Moviola sulla Gazzetta per la risposta ad Agnelli

GazzettaSono stati tanti, e non poteva essere altrimenti, i commenti all'intervento del presidente Agnelli all'Assemblea degli Azionisti che, per i motivi che sappiamo e che abbiamo sottolineato sul nostro giornale, segnano un punto di svolta nella storia ancora da scrivere di Calciopoli. In redazione abbiamo deciso di passare alla moviola, in particolare, il commento della Gazzetta per tanti motivi e segnatamente per quello più importante: in uno dei suoi primi editoriali il nuovo direttore (Andrea Monti) aveva sostenuto che Calciopoli, come giustizia sportiva, è definitivamente chiusa già da un pezzo indipendentemente da quello che succederà a Napoli, che è l'esatto contrario di quello che ha detto invece Agnelli. La curiosità, quindi, era di vedere come ne sarebbe venuta fuori la Gazzetta.
L'articolo è a firma Luigi Garlando; si vede che l'argomento era tanto ostico e agnostico, per dirla alla Sacchi, che non se la sono sentita di metterci la faccia né il direttore, né il vicario e neppure i tre vice-direttori (e tra questi il mitico Palombo). Ce l'ha messa il bravo redattore. Per dire cosa? Suggeriamo ai lettori di leggere attentamente l'articolo, a pag. 9 della Gazzetta dello Sport del 28.10.10, di passarlo, per così dire, alla moviola come abbiamo fatto noi, rilevando tre aspetti importanti.

1) Intanto la Gazzetta chiama in causa pesantemente John Elkann, ricordando che aveva scaricato Giraudo, Moggi e Bettega fin da subito, dalla partita al Delle Alpi con il Palermo il 7 maggio 2006; e successivamente, al rientro della Juve in A, nell'estate 2007, aveva riaffermato che c'erano stati dei comportamenti inaccettabili, e quindi puniti.
Peccato, osserviamo, che la Gazzetta non ha mai chiesto a John Elkann cosa sapesse lui della Juve, se aveva vissuto direttamente la vita societaria oppure se gliel'avevano raccontata o magari s'era fatto un'idea leggendo proprio la Gazzetta. Può sembrare paradossale, ma lo è ancora di più un altro possibile scorcio di ragionamento indotto da quanto scrive il bravo redattore. Noi juventini veri ci siamo sempre chiesti il perché dell'accanimento della Gazzetta contro Moggi nell'estate 2006: visto cosa scrive adesso il piccolo giornale di Milano, il lettore potrebbe anche convincersi che quell'accanimento voleva essere un "favore" che la Gazzetta faceva proprio a John Elkann (visti i suoi convincimenti sugli amministratori dell'epoca) che in fondo era ed è uno dei proprietari del giornale.

2) Il secondo fermo-immagine riguarda la chiamata in causa di Montezemolo, visto che Garlando in chiusura d'articolo ritiene di ricordare (evidentemente d'accordo col direttore) che quando Montezemolo s'è congratulato con Andrea Agnelli per la sua nomina a Presidente s'è detto certo che "il tuo impegno sarà tutto verso il futuro della Juve". Anche qui il richiamo della Gazzetta sembra strano, paradossale, forse da decifrare come se fosse un messaggio in codice. Cosa avrà voluto dire la Gazzetta?
Ci limitiamo a ricordare che Montezemolo non solo s'è meritato la riconoscenza di Blatter per aver convinto John Elkann a non far ricorso al Tar nell'estate 2006, ma in quell'estate era consigliere del gruppo RCS e oggi siede nel Consiglio di Amministrazione della RCS Quotidiani (insieme con Tronchetti Provera), cioè dell'editrice di Gazzetta e Corsera (John Elkann è invece consigliere della RCS Media Group che è la holding di controllo).
Riflettendo su tutti questi dati, più che certezze derivano interrogativi: la Gazzetta vuole dire che dà più peso a quello che dice Montezemolo rispetto alle parole di Agnelli? Che semmai del suo operato risponde al proprio CdA e non alla proprietà cui fa capo? Che Montezemolo, a dispetto di quanto si legge sui giornali circa la sua non lontana uscita dalla Ferrari (dopo quella dalla Fiat), ha più "potere" di quanto non ne abbia il presidente della Juve?

3) L'immagine comunque più eclatante della performance di Garlando è quando scrive che il processo di Napoli non potrà smentire i comportamenti inaccettabili di cui parlava John Elkann. E qui, comunque rigiriamo le sue parole, il bravo redattore della Gazzetta sembra proprio incartarsi di brutto: si fa scudo di uno dei proprietari della RCS, dell'erede del gruppo Fiat, nell'estate 2006 ancora sotto tutela dei collaboratori storici dell'avvocato Agnelli (come Gabetti e Grande Stevens), per mettere in bocca ad altri parole dette invece dalla Direzione del suo giornale e cioè che Calciopoli come procedimento sportivo è finito con Guido Rossi, chi s'è visto s'è visto, e che bisogna guardare avanti. Non a caso l'articolo di Garlando ha titolo "Ma è meglio preparare il futuro", più o meno le stesse parole dell'augurio di Montezemolo ad Andrea Agnelli.
S'incarta di brutto perché su più di un giornale comincia a far capolino la spiegazione dell'art. 39 del Codice di Giustizia Sportiva sulla revocazione delle sentenze sportive passate in giudicato, più di un professionista sugli stessi giornali ha cominciato a spiegare che le sentenze finali del processo di Napoli potrebbero obbligare a rivedere l'intero processo sportivo, qualcuno avanza l'ipotesi che la richiesta di revocazione possa reggersi già sulla scoperta delle nuove intercettazioni; insomma potrebbe aver ragione Andrea Agnelli, con quello che ha detto all'Assemblea societaria, e non la Gazzetta, che si fa scudo di Elkann e Montezemolo per nascondere le "vergogne" del suo comportamento, non solo nell'estate del 2006 ma su tutto quello che Calciopoli ha riservato dopo.

A sintesi delle sequenze più importanti della nostra moviola, cosa dire del comportamento della Gazzetta? Come ne esce il piccolo giornale milanese dalla polemica contro Andrea Agnelli fatta di messaggi cifrati, riferimenti allusivi e articoli del Codice nascosti con le foglie di fico di Elkann e Montezemolo?

Contrariamente ai moviolisti alla Pistocchi noi indicazioni conclusive non ne diamo; i punti di domanda sono tanti e i lettori si daranno da soli la risposta, questa in fondo è la linea portante della nostra contro-informazione. Una cosa appare chiara: troppi punti oscuri sull'estate 2006 e tante cose da scoprire da qui in avanti, tante cose che potrebbero mettere in difficoltà anche i più bravi redattori della Gazzetta.