Sorteggio regolare. E la Gazzetta tace

sorteggioI titoli dei giornali sono potentissime armi di convincimento di massa. I giornalisti ed i direttori dei giornali sanno molto bene che una gran parte di lettori resta influenzata dai titoli, al di là dei contenuti dell'articolo. Ancora più potente è l'effetto dei titoli delle prime pagine, perché chi si ferma davanti ad un'edicola per acquistare un giornale finisce per notare anche il titolone dei giornali che non acquista, e nella sua mente resta, come informazione, un titolo forte. Alla Gazzetta queste cose le sanno bene. Anche chi non ha acquistato la Gazzetta del 7 novembre 2009, ma si è solo fermato davanti ad un'edicola, non poteva non notare in prima pagina, proprio sotto il logo, il titolo "Ecco come truccavamo i sorteggi degli arbitri", e di spalla un editoriale di Palombo dal titolo "Pallina al centro".
In quante teste si è impressa l'informazione che il sorteggio arbitrale fosse truccato? In tantissime. Così come molti avranno pensato che quella frase precisa, racchiusa tra virgolette, sia stata detta da Manfredi Martino nell'udienza del processo Calciopoli del giorno prima. Non è vero, e chi scrive si è stancato di vincere scommesse "pizza e birra" con chi pende dai titoli rosa, e poi non ritrova quella frase ascoltando su RadioRadicale la deposizione di Manfredi Martino. Intanto il messaggio della Gazzetta è passato e alimenta il sentimento popolare.
Eppure, usando una frase cara ai colpevolisti, "C'è già una sentenza". Quando tutti hanno scritto questa autentica bufala del sorteggio truccato non hanno tenuto conto che la Corte d’Appello del Tribunale di Roma nel 2007, e non il tribunale del Bar dello Sport, ha emesso una sentenza nella quale afferma che sostenere che il sorteggio fosse truccato “offende la reputazione e l’onorabilità” di Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto. Alla Corte d'Appello si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto. Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali. I designatori si sentirono diffamati da due articoli apparsi sul settimanale Rigore e sul quotidiano La Stampa, nei quali Teotino sollevava dubbi sulla designazione dell’arbitro Borriello per Roma-Juve, sostenendo che il sorteggio arbitrale non era regolare. Due sentenze hanno smentito Teotino dando ragione, in primo grado, e poi anche in appello, a Bergamo e Pairetto. Il sorteggio arbitrale non era truccato, la doppia sentenza la conosce Teotino come dovrebbero conoscerla i suoi colleghi ma, tranne La Nazione del 29 settembre 2007, e i siti e blog sul web, non ne ha parlato nessun giornale. Neppure la Gazzetta, neppure un titolino in una pagina interna. Però sul colpo di tosse di Bergamo, durante un solo sorteggio, ha costruito il titolone citato prima.
Il primo giugno a Napoli, nel corso dell'udienza, ha deposto il notaio Ioli, che certificava il sorteggio arbitrale, ma i lettori della Gazzetta del giorno dopo non sanno nulla di quanto ha dichiarato il notaio, mai interrogato da Auricchio ed i suoi "magnifici" collaboratori. Apprendiamo dai nostri lettori che neppure all'interno del quotidiano piccolo e rosa v'è ombra della notizia e, solo dopo una laboriosa ricerca, sul sito online è possibile trovare un resoconto di Valerio Piccioni di 12 righe e mezza sull'udienza, dove si liquida la deposizione del notaio in quattro righe e senza evidenziare la notizia nel titolo.
Cosa ha detto il notaio Ioli? Ecco una sintesi: "I verbali da me redatti sono agli atti, quando la pallina, e sarà capitato qualche volta nelle centinaia di estrazioni si apriva, provvedevo a farla richiudere: non era possibile leggere il foglietto all’interno perché ripiegato in quattro: il nome di arbitro, o partita, non si poteva leggere. Io non ho mai avuto sospetti di irregolarità di quelle estrazioni che io certificavo: non avevo bisogno di refertare sulla qualità delle palline, ero nel controllo della situazione. Mai avuto il sentore di anomalie nella procedura".
Un giornale dovrebbe informare i suoi lettori sulla verità dei fatti, e riportare tanto le dichiarazioni di Manfredi Martino quanto quelle del notaio. Un giornale equilibrato deve concedere alle due deposizioni pari dignità e spazio, e se ha fatto un titolo in prima pagina sulla deposizione di Martino Manfredi dovrebbe fare lo stesso per quella del notaio Ioli (questa la prima pagina della Gazzetta del 2 giugno). La Gazzetta non lo ha fatto e con la sua strategia dei titoli ha prodotto una mezza informazione, per nulla equilibrata: chi ha visto i titoli in edicola, e nelle rassegne stampa del 7 novembre, è ancora convinto che il sorteggio era truccato. Eppure di spazio in prima pagina ce n'era (poteva e doveva essere così).
Inoltre, Gazzetta, ma anche Repubblica o il Corriere dello Sport (che hanno snobbato l'ultima udienza), già dal 2006 potevano fare una telefonata ad un loro collega, Angelo Pesciaroli, che all'epoca partecipava ai sorteggi e curava una rubrica, ironia della sorte proprio sul Corriere dello Sport, nella quale indovinava spesso le griglie arbitrali. Insieme al notaio Ioli ha deposto anche Pesciaroli, che ha dichiarato: "Ho preso parte a quasi tutti i sorteggi avvenuti all’Aia e qualcuno avvenuto a Firenze: speravo, una volta almeno, di portare a casa lo scoop di un sorteggio truccato. E invece niente: non ce n’erano motivi, la presenza del notaio lì vicino mi tranquillizzava. Non ho mai avuto sospetti, se avessi vi­sto qualcosa di irregolare l’a­vrei scritta sul Corriere dello Sport. Le griglie? Era statisti­ca, qualche volta ci azzeccavo, altre no. Come mi attivavo per capire se c’erano trucchi? Guardavo tutto con attenzio­ne, ero lì. E pur avendo fatto anche l’estrazione di anomalie, non ho registrato al tatto alcu­na anomalia nelle palline. Quando si aprivano, venivano richiuse e rimescolate".
Il titolo "Il sorteggio non era truccato" tantissimi lettori non lo leggeranno mai, eppure è la verità emersa già nel 2007 dopo due sentenze e nell'ultima udienza a Napoli. Come non hanno ascoltato o letto dell'intercettazione in cui Bertini parla a Bergamo della visita pre-partita di Facchetti nello spogliatoio, che l'arbitro definisce "imbarazzante". Intercettazione segnalata a tutti i grandi mezzi di informazione e ripresa solo da Tuttosport, Beccantini e Libero. Chi fornisce ai lettori solo una parte dell'informazione nuoce gravemente alla verità.



Deposizione del notaio Ioli sui sorteggi arbitrali
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Deposizione di Pesciaroli
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