Bisoni, metà Covisoc e metà Unicredit

Covisoc bilanciNell'estate 2006 molte voci autorevoli si erano levate per gridare allo scandalo perchè i controllati avevano nominato i controllori, o per possibili conflitti di interessi. Le promesse di allora, provenienti dalle figure più autorevoli delle Istituzioni governative, del Coni e del calcio parlavano di "ripristinare la legalità, ridare credibilità, adottare maggiore trasparenza".
Promesse amplificate dai megafoni di quella stampa, quasi tutta, che voleva dimostrare come tutto fosse sporco e solo per colpa di una persona e di una società. Oggi la stessa stampa, sempre quasi tutta, dimentica di riportarci il quadro esatto della situazione attuale, di verificare se davvero tutto è cambiato in meglio e se le promesse sono state onorate.
Vediamo di farlo noi.
Iniziamo dai conflitti e dai "controllati che non possono nominare i controllori": oggi abbiamo Gussoni che, come presidente AIA dovrebbe essere controllato dalla FIGC dove, però, riveste i panni di controllore in quanto Consigliere Federale FIGC.
Poi c'è il caso-Bisoni portato alla luce da Marco Liguori, uno dei pochi giornalisti che trattato argomenti scomodi, con un suo articolo per LiberoMercato, dorso economico del giornale di Feltri.
Il professor Cesare Bisoni, presidente della Covisoc, è al vertice dei controllori federali dal 2003 ed ha trattato i casi scottanti dei fallimenti del Torino, del Perugia, del Napoli e delle iscrizioni travagliate di Messina e Reggina (2005). Il professore, inoltre, è al vertice della commissione federale che rilascia le licenze Uefa. Bisoni è stato confermato nell’incarico nell’ottobre 2007 quando doveva essere ben noto, dall'aprile 2006, che rivestiva importanti incarichi anche in Unicredit Private Banking, una banca ben presente nel calcio. Unicredit è anche la banca che detiene il 49% delle azioni di Italpetroli, controllante della Roma, e sta per incorporare Romafides, fiduciaria ex Capitalia, nota nel mondo del calcio. Tuttosport del 17 aprile scriveva di "imbarazzo in FIGC". Abete cosa dice di questo incarico di Bisoni? «L’Ufficio giuridico - la risposta giunta da via Allegri - si sta occupando del caso Bisoni, di certo il recente statuto non prevede casi di incompatibilità assoluta. Ma si sta approfondendo da ieri mattina la tematica per capirne di più sui singoli casi citati. Gli approfondimenti, comunque, sono in corso».
Ci saremmo stupiti se il "recente statuto" avesse impedito questo genere di conflitti. Non ci stupisce il contrario, perchè alla sbandierata volontà di trasparenza abbiamo creduto poco. La volontà era colpire pochi uomini e la Juve. Ad una fase iniziale nella quale si è data una parvenza di cambiamento, utile per far suonare le trombe di certa stampa, è seguito, puntuale, il ritorno dei "dinosauri", già trattato in altro articolo.
Il generale Pappa è tornato e si occupa della quinta sezione della nuova Corte di giustizia ed è stata riproposta tutta la vecchia Corte federale che partorì la sentenza sandulliana del 25 luglio 2006. Mario Serio, il giudice che confessò "Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d'onda" è stato promosso a presiedere la quarta sezione della Corte di Giustizia, Carraro (graziato dalla CAF) è ancora alto dirigente UEFA. La Nuova FIGC del "ora il calcio è diverso" ha recuperato persino Claudio Marchitiello, il giudice che durante il processo al Genoa fu accusato di aver scambiato con ul collega i famosi bigliettini “guarda il viso di Preziosi, un fesso”. Che cambiamento stupefacente!
Tornando a Bisoni riportiamo l'articolo di Marco Liguori che potete leggere e commentare anche sul suo blog:

I doppi incarichi degli sceriffi del calcio italiano

Cesare Bisoni, numero uno Covisoc, è anche vicepresidente di Unicredit Private Banking

Qual è il legame che unisce l’Unicredit alla Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche? In apparenza nessuno: invece un nesso c’è e riguarda il presidente della Covisoc, Cesare Bisoni, riconfermato nell’ottobre 2007 dal consiglio federale Figc dopo la sua prima nomina risalente al 20 novembre 2003. Egli è anche presidente della Commissione di primo grado delle licenze Uefa: sono un requisito obbligatorio per le squadre di serie A, oltre ai piazzamenti in campionato determinati dai regolamenti vigenti, per la partecipazione alla Champions League e alla Coppa Uefa. Stando alle visure della Camera di Commercio, egli è il vicepresidente e membro del comitato esecutivo di Unicredit Private Banking dal 20 aprile 2006 fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2008: quest’ultima, secondo il bilancio 2007 del gruppo bancario guidato da Alessandro Profumo, possiede interamente la Cordusio Fiduciaria. Nelle sue stanze ovattate sono custoditi alcuni misteri dell’italica pedata, come l’azionista di riferimento (al 98%) della Reggina Service, proprietaria del marchio della Reggina Calcio. Quest’ultima possiede anche 2,6 milioni di obbligazioni Unicredit, acquistate nel 2006. Cordusio Fiduciaria detiene il 33,3% della Bs Servizi, una delle due società in cima alla catena di controllo del Frosinone. Inoltre, nella relazione sulla gestione sul bilancio di Unicredit si legge che «entro la fine del primo semestre 2008» nella fiduciaria milanese sarà fusa per incorporazione Romafides. Nella fiduciaria romana è schermato il possessore del 90% della Filmauro, che controlla a sua volta integralmente il Napoli. La visura camerale di Unicredit Private Banking spiega che il consiglio di amministrazione «può delegare al comitato esecutivo poteri propri e attribuzioni ed in particolare ogni potere in materia di concessione di crediti, con facoltà di ulteriore subdelega».
In qualità di presidente della Covisoc, oltre a esercitare secondo l’art.36 dello Statuto Figc «funzioni di controllo sull’equilibrio economico finanziario e sul rispetto dei principi della corretta gestione delle società di calcio professionistiche», Bisoni ha l’obbligo di denunciare eventuali illeciti sportivi. Il dovere è imposto dall’articolo 7 del Codice di giustizia sportiva. Stando alla norma, egli dovrebbe riferire alla Procura federale Figc su comportamenti scorretti di tesserati, anche se soltanto tentati. Ad esempio dovrebbe farlo se dietro il velo, perfettamente lecito per la legge ordinaria, della Cordusio Fiduciaria si nascondesse l’ipotetico trasgressore dell’articolo 16 delle Norme organizzative interne federali, in cui si stabilisce che «non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale». Questa la sanzione prevista per le società nel Codice di giustizia sportiva per la violazione di questa disposizione: almeno due punti di penalizzazione e l’ammenda da 10mila a 50mila euro.
Le visure della Camera di Commercio riportano l’esistenza di intrecci bancari anche per tre membri della Covisoc e della Commissione I grado licenze Uefa. Marco Cardia, figlio del presidente Consob, è anche consigliere di amministrazione della Cassa di Risparmio della provincia di Viterbo che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo: è anche socio al 98% e procuratore della società immobiliare Emmeci Consult. Bruno Rossignoli è presidente della Intesa Sec Npl, società di cartolarizzazione crediti posseduta al 60% da Intesa Sanpaolo e al 40% dall’olandese Stichting Viridis. Domenico De Leo è sindaco di Unicredit Banca: inoltre ricopre anche l’incarico di consigliere della Lbo Italia Investimenti, società finanziaria controllata al 100% da Europe Capital Partners V. Quest’ultima, secondo il Journal Officiel del Lussemburgo, è posseduta dalla Europe Capital Partners V Lp con sede ad Hamilton, capitale delle Bermuda.