aggiunto, riecheggiando un collega in rossonero, che la colpa di Calciopoli è dei giornali, perché 'rivelare intercettazioni coperte da segreto è un reato'. Insomma, se i giornali non avessero denunciato che la procura federale stava dormendo sulle suddette intercettazioni, la procura avrebbe continuato a dormire, come hanno diritto di fare tutti gli enti stanchi, e l'Inter non si sarebbe impadronita di campionati altrui". Quindi per Turano si può sacrificare il segreto istruttorio nel caso in cui una procura federale lasci nel cassetto intercettazioni per mesi. Si dimentica però di dire che quelle intercettazioni, su cui la procura federale "dormiva", erano quelle della Procura di Torino archiviate da Maddalena. Insomma, anche quando avrebbero condanne che vanno a giustificare le loro tesi, dimostrano di conoscere poco gli argomenti che trattano. La migliore risposta che si può dare è quella di Andrea Agnelli nell'ultima intervista a "Studio Sport". A proposito, è doveroso un plauso al figliolo di Umberto per le parole piene d'orgoglio gobbo sui fatti del 2006 e sull'operato di Luciano Moggi. E' ormai chiaro che la visione delle cose in casa Juve è quella e non si ci sposta nemmeno davanti ad una condanna in primo grado e che, dopo quattro anni di buio, il presidente della Juventus è degno della sua carica. Checché ne dicano i "sentimentalisti" o certi tifosi juventini. Per quanto riguarda Turano, avrei un consiglio: la prossima volta che deve fare un ritratto usi il pennello, non la penna.