Lisbona ancora amara. Ma fiducia per il ritorno

Era la terza volta per la Juve a Lisbona e, come nelle precedenti occasioni, il risultato non arride agli uomini di Conte.
Ricapitoliamo: partenza ad handicap per una doppia bestialità in compartecipazione fra Bonucci e Buffon.
Quindici minuti di furore assoluto del Benfica, che porta tre contropiedi potenzialmente pericolosi verso la porta juventina, ma da queste iniziative scaturisce una sola vera occasione, quella capitata a Sulejmani al minuto 10.
Dal ventesimo – circa - la partita è in assoluto equilibrio, anzi, l’occasione da gol più grande è quella per Lichtsteiner, erroneamente giudicato off-side.
La ripresa è tutta di marca juventina, con almeno quattro nitide palle-gol oltre al capolavoro di Tevez, il migliore insieme a Pogba, Lichtsteiner e – per il contributo offerto nei secondi 45 minuti - menzione speciale per Asamoah e Marchisio, quest’ultimo un gradino sotto per le due occasioni mancate: più la prima, quando non chiude sul primo palo sul cross di Lichtsteiner, rispetto alla seconda quando spara su Artur.
Il finale vede un’altra sciocchezza targata (stavolta) Pirlo – ignora Lima che gli sfila alle spalle - e l’onnipresente Bonucci, impegnato a guardare la partita invece di chiudere sul brasiliano.
E così una gara che ad un certo punto la Juve avrebbe meritato di vincere si trasforma in una sconfitta causata da errori elementari ed evitabili.
C’è di buono che la consapevolezza di quanto fatto nei novanta minuti non può che infondere fiducia in una squadra che, colpita a freddo in un ambiente caldissimo, ha retto l’entusiasmo degli avversari, superando il primo momento di smarrimento, ricostruendo piano piano la propria partita  e imponendo all’avversario ritmi elevati, o per meglio dire “europei”, visto che la distinzione fra il nostro calcio e quello degli altri - che è più bello, più “figo”, più tutto, insomma - va tanto di moda.
Il Benfica è una buona squadra, che non sfigurerebbe in un quarto di finale della Coppa più importante: le assenze di Gaitan e Salvio vengono bilanciate da quelle di Vidal e Barzagli; e quanto a possesso palla è sintomatico che per la prima volta in tutto il torneo il saldo per le “Aquile” sia negativo (42% vs 58%).
La Juve ha fatto la partita in uno stadio “complicato” e contro un avversario che merita rispetto.
Cosa non è andato:
Bonucci su tutti, Buffon sul gol dell’1-0 mi ha ricordato l’intervento sul tiro di Alaba a Monaco, poco più di un anno fa.
In entrambi i casi, due gol subìti a freddo, potrebbe non essere un caso.
Non è andato bene Pirlo che, se in campionato può permettersi di giochicchiare e perdere palloni che i compagni recupereranno, in Europa perde sistematicamente ogni contrasto e – a volte - si intestardisce fino a perdere palloni.
Rimangono in assoluto la prestazione, la fiducia di cui sopra, l’impressione che fra 7 giorni allo Juventus Stadium le cose siano decisamente “raddrizzabili”.