L’eticità della ragionevolezza

Moratti"Signori Azionisti,
la stagione sportiva 2005/2006 è stata caratterizzata, come a Voi ben noto, da due accadimenti straordinari ed imprevedibili che hanno contrassegnato la storia della nostra Società: da un lato la scomparsa improvvisa e luttuosa del Presidente Giacinto Facchetti e dall’altro l’intervento dirompente della giustizia ordinaria e della giustizia sportiva nel mondo del calcio.
I procedimenti avviati dalla magistratura sono ancora in fase istruttoria e non sono ancora esauriti i vari gradi della giustizia sportiva. Tuttavia effetti impensati si sono già prodotti: molte squadre del campionato di serie A ed alcune di B sono state penalizzate con irrogazione di sanzioni varie (penalizzazioni di classifica, multe, inibizione di dirigenti).
La F.I.G.C., sentito il parere consultivo di una apposita Commissione e ritenendo non sussistere motivi di ragionevolezza e di etica sportiva che impedissero l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia per il Campionato 2005-2006 alla squadra prima classificata all’esito dei giudizi disciplinari, ha assegnato alla nostra Società, prima classificata nel Campionato Italiano di serie A 2005-2006, il 14° scudetto...."

Così esordiva la Relazione sulla Gestione relativa al bilancio chiuso al 30 giugno 2006 di F.C. Internazionale Milano S.p.A. a firma del Consiglio di Amministrazione.
Come si evince, in tale relazione venne riportata la notizia della morte del compianto Giacinto Facchetti e dell’assegnazione dello scudetto 2005-2006, definendo lo stesso "etico" e "ragionevole".
Quello che impressiona maggiormente è il mettere sullo stesso piano due eventi, di natura e portata diversa, aggettivandoli allo stesso modo. Tali eventi, dal punto di vista della "cultura umanistica", che mette al centro l’uomo, hanno valenze e rilevanze enormemente differenti: infatti, per chi ha un minimo di cultura e sensibilità umanistica, la vita di un uomo vale molto di più di qualsiasi cosa, a maggior ragione di uno scudetto di "cartone", anche se "etico".
Lo "scudetto etico" è definito evento "straordinario" ed "imprevedibile", al pari della morte di una persona. Per chi ha letto qualche libro, può essere facile, sentire il riecheggiare, nel pronunciare "scudetto etico", dello "stato etico"; una semplice assonanza?
Dati gli accadimenti recenti, che riteniamo, altrettanto "straordinari" ed "imprevedibili", sorgono spontanee alcune riflessioni, in punto di domanda: tale assegnazione fu ragionevole? Ma soprattutto fu etica?
I "padri" del "parere consultivo", citato nella relazione del Consiglio di Amministrazione di F.C. Internazionale Milano Spa, non hanno rinnegato la "paternità" dello stesso, ma hanno evidenziato la loro contrarietà all’assegnazione del titolo. Forse che ci sia stata una cattiva interpretazione del loro parere?
Una mente sgombra da pregiudizi si dovrebbe chiedere se, nel caso in cui quanto reso noto recentemente fosse stato pubblicato all’epoca della decisione riguardante l’assegnazione del titolo 2005-2006, la figura astratta della "F.I.G.C." avrebbe ritenuto ugualmente "non sussistere motivi di ragionevolezza e di etica sportiva che impedissero l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia".
Purtroppo le stesse nubi dei pregiudizi offuscano la mente di chi preannunciò lo scandalo, di chi lo pilotò e di chi ne beneficiò.