L'ira funesta di Giraudo

giraudoChiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, ed al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile. Aristotele

Lo strano processo che vede la Triade imputata a Torino per presunte infedeltà patrimoniali e plusvalenze fittizie venerdì scorso ha visto l'interrogatorio all'ex amministratore delegato Giraudo.
Ricordiamo sommariamente i fatti. La Triade e la Juventus sono finite alla sbarra per un processo, che indaga in tutte le sue possibili pieghe eventuali irregolarità di bilancio a causa della denuncia di Gazzoni Frascara che ha coinvolto l'intera serie A.

E' importante ricordare che per consentire alle società di mettere una pezza ai bilanci drogati il governo Berlusconi aveva varato nel 2003 la famosa porcata della legge spalma-perdite. L'Inter aveva fatto ricorso a quella legge svalutando il parco giocatori per 319 milioni riconoscendo, in parole povere, che i bilanci si portavano dietro plusvalenze finte di pari importo; la Juve fu una delle pochissime società che non fece ricorso alla legge, evidentemente perché i giocatori erano a bilancio per un valore ritenuto corretto e non drogato.
E' successo che nel processo all'Inter il Tribunale sembrerebbe aver accettato, in tutto o in parte, la tesi difensiva (in breve: se la Covisoc avesse chiesto più soldi per l'iscrizione al campionato Moratti li avrebbe messi), anche se va detto che alcune modifiche legislative alle disposizioni sul falso in bilancio avevano mutilato il processo prima di cominciare; il risultato finale anche a livello mediatico fu: "Moratti è un mecenate, e chi lo mette in dubbio è in malafede".

Per la Juve invece, che a detta di tutti meritava una specie di Oscar del bilancio, su invito della Procura (c'è una intercettazione al riguardo) la nuova proprietà ha fatto denuncia contro i vecchi amministratori col bel risultato di consentire un'indagine in tutte le direzioni (falso, appropriazione indebita, infedeltà patrimoniale e addirittura aggiotaggio informativo) sull'intera gestione di Giraudo.

Per esempio si ipotizza un'indebita provvigione a Zavaglia nell'ambito del passaggio di Zidane al Real Madrid, provvigione del cui ammontare lo stesso Zavaglia si lamenta in un'intercettazione poco nota dell'indagine napoletana su "calciopoli". Oppure si considera finta plusvalenza la vendita del 27,2% della società Campi di Vinovo alla Costruttori Generali Gilardi.


Per la verità, si ha la sensazione che le questioni in ballo nel caso della Juve siano più di "lana caprina" e torna in mente il celeberrimo interrogatorio a cui fu sottoposto Enrico Cuccia in relazione al crack della Ferruzzi. Il giudice chiese: "Secondo lei i bilanci della Ferruzzi erano falsi?" e il Cuccia rispose: "Perché lei, nella sua vita, ha mai visto un bilancio non falso?". Naturalmente, il banchiere faceva riferimento ad una verità "filosofica", ovvero che il bilancio è comunque una descrizione umana dell'andamento della situazione patrimoniale e dei costi e ricavi in un dato esercizio. E quindi essendo una descrizione umana è soggetta ad errori e ad omissioni anche in buonafede.
Vale la pena ricordare che la Juventus è società quotata in Borsa, quindi soggetta a obblighi più stringenti e a controlli più serrati da parte di organi terzi rispetto alle società non quotate.

Dicevamo; processo strano. Questo perché la Juventus, appunto, si trova alla sbarra nonostante i più stringenti controlli dovuti alla sua quotazione e nonostante non abbia usufruito dello spalma-perdite, mentre invece altre società di calcio che vendevano il marchio a società ad esse collegate (con incredibili commistioni e conflitti anche all'interno della banca finanziatrice l'operazione), o scambiavano giocatori sconosciuti, e in qualche caso anche non idonei a giocare al calcio, per miliardi di lire, l'hanno fatta franca, in processi della stessa natura.
Tutto questo è avvenuto a causa di un'incredibile circostanza, la "nuova gestione", anziché difendersi con le unghie e con i denti, come fatto da tutte le altre società di calcio imputate in processi analoghi, ha patteggiato, subendo una pena pecuniaria. Inutile dirlo, lo immaginerete, l'avvocato terminator che ha fatto questa scelta è sempre lui, quello che passerà alla storia come l'uomo della "pena congrua": Cesare Zaccone.
Ovvio che il buon Cesare (ci perdonerà la confidenza, ma ormai è nei nostri peggiori incubi) ha fatto questa scelta su preciso mandato della Juventus "nuova gestione", e le motivazioni di fondo possono essere due: una buonista e una maliziosa:

1) O la nuova Juve vuole tagliare totalmente i ponti con il passato, facendo scelte anche discutibili, ma che permettono di levare il prima possibile il Club dai banchi degli imputati nei tribunali penali della Repubblica;

2) Oppure, questa nuova amministrazione, intende levare dalle proprie spalle il paragone con la vecchia dirigenza aiutando così i pubblici ministeri a infliggere una condanna, una, purché sia!

Va detto che il piatto della bilancia propende verso la seconda ipotesi (e forse anche verso una terza maliziosissima) visto che Zaccone non si limitò a patteggiare ma, nell'ambito dell'affaire Zidane, sporse querela per infedeltà patrimoniale contro (i soliti) ignoti.

Qualunque sia la motivazione delle scelte della "nuova" Juventus, a Giraudo la cosa non è andata giù e, durante la sua audizione in tribunale, ha chiarito alcuni concetti che suonano come un vero e proprio atto d'accusa contro Cobolli, Blanc e tutto il consiglio d'amministrazione.

La deposizione dell'ex amministratore delegato è iniziata con la rivendicazione del lavoro svolto fatto in dodici anni: "Solo il Manchester Utd aveva più ricavi grazie alla proprietà dello stadio", ha sottolineato, e ha aggiunto che con la sua gestione mai sono stati chiesti soldi agli azionisti come è uso nel mondo del calcio. Fino alla rivendicazione che mai si è fatto ricorso a strumenti legislativi studiati ad hoc per evitare il fallimento delle società, come appunto la legge "spalma-debiti", a dimostrazione della corretta amministrazione.

Ma è sull'affare Zidane e sopratutto sui criteri di valutazione dei calciatori, pretesi dai consulenti dell'accusa, che Giraudo, oltre a difendersi e rivendicare i successi, ha l'opportunità di contrattaccare mettendo alla berlina l'attuale gestione della Juve.
Sull'affare Zidane ricorda come a tutt'oggi "resta, a costi attuali, la più grande operazione mai realizzata nel calcio". E ai tifosi e piccoli azionisti non può non venire in mente lo scempio della vendita di Ibrahimovic a prezzi ridicoli, proprio a quell'Inter che pare sia stata adusa a pedinare e spiare (così dicono le carte del processo agli spioni di Telecom Italia) proprio Luciano Moggi.

Ma è sulla consulenza dei PM che pretende di indicare criteri oggettivi sulla valutazione dei calciatori che Giraudo si scaglia. E come non dargli ragione? Proprio sulla base di quanto narravamo sopra, riguardo a Cuccia, chiunque può capire la difficoltà a valutare con un criterio univoco un calciatore, che notoriamente non è come un barile di petrolio quotato nei mercati finanziari. Ma un essere umano, soggetto a variazioni di rendimento, a infortuni e perdinci anche ad innamoramento! Tutti elementi che ne possono far variare sensibilmente il valore.
Ed è proprio a questo proposito che Giraudo scaglia indirettamente ma inequivocabilmente uno strale sull'attuale gestione: infatti proprio la vendita di Mutu alla Fiorentina dell'amico del Lord Protettore Montezemolo dimostra come il valore dei calciatori possa variare sensibilmente: "La Juve ha ceduto Mutu alla Fiorentina per otto milioni e la Roma si è resa poi disponibile ad offrirne dieci di più".
Sembra proprio un atto d'accusa. Come può la Juventus aver patteggiato, avallando le tesi dei PM e dei loro consulenti, quando essi stessi con il caso Mutu potrebbero essere accusati di reato simile? Quali sono le reali motivazioni che hanno spinto ad accettare una scelta degna di un kamikaze giapponese?

Ma tutta la lunghissima deposizione di Giraudo, indirettamente, è stato un raffronto con l'attuale gestione del Club. Noi, tifosi e piccoli azionisti infatti ci domandiamo cosa si sarebbe detto se la Triade avesse acquistato un giocatore inidoneo come Andrade? Visto che si riesce a contestare la mega plusvalenza Zidane cosa si dovrebbe pensare degli acquisti a peso d'oro di Poulsen, Tiago, Almiron e Boumsong (anche questi, supponiamo, con provvigioni a intermediari e procuratori)? Oppure ancora cosa si sarebbe pensato se la telenovela Criscito (lo compro-lo rivendo-lo ricompro) fosse stata fatta da Moggi?
Non vogliamo dare risposte a queste domande. Ma una cosa è certa: l'attuale consiglio d'amministrazione esce totalmente con le ossa rotte dal raffronto con la Triade. E oltretutto l'ennesimo patteggiamento insulso pone in serio dubbio, agli occhi dei tifosi, ancora una volta, l'attuale gestione.