Vittimisti o vittime?

dopingMentre andavo a rileggermi tutti gli articoli precedenti relativi agli "strani" decessi del calcio, è arrivata un'altra tragica notizia. Giovedì 8 dicembre scorso è deceduto Giorgio Mariani, l'ennesima scomparsa di un giocatore che ha vestito la maglia viola negli anni '70, un evento che getta ulteriori ombre su un periodo ben definito e su una squadra in particolare: la Fiorentina.

Forse oggi potrebbe sembrare inutile rivangare le storie del passato associate non solo alla Fiorentina ma anche ad altre squadre, senza avere una certificazione medico/temporale o una rilevante certezza che possa emergere da diagnosi e analisi mediche in grado di fare definitivamente luce o spiegare se qualcosa di anomalo sia stato effettivamente somministrato ai calciatori in quegli anni. Rimane però il dubbio che, se fatali errori sono stati commessi in passato, oggi, con l'attuale livello di prevenzione e controllo a disposizione della medicina moderna, si possa fare molto, molto di più, per evitare di ritrovarsi fra qualche anno in una situazione analoga.
Dicevo, è forse quindi inutile rivangare il passato per chi oggi non c'è più ma, se guardiamo ad oggi e soprattutto al futuro, diventa un obbligo fare qualcosa di più di quanto non sia già stato fatto o di quanto in effetti si stia già facendo. Può aiutare quindi rivivere una lista drammaticamente lunga di calciatori scomparsi, e non solo ex Fiorentina, e di chi sta ancora oggi combattendo contro malattie terminali?
Lo spettro della SLA, ad oggi, ha colpito parecchi giocatori: Adriano Lombardi, Giuliano Taccola, Gianluca Signorini, già deceduti, oltre a Giancarlo Galdiolo - anche se la sua sembra essere una malattia addirittura, se possibile, più grave della SLA, come la demenza fronto-temporale - e Stefano Borgonovo, che ad oggi combatte con "la stronza" come la chiama lui. Le ulteriori gravi malattie che hanno colpito altri giocatori dal passato viola (leucemia linfoblastica acuta per Bruno Beatrice, infarto per Nello Saltutti, insufficienza renale per Massimo Mattolini, e altre morti in maniera almeno sospetta e troppo premature come quelle di Giuseppe Longoni, Ugo Ferrante, Mario Sforzi, per non parlare dei problemi di salute accusati da Giancarlo Antognoni, 'Picchio' De Sisti, Mimmo Caso e Amarildo) hanno convinto Guariniello, proprio negli anni in cui Zeman "denunciava" solo la farmacia bianconera, ad iniziare un'indagine che oramai va avanti da anni e che si è trasformata in indagine epidemiologica, cioè che tende a capire e scoprire piuttosto che a punire.

Di certo i dati emersi in questi 13 anni sembrano smentire tutti coloro i quali sostengono che il calcio e le pratiche adottate nel calcio negli ultimi 40 anni non abbiano nulla a che vedere con la SLA o con altre malattie analoghe o correlate, ma di certezze assolute non si può parlare e questo, a mio modesto parere, dovrebbe spingere ad insistere nella ricerca e a procedere all'esecuzione di controlli più severi, specialmente nel mondo del calcio. Dalle analisi effettuate infatti risulta comunque evidente come l'incidenza della SLA o di malattie analoghe o considerate gravi nel mondo del pallone sia anomala (7/8 ex-calciatori ogni 100.000 contro una sola persona ogni 100.000 al di fuori del rettangolo verde).
Ma cosa c'entra la Juventus allora?
Si potrebbe pensare di far la figura dei vittimisti nel continuare a citare il processo cui fu sottoposta la Juventus nel 1998 sull'EPO e sull'abuso di farmaci leciti, certo si potrebbe, però di fatto è avvenuto. Non solo è avvenuto, continua, tuttora, o meglio, vorrebbero continuare ad usarlo come una clava per bastonare quella Juventus e i suoi successi italiani ed europei. In realtà, più che una clava assomiglia al matterello di plastica associato al vestito di Arlecchino usato dai bambini a Carnevale, quel matterello che si riempiva di carta bagnata per farlo "sentire" di più. Però, se non si è giornalisti di professione, quei giornalisti che oggi, più che fare inchieste ed informare senza indugi, si limitano a stilare ed inoltrare domande concordate per risposte altrettanto spontanee, la domanda sorge inevitabilmente: qual è la differenza tra l'inchiesta doping (con relativo processo) alla Juventus del 1998 ed invece quanto successo, e lasciato accadere, sino ad oggi nel resto del mondo del calcio italiano?

Insomma, nel 1998 Zeman si preoccupava dei probabili metodi in uso alla Juventus, metodi, a suo dire, borderline, associati all'utilizzo di EPO (Eritropoietina) e di farmaci leciti prescritti ben oltre il necessario dal dott. Agricola per potenziare i muscoli dei giocatori bianconeri. La prova provata? Fino a dato contrario, era l'aumento della massa muscolare di Alessandro Del Piero (tuttora in attività) e di Gianluca Vialli (accasatosi a Sky), su suggerimento dell'allenatore boemo. Nulla di più. Zeman oggi viene ancora indicato come colui che ha scoperchiato il "pentolone" mentre invece, se qualcosa ha scoperchiato, si tratta esclusivamente di un "pentolino", perché solo sulla Juventus si è indagato ed il resto della batteria è ancora riposto nella dispensa. Per fare contenti coloro che hanno giustificato, e continuano a farlo, otto anni di processo alla Juventus, potrei aggiungere il glaucoma all'occhio (in effetti ad entrambi gli occhi) dell'olandese Davids, o il video su Cannavaro che assumeva Neoton nel 1999 prima della finale di coppa Uefa tra Parma e Olympique Marsiglia, ma proposto in TV il 28 aprile 2005, solo quando Cannavaro militava nella Juventus, con un tempismo inquietante, dando così modo di sbizzarrirsi su altrettanti pretesti per addebitare alla sola Juventus lo scandalo "doping".
Ora però non mi interessa rivangare la sentenza di quel processo. ma valutarne gli effetti ed il valore del precedente creato a tutela della salute dei calciatori di oggi. Sì, perché, se qualcosa dobbiamo imparare, allora facciamolo veramente ed analizziamo le "farmacie" di tutte le squadre di vertice e non, per valutare se la salute dei calciatori sia salvaguardata. Perché si sta parlando della salute dei calciatori se non mi sbaglio, o si sta parlando di altro?
Dall'inchiesta di Guariniello è emerso che, oltre alla Fiorentina, altre sei società sono risultate fortemente colpite: Sampdoria, Cesena, Bologna, Genoa, Como e Inter, sin dai tempi di Herrera e, in maniera reiterata, negli anni a seguire. In effetti, prendendo in esame proprio l'Inter, un'altra "big" del campionato italiano, partiamo dalle famose pillole del mago e dal libro mai smentito di Ferruccio Mazzola, passando dalle pomate di Kallon fino alle dichiarazioni, anche queste mai smentite, di Gregoris Georgatos su strane fiale e pillole che loschi figuri provvedevano a consegnare, all'insaputa della società, a qualche calciatore nerazzurro. Seguendo questi dati e questi accadimenti, tra l'altro limitandomi ai soli nerazzurri, diventa evidente la continuità dell'ombra del doping o dell'utilizzo di farmaci (leciti? Illeciti?) nel mondo del calcio e la persistennte omertà, o almeno l'immobilità, delle istituzioni calcistiche, se escludiamo il processo alla sola Juventus, per debellare eventuali pratiche dopanti o per rimuovere i dubbi, questi sì leciti, di chi vede succedere quanto sta succedendo anche oggi nel calcio italiano.

Con tutto il rispetto possibile per il Milan e per i giocatori di assoluto valore che vi militano, gli ultimi casi clinici, che sicuramente non saranno legati al doping ma che offrono spunti su cui riflettere, sono quelli più recenti di Gattuso e di Cassano. Entrambi rossoneri, Gattuso da sempre, Cassano da pochissimo. Quello che viene logicamente da pensare è più che normale: non essendo medici, viene da chiedersi se può essere normale che un giocatore pluricontrollato, in più di una società calcistica di primo livello come Roma, Real Madrid, Sampdoria e Milan, oltre ovviamente alla Nazionale, possa seriamente rischiare la salute per un problema congenito al cuore MAI rilevato, nemmeno sotto sforzo, in tutti questi anni? Sembra di sì, o almeno questo è quanto dichiarato da Attilio Parisi, docente di medicina dello Sport all’Università degli Studi di Roma Foro Italico. Non è bastato comunque il caso di Gattuso che, già nel 2005/2006, si rifiutò, insieme a Pancaro (ma lo fece anche Seedorf), di sottoporsi agli esami incrociati sangue/urine, come da suo diritto, in quanto non obbligatori sia allora come ancora oggi. E' normale che in qualsiasi altro sport, in Italia, i controlli incrociati sangue/urina siano un must, mentre nel calcio sono facoltativi?
Oggi Gattuso e Cassano sono convalescenti per due patologie non semplici: Gattuso soffre della paralisi del sesto nervo cranico che provoca strabismo e, oltre a seguire una cura preparatoria, sarà costretto ad operarsi per tornare a vedere normalmente ed è giustamente più preoccupato di ristabilirsi per vivere una vita normale prima ancora di tornare a giocare a calcio. Cassano, invece, ha sofferto di un'ischemia o meglio, come "spiega" il bollettino medico, "una sofferenza cerebrale su base ischemica dovuta a un forame ovale pervio cardiaco interatriale". Anche il giocatore barese è tornato a camminare a Milanello con la speranza di poter tornare a giocare a livelli agonistici, però nel frattempo il Milan blocca Maxi Lopez nell'attesa di poter ottenere in prestito Carlitos Tevez.
Beh, a me viene naturale oggi chiedermi: dov'è Zeman? Visto che qualcuno gli ha ridato la possibilità di tornare ad allenare nella serie cadetta e visto che Moggi, insieme a Giraudo e Agricola, è stato finalmente allontanato dal calcio, il doping o l'abuso dei farmaci leciti è completamente risolto? Sparito? Dov'è Guariniello? E' troppo preso nell'inchiesta epidemiologica sulla SLA per indagare finalmente a 360 gradi nel calcio italiano? Dobbiamo vedere qualcun altro morire? Oppure dobbiamo aspettare nuovamente che la Juventus torni a vincere, in virtù del fatto che corre più degli altri grazie alla grinta ed alla mentalità inculcata ai calciatori da Antonio Conte, perché si vada ad indagare sui muscoli di Marchisio o sui polmoni di Pepe?

Voglio vedere quanto tempo ancora toccherà aspettare una seria politica di prevenzione e di controllo in tutta la serie A e nelle serie minori, invece di appoggiarsi a dichiarazioni singolari per far partire processi mirati ed acuire le diatribe tra tifosi, e per quanto tempo invece si riuscirà ancora a far passare gli juventini da vittimisti ed il resto degli italiani da vittime.