Lo spionaggio dell'Inter come un segreto di stato

tronchettiAbbiamo già avuto modo di trattare sul sito l'attività di spionaggio verosimilmente riconducibile all'Inter, messa in atto tra il 2002 e il 2004 e attualmente al vaglio dell'autorità giudiziaria in due processi a Milano: quello intentato da Vieri contro la Telecom e l'Inter e l'altro con Tavaroli sul banco degli imputati e Moggi tra le parti civili. Abbiamo sempre pensato e scritto che si trattava di una pagina nebulosa, se non nera, della storia del calcio nostrano: alla luce di quanto sta emergendo nel processo intentato da Vieri, oggi possiamo dire che si tratta di una pagina sempre più inquietante.

Ricordiamo intanto i fatti: la società di Massimo Moratti in quegli anni ha dapprima spiato e messo sotto controllo alcuni suoi giocatori; successivamente l'arbitro De Santis; infine, e arriviamo al dossieraggio della banda Tavaroli, sono stati spiati (raccolta illecita di informazioni tramite banche dati riservate e forse anche pedinamenti) e intercettati (come minimo a livello di tabulati), tra gli altri, la Juventus, Moggi, Giraudo, Fabiani e la Figc. Un crescendo di attività illecite che ha portato, in parole povere, a mettere sotto controllo il campionato di serie A e al quale è seguita, non si sa quanto casualmente, nel giugno 2004, la deposizione spontanea di Dal Cin alla procura di Napoli: deposizione da cui è nata l'indagine di Calciopoli e che, sorprendentemente, ha chiamato in causa proprio i personaggi oggetto dei dossier di Tavaroli.

Di sorprese in questa storia non c'è solo la strana denuncia di Dal Cin; ancora più incomprensibile, infatti, risulta l'impunità dei fatti segnalati di fronte alla giustizia sportiva. L'ex-procuratore della Federcalcio, De Biase, aveva parlato di illeciti gravi, che nell'ipotesi estrema potevano significare addirittura la radiazione di una società sportiva; invece il dott. Palazzi nel giugno 2007, sulla base del materiale acquisito dalla procura Federale, tra cui l'interrogatorio di Moratti, ha disposto l'archiviazione del procedimento contro l'Inter.

Questa è la cornice entro la quale collocare alcuni fatti emersi il 22/10 a Milano nell'udienza della causa intentata da Vieri contro Telecom e Inter. Intanto un controllo più che rigoroso, che ha impedito l'accesso dei giornalisti all'aula del Tribunale; l'emergere, a detta dell'avvocato di Vieri, di "fatti gravi"; la scoperta che l'Inter, per "risparmiare sulle tasse" relative all'ingaggio di Vieri, si rivolgeva alla Telecom di Tronchetti Provera, grande amico di Moratti e suo socio nell'Inter; la richiesta dell'avvocato di Vieri al Giudice di acquisire gli atti dell'indagine a suo tempo svolta dalla Procura Federale; infine (notizia del 23/10) il mandato, conferito da Vieri al suo avvocato, di ricorrere contro la Figc per la sentenza del 2007 alla luce degli elementi acquisiti nel procedimento in corso a Milano.

Ecco perché si diceva di vicenda inquietante: si è arrivati a vietare l'accesso ai giornalisti neanche ci fossero di mezzo segreti di Stato, si parla di fatti gravi, si vuole ricorrere contro una sentenza della giustizia sportiva, fatto davvero insolito per il nostro calcio dove, secondo i super-esperti della domenica, le sentenze si accettano, punto e basta. Già, cosa diceva quella sentenza?

La Gazzetta dello Sport del 22 giugno 2007 titolava "La Figc assolve l'Inter"; ma si trattava di una colossale bufala e di una menzogna, come quelle che ricorrono nei Paesi agli ultimi posti nella graduatoria sulla libertà di stampa quando ci sono segreti importanti da nascondere e verità preparate a tavolino da spacciare. Perché il comunicato della Figc recitava diversamente, diceva che "Il Procuratore Federale ha disposto l'archiviazione del procedimento non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte". Per dirla terra terra i reati potevano invece esserci, ma in qualche caso era scattata la prescrizione e in qualche altro la Procura si dichiarava impossibilitata a procedere; non c'era stata nessuna assoluzione, c'era semmai da osservare (come a suo tempo ha fatto solo Tuttosport, all'epoca diretto ancora da Giancarlo Padovan) che quell'impossibilità era sorprendente e un po' inquietante, perché voleva dire che le deposizioni acquisite chiamavano in causa il solo Facchetti (che nel frattempo era deceduto).

I fatti gravi accennati dall'avvocato di Vieri, di cui peraltro è ancora ignoto il dettaglio, insieme al mandato per il ricorso avverso le decisioni della Figc, a questo punto lasciano spazio e danno fondamento all'ipotesi che nell'istruttoria della Procura Federale siano contenute delle falsità, che anche lì ci possano essere delle bufale spacciate per verità. Se questo è vero, sicuramente si tratta delle deposizioni che addebitavano al solo Facchetti le responsabilità per l'illecita attività di spionaggio; e il procedimento contro l'Inter (e Moratti) dovrebbe essere riaperto. Potremmo, cioè, essere davanti al classico esempio di scuola di un procedimento sportivo che non regge il confronto col dibattimento in un'aula del Tribunale e occorre rivedere le decisioni a suo tempo assunte dalla giustizia sportiva.

Nella complessiva storia di Calciopoli, che dell'attività di spionaggio deve necessariamente tener conto, comincia quindi a farsi strada l'idea che qualcuno abbia barato. Rispetto al lavoro che come Ju29ro Team portiamo avanti da due anni e più, si tratta di una svolta fondamentale: è vero che al momento riguarderebbe solo un puzzle del complesso mosaico dello scandalo: però non è più da visionari l'ipotesi che la complessiva storia di Calciopoli possa essere diversa, e magari anche molto diversa, da come l'hanno raccontata le gazzette e i corrieri. Potrebbe cioè quel racconto essere stato preparato a tavolino per nascondere qualcosa di segreto, come succede nei Paesi cui accennavamo prima, come succede per avvenimenti eccezionali, quali appunto i segreti di Stato.

Una svolta fondamentale perché dà nuovo significato all'attività di ricerca che portiamo avanti come Team e che interessa un numero sempre crescente di visitatori del nostro sito. Una svolta fondamentale perché quando venne affacciata sul web da alcuni visionari, già nell'estate 2006, l'ipotesi di una farsa, cioè l'ipotesi di Farsopoli, che è il filo conduttore del lavoro che portiamo avanti come Team, il direttore della Gazzetta dello Sport arrivò a parlare addirittura di "squadristi"; invece oggi, a rileggere qualche titolo della Gazzetta, tipo quello che abbiamo prima riportato, e a confrontarlo con quanto sta emergendo nelle aule dei Tribunali, tornano sì alla memoria i tempi dello squadrismo, ma solo perché rievocano una stampa di regime.

La prossima udienza della causa intentata da Vieri è stata fissata addirittura tra sette mesi (a maggio 2010); intanto, per quanto riguarda il processo per il dossieraggio Telecom, Tavaroli ha patteggiato, e sullo svolgimento continuano a gravare dubbi e incertezze. Nel frattempo è facile prevedere che a protezione dei segreti di Stato la flotta della stampa tradizionale continuerà a tenere in azione le sue ammiraglie, oltre a ricorrere a qualche kamikaze magari inconsapevole; per quanto riguarda il nostro sito contiamo di continuare la nostra navigazione. Non ci riteniamo depositari della verità, di sicuro teniamo ferma la rotta per ricercarla.