Giornalisti à la carte

giornaliE' diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. [...] Il rapporto di fiducia tra gli organi d'informazione e i cittadini è la base del lavoro di ogni giornalista. Per promuovere e rendere più saldo tale rapporto i giornalisti italiani sottoscrivono la seguente Carta dei doveri. [...] Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile. (estratto dalla Carta dei Doveri del Giornalista)


Giudice: Facciamo l'appello... Carotenuto Angelo, Ferrajolo Luigi, Galdi Maurizio, Luna Riccardo, Mannoni Maurizio, Mensurati Marco, Mentana Enrico, Palombo Ruggiero, Renga Roberto, Varriale Enrico, Verdelli Carlo, Vespa Bruno, Vocalelli Alessandro, Zunino Corrado, tutti in contumacia.
Avvocato di Galdi: Signor giudice veramente Galdi è presente.
Giudice: Noi non lo vediamo.
Avvocato di Galdi: Sarà andato un attimo in bagno signor giudice, ma carta canta ... vede c'è scritto qui, sul giornale, "dal nostro inviato Maurizio Galdi".
Giudice: Sì va buooò ... io qua vedo solo l'inviato dell'ANSA, ma andiamo avanti va. Allora pubblico ministero, chi è il teste presente?
pm Ju29ro: Signor giudice, chiamo a deporre il maresciallo De Lettori, che ha 'attenzionato' i loro articoli.
Maresciallo De Lettori: Seguo questo scandalo dall'estate 2006, allorché l'indagine calciopoli è stata portata a conoscenza dell'opinione pubblica. Non mi chiedete da chi hanno avuto le carte e le intercettazioni che avrebbero dovuto essere coperte da segreto istruttorio. Vorremmo saperlo ma, dopo tre anni, signor giudice, ancora non lo sappiamo, però, a 'mia sensazione' non possono che essere uscite dall'Autorità Giudiziaria o dalla Polizia Giudiziaria che curava le indagini, o dalla struttura tecnica della compagnia telefonica che materialmente eseguiva le intercettazioni.
Avvocato Del Popolo: Allora dovrebbe essere facile scoprirlo.
Giudice: Avvocà, quando mai in Italia si è scoperto di chi è la maaaninaaa che allunga le carte ai giornalisti.
Avvocato Del Popolo: Signor giudice, ma questo è un vero scandalo ... è un reato da perseguire, è tradire il giuramento fatto alle istituzioni.
Giudice: Va buò, avvocà ... voi siete un idealista, nun se trova 'o colpevole. Il teste continui.
Maresciallo De Lettori: Dicevo che nel maggio 2006 questi signori, insieme ad altri colleghi, che pure abbiamo attenzionato, iniziano a riempire le pagine dei giornali di titoli a nove colonne pubblicando intercettazioni, trascrizioni e quant'altro. Pubblicano anche roba che poi non finirà nel processo, tirano in mezzo anche dei ragazzi innocenti, i figli del signor Bettega. Tutto fa brodo, pensano loro, per costruire l'immagine del mostro da sbattere in prima pagina. Tutto servirà a costruire il 'sentimento popolare' che tornerà utile per le sentenze sportive. Nei loro salotti e salottini televisivi le intercettazioni le fanno recitare a doppiatori, con il tono dei film di Al Capone. Vespa Bruno lo fa in un Porta a Porta, Mentana Enrico rincara la dose con più puntate di Matrix.
Giudice: Maresciallo, se deve consultare carte a sua firma, per aiutare la memoria, senz’altro.
Maresciallo De Lettori: No signor giudice, ricordo tutto a memoria. Come dimenticare quei Matrix, con il Palombo che riusciva a ghignare mentre si ciucciava l'asta degli occhiali, il Luna Riccardo con l'aria saccente che insinuava di saperla lunga, o quel moviolista che faceva vedere solo la parte di azione che serviva per accusare. Persino RAI3, dove il calcio sembra non esistere, si occupò del caso con ben quattro puntate di Primo Piano, condotte dal Mannoni Maurizio, che è un po' interista. Signor giudice è tutto riportato e stampato nell'informativa della mia memoria.
pm Ju29ro: Maresciallo, può dirci quanto dura questa storia, questo accanimento?
Maresciallo De Lettori: Assai. Pensate che, anche su giornali che poco si occupavano di calcio, 'sto scandalo occupa le prime pagine per mesi. Persino la nascita del nuovo governo o la nazionale al mondiale hanno meno spazio e visibilità. Tanto per far capire il clima di allora: il Varriale a Gattuso, appena presentatosi davanti ai microfoni, ancora sudato, dopo la vittoria del mondiale, come prima domanda gli (sic... ndr) chiede se troverebbe giusta un'amnistia, che un politico aveva proposto in caso di vittoria mondiale. Noi avevamo la sensazione, e specifico sensazione, che alcuni dei soggetti fossero mossi dall'interesse per una squadra più che dalla ricerca della verità: avevamo la sensazione che le redazioni romane avessero interesse a che la Roma, che qualche debituccio già l'aveva, guadagnasse a tavolino un posto in Champions e quelle milanesi che l'Inter ricevesse finalmente uno scudetto, anche se a tavolino. Anticipavano addirittura le sentenze.
pm Ju29ro: Quando questo scenario si è verificato, l'accanimento è terminato?.
Maresciallo De Lettori: Macché. Prendiamo ad esempio il 19 dicembre 2007, quando escono altre trascrizioni di intercettazioni. Tutti hanno dedicato intere paginate a questo nuovo filone, che hanno presentato come la 'pistola fumante', che prima, dobbiamo desumere, non c'era. Prendiamo ad esempio La Repubblica, che si scatenò a tal punto da pubblicare online, per la fretta, un PDF con numeri di telefono ed indirizzi delle persone, che noi (come molti) abbiamo scaricato prima che lo togliessero dal sito e ne abbiamo fatto anche un becapp (sic..ndr). Una violazione bella e buona della legge sulla Privacy. Abbiamo fatto tutto un lavoro di analisi su quegli articoli, ma qui, signor giudice, devo consultare le carte. Ecco, le cito:

18 dicembre 2007:
Ecco come lo squalificato Moggi continuava a guidare il calcio
di Angelo Carotenuto

19 dicembre 2007:
Cairo, Spinelli, Briatore: il calcio è ancora sotto la cupola di Moggi
di Corrado Zunino
Quell'arbitro nella stanza 404. "Prendila, è la sim card segreta"
di Marco Mensurati
Moratti: "Chiamai Tavaroli temevo una trappola"
di ma. me. (iniziali di Marco Mensurati)
"Sul lodo di Carraro pressioni da Petrucci"
di ma. me. (sempre Marco Mensurati)
Quando Spinelli pensava a Moggi. "Luciano, io voglio te come socio"
di Angelo Carotenuto
La "campagna mediatica" di Luciano. "Quando sei a Matrix devi dire così"
di Angelo Carotenuto
Moggi, l'eterno ritorno del padrone del calcio
di Michele Serra

Come vede, signor giudice, quel giorno, considerando solo Repubblica, ci hanno dato dentro. Il Mensurati si supera e alcune firme ma.me. sono state da noi, ragionevolmente, 'attribuite' a lui per via delle iniziali.
pm Ju29ro: Tutta questa iperattività sembrerebbe dimostrare un grande attaccamento al lavoro di informazione del lettore, una ricerca della verità. Verità che, però, signor giudice, si raggiunge nel processo vero e non in quelli fatti nelle redazioni o nei salottini televisivi. Ci aspettavamo, quindi, che tanto impegno dimostrato sfociasse in una altrettanto abbondante produzione di articoli sulle udienze del 'vero' processo Calciopoli, quello penale di Napoli. Invece, cosa avete rilevato maresciallo, riferisca.
Maresciallo De Lettori: Allora, noi tramite tutto un lavoro di analisi abbiamo acquisito una serie di elementi che ci portano a ritenere che, ad alcuni dei soggetti, della verità vera che sta emergendo dal processo penale non gliene frega niente. Non lo seguono proprio, non ne parlano, non informano più i lettori, come rimproverato dal loro collega Oliviero Beha, diverse volte, dal suo spazio nel TG3. Dario Galati, così ha raccontato nella sua testimonianza, era stato contattato dal Zunino Corrado perché lo aiutasse con i CD, contenenti i files delle intercettazioni, che aveva nel cassetto, ma Zunino non si è certo interessato della deposizione di Galati al processo; così come Mensurati Marco, l’esperto di Calciopoli e di schede svizzere, l’uomo che ha scritto un libro (“Calciopoli” ndr) in coppia con l’ex team manager ed ex addetto stampa interista Bruno Bartolozzi, il giornalista che si è interessato molto di Nucini prima del processo, non si interessa della deposizione del Nucini a Napoli, del controesame delle difese. Se vuole, signor giudice, posso continuare con esempi simili per tutti i soggetti 'attenzionati'. Si sono fermati al teorema costruito nelle loro redazioni e non informano di quanto viene alla luce in un'aula di tribunale, nessuno rettifica precedenti articoli errati. Alcuni soggetti scrivono sul processo, ma a modo loro.
Giudice: Marescià, che vuol dire, a chi si riferisce, sia più preciso.
Maresciallo De Lettori: Vado con ordine. Prendiamo La Gazzetta dello Sport: dopo tanto inchiostro speso nel 2006, ora dedica nessuna o poche righe al processo. Nessun titolone in prima pagina, se non per spararne uno sulla deposizione di Manfredi Martino. Ma il titolo non corrisponde a quello che davvero il Martino ha detto in aula, il titolo è utilizzato per dimostrare che avevano ragione loro con il loro teorema "Moggiopoli". Glielo rimproverano Beha, dal TG3, e Luciano Moggi in aula, ma intanto quanta gente ha letto solo il titolo "Così truccavamo i sorteggi"? Tanta, signor giudice. Quando poi il signor Moggi fa una dichiarazione spontanea in aula e, finalmente, depone il maresciallo Di Laroni, che ha elaborato i tabulati sulle intercettazioni, la famosa 'pistola fumante' per tutti i giornali, La Gazzetta non spara nessun titolone e mette la notizia a pagina 15. Abbiamo interpolato questo dato con altro in nostro possesso: è una loro tecnica, lo avevano già fatto quando è crollata la prima cupola, la GEA. Prima avevano titolato a 9 colonne "Moggi 6 anni", poi, quando la sentenza ha dato al Moggi Luciano un buffetto per aver tagliato la strada a Blasi e Amoruso, e non l'associazione a delinquere, La Gazzetta di Verdelli ha titolato "Condannati i Moggi", Palombo Ruggiero ha scritto l'editoriale "Punito e Contento", mentre il Galdi, preoccupato, ha dettato la linea con "Gea, nessuna revisione delle sentenze sportive". Passo ad un altro esempio, signor giudice: il presidente dell'USSI, il Ferrajolo Luigi, ha dato recenti segni di vita solo con un comunicato nel quale difende l'onorabilità dei giornalisti che estraevano le palline durante i sorteggi, ma prima cosa aveva scritto sul Corriere dello Sport? Vado a leggerle:

"20-01-2009 - Il più grande scandalo del calcio italiano entra finalmente in tribunale e, dunque, si può condividere la legittima attesa che accompagna questo processo napoletano. Meno legittimo è il tentativo molto cialtronesco di far credere che dal processo stesso possano scaturire chissà quali novità e, soprattutto, riabilitazioni a dir poco improbabili. Che lo sostenga Luciano Moggi è normale: ha tutto il diritto di difendersi come può e come crede. Anche alimentando pie illusioni. [...] Tutti sappiamo già che Moggi e i suoi amici per anni hanno taroccato il campionato, contattando gli arbitri, pilotando il presidente dell’AIA e i due designatori. Hanno fatto pressioni su organi della giustizia sportiva per «addobbare» le sentenze, sono arrivati al cuore dell’organizzazione calcistica, mettendo piedi e gomiti sui tavoli di via Allegri, hanno corrotto dirigenti e classe arbitrale, hanno coinvolto pesantemente nei loro affari un vicepresidente federale, hanno tentato, spesso riuscendovi, di mettere l’intera organizzazione calcistica al servizio della Juve e dei loro interessi privati. Non vediamo, sinceramente, cosa possa aggiungere a questo scenario imbarazzante il processo che si apre stamane. Servirà per capire se ci troviamo di fronte ad un’autentica organizzazione criminale o solo ad una colossale frode sportiva. [...] È probabile che la difesa tenti di alzare un polverone, provi a coinvolgere altri club, ad allargare lo scandalo. [...] tutto questo però non modificherà mai la posizione e le responsabilità di quei mascalzoni che, tradendo i tifosi, per proprio tornaconto avevano trasformato il calcio italiano in una vera cloaca. [...] E questo processo potrà mai cancellare quel quadro inquietante del calcio italiano? O le macroscopiche responsabilità emerse da un fiume nauseabondo di intercettazioni che ci ha travolto per un’intera estate?".

Giudice: Questo scrive il presidente dei giornalisti sportivi? La sentenza, allora, l'ha già fatta lui, noi che ci stiamo a fare qui ... abbiamo capito, va buò, andiamo avanti marescià.
Maresciallo De Lettori: Era solo un esempio signor giudice, abbiamo fatto altri servizi di osservazione, tutto è stato seguito da noi direttamente. Dopo una prima disamina dei dati rilevati, questi dati li abbiamo correlati, interpolati con il novero dei soggetti che ci emergevano dalle analisi, siamo arrivati attraverso una serie di elementi ed indizi a ritenere, a sensazione, che, a questi soggetti, della verità non gliene importa nulla, anzi dicono che sono nauseati. Le leggo cosa ha detto il soggetto Zazzaroni a RadioRadio appena l'altro giorno: "Di Calciopoli ne ho due palle, le strategie difensive, quelle offensive. Spero si arrivi ad uno straccio di verità. Il marcio è uscito, molti sono stati graziati, comunque gente che aveva le mani in pasta ... ogni volta che si parla di 'ste cose qua mi viene fuori un rigurgito, non ne posso più, vorrei dimenticare. La giustizia sportiva ha già ottenuto, i suoi verdetti li ha già emessi, le punizioni sono già state pagate. Lasciate che i giudici traggano le loro conclusioni, poi ognuno si difende come può, come vuole. Però è evidente che queste sono tutte tecniche difensive".
Avvocato Del Popolo: Tecniche difensive? Ma se fino ad ora hanno parlato solo i testi portati dall'accusa. Hanno fatto tutto loro, tutta una caciara, senza aspettare il processo vero, senza il minimo senso di prudenza e garantismo, ed ora si dicono anche nauseati? Signor giudice, anche la pazienza ha un limite! Qui siamo noi ad essere nauseati.
Giudice: Avvocà, e che Le devo dire ... questi si sentono nati imparati... Marescià, ma di quello che ci ha raccontato, ce l'ha qualche prova?
Maresciallo De Lettori: Prove poche, signor Giudice, ma sensazioni tante, quante ne vuole ...

Arringa finale: La giuria composta dai nostri lettori giudichi con serenità quanto trova, o cerca e non trova, tutti i giorni sui giornali, ed emetta la sua "ragionevole" sentenza.


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