Aumento di capitale Juve: una piccola ma significativa vittoria di ju29ro.com

assembleaSiamo stati i primi a sollevare il problema. Ne abbiamo scritto e poi riscritto. Abbiamo cercato in tutti i modi di tutelare i piccoli azionisti da quello che stava accadendo. L'unico che ci ha dato una mano, e che ringraziamo, è stato Guido Vaciago che su Tuttosport ha seguito con grande professionalità la vicenda. Alla fine si è mossa la Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, l'organo di controllo del mercato, che ha preso carta e penna e ha inviato alla Juventus una lettera in cui da un lato chiedeva spiegazioni e dall'altro "suggeriva" di trovare una strada alternativa alla proposta che il Consiglio di Amministrazione della società aveva avanzato per la copertura dell'ingente perdita dell'esercizio 2010-2011 (oltre 95 mln di Euro). Una proposta che sanciva l'applicazione estremamente rigorosa nel bilancio di alcuni principi contabili ma che a nostro parere determinava una pericolosa asimmetria informativa per i piccoli azionisti e implicitamente una grave violazione del Codice Etico in vigore. D'altronde sono diversi anni che, soprattutto in ambito comunitario, si sta ponendo grande attenzione agli interessi delle minoranze, soprattutto sui temi che riguardano il risparmio e i mercati.

La società è quindi stata costretta a convocare d'urgenza il Consiglio di Amministrazione per una riunione straordinaria che si è protratta fino alla tarda serata di venerdì. Nel corso del Cda Straordinario sono stati recepiti i suggerimenti della Consob. Verrà quindi proposto all'Assemblea di provvedere alla copertura delle perdite e alla ricostituzione del capitale sociale senza annullare le azioni attualmente in circolazione, e quindi tutelando tutti i piccoli azionisti che, per rimanere nella compagine sociale, avrebbero dovuto sottoscrivere obbligatoriamente l'aumento e soprattutto sacrificare il valore delle vecchie azioni possedute, in quanto annullate contestualmente.

Così non sarà. I piccoli azionisti potranno decidere di aderire all'aumento oppure di non farlo. Se non aderiranno rimarranno comunque azionisti, seppur subendo una forte diluizione rispetto al nuovo capitale circolante. Ma continueranno a possedere il loro pezzetto di Juventus. E la società, a questo punto, ha una possibilità su cento di rimanere quotata in Borsa. Per capire di quanto i piccoli azionisti saranno diluiti bisognerà aspettare le decisioni in merito all'ammontare del sovrapprezzo dell'aumento di capitale. Ma è molto probabile che l'effetto della diluizione non intaccherà le possibilità di delisting del titolo, soprattutto se molti non aderiranno all'aumento.

A questo punto, considerando le prospettive di sviluppo, il patrimonio immobiliare e gli sforzi che la società e il Presidente stanno facendo per tornare competitivi, è molto probabile che la scelta più giusta, per chi potrà permetterselo, sarà quella di sottoscrivere l'aumento di capitale e, per chi ha giustamente venduto le azioni nelle ultime settimane, forse potrebbe essere il momento di ricomprarsele, proprio per partecipare all'aumento. Tra l'altro dovrebbe riuscire a farlo anche a prezzi discretamente più bassi, quindi guadagnandoci.

Quello che lascia di stucco in tutta questa vicenda è senz'altro l'uso creativo del diritto e, se vogliamo dirla tutta, appare anche molto strano che la Consob autorizzi una operazione del genere, che andrà a creare un pericoloso precedente per il mercato e per il diritto societario. Certamente si consente ai piccoli azionisti di rimanere tali, ma si violenta il "diritto", proprio quel diritto per la quale la Juventus si sta battendo leoninamente in altre sedi e per altre questioni.

Ad oggi soluzioni per uscire da questo pasticcio di fatto non ve ne erano. L'articolo 2447 parla chiaro. E' stata quindi messa una pezza che è peggio del buco. Unico aspetto positivo è che la decisione presa servirà a tutelare l'immagine della Juventus e soprattutto del suo Presidente nei confronti dei 40.000 piccoli azionisti. E' proprio su questo punto che avevamo insistito quando abbiamo cercato di convincere la società a tornare sui suoi passi, nelle settimane scorse. Dopo le umiliazioni di questi cinque anni, essere additati anche come dei Madoff qualunque sarebbe stato troppo. Certo, negli studi legali di mezzo mondo c'è qualcuno che riderà alle nostre spalle, ma almeno i tifosi azionisti forse potranno continuare, con orgoglio, a possedere un pezzettino della propria squadra. Sempre che, dopo l'aumento di capitale, e la conseguente diluizione tra i non aderenti, Exor non arrivi a detenere più del 95% delle azioni circolanti. In quel caso nulla potrebbe difendere i piccoli azionisti dall'applicazione dell'art. 111 del TUF e dall'esproprio coatto dei titoli dietro corrispettivo in denaro. Anche per questo, sottoscrivere l'aumento di capitale significa incrementare, e di molto, le possibilità che ciò non avvenga.





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