Juve-Livorno ’05: la prima doppietta di Camoranesi in bianconero

Serviva una vittoria alla Juve, possibilmente convincente, nel match contro il Livorno del 9 gennaio 2005. La squadra di Capello, infatti, dopo aver cominciato la stagione a suon di record, con dieci vittorie, due pareggi ed una sconfitta in tredici partite, entrò in un periodo in cui rallentò il proprio ritmo. Le vittorie contro Lazio e Bologna, non particolarmente convincenti, furono seguite da due pareggi: il primo nello scontro diretto casalingo con il Milan; il secondo a Parma, dove ad onor del vero, solo le grandi parate di  Frey ed un erroraccio di Montero in occasione del gol del pareggio dei ducali impedirono ai nostri di uscire con i tre punti.
Privo di Appiah, Capello schierò a sorpresa Olivera a fianco di Emerson, Camoranesi e Nedved a centrocampo, mandando Blasi in tribuna. In avanti Ibrahimovic-Del Piero, in attesa che Trezeguet rientrasse dall’infortunio alla spalla. Il Livorno si presentò invece a Torino con un 3-5-2 che prevedeva Danilevicius centravanti con Vigiani a girargli attorno: sia Lucarelli che Protti furono costretti a rimanere a casa, il primo per una squalifica, il secondo per un guaio muscolare.
La Juve partì subito forte, schiacciando un forse troppo impaurito Livorno  nella sua metà campo, ed il primo goal arrivò con Del Piero al 17’ quando il capitano schiacciò in rete, di testa, una punizione di Olivera.  I nostri non si fermarono e al 25’ trovarono il raddoppio al termine di una bellissima azione iniziata da Camoranesi, e conclusa proprio da quest’ultimo dopo che, su cross di Zebina, la traversa aveva respinto il colpo di testa di Ibra. Sulle fasce Zambrotta e Camoranesi continuarono a ispirare i compagni che, non paghi del doppio vantaggio, andarono vicini anche al terzo gol con Emerson e con lo stesso Camoranesi. A conclusione di 40 minuti di grande calcio, condotti con grande autorità dalla Juve, arrivò però il gol del Livorno con Vidigal, abile a sfruttare un bel cross di Doga e la mancata chiusura difensiva di Zambrotta.
Il gol preso a pochi minuti dall’intervallo capovolse l’inerzia della gara e così, con il passare dei minuti. la Juve cedette campo al Livorno, anche a causa dell’assenza di un incontrista puro: Olivera fuori ruolo non ne aveva più, ma Capello impiegò 20 minuti prima di sostituirlo con Tacchinardi, rischiando anche il pari al 55’: prima una tempestiva uscita di Buffon, poi l’errore di Doga a porta spalancata evitarono il pareggio livornese. Nel momento di massima difficoltà fortunatamente venne fuori Ibrahimovic: prima colpì il palo, poi realizzò il gol del 3-1 con un piatto destro molto angolato. La miglior difesa del campionato in quel match però era proprio in giornata no, e una partita che sembrava chiusa, si riaprì nuovamente al 79' grazie ad un gol di Melara, bravo a sfruttare una mischia su calcio d’angolo.
Fortunatamente il Livorno non aveva più energie e la Juve riuscì a controllare il match fino al 90’ quando Tacchinardi venne steso in area da Amelia con un intervento che indusse l’arbitro Farina a concedere il rigore, poi trasformato da Camoranesi per il definitivo 4-2  e per la sua doppietta personale, arrivata al termine di una delle sue migliori partite. L’argentino però non sembrava troppo contento: “Sono felice per la doppietta, ma i due gol presi devono farci riflettere per il futuro, perché con più attenzione e con la solita mentalità non li avremmo subiti. E non aggrappiamoci ai soliti alibi: la condizione o la concentrazione, è questione di testa”.
La vittoria sul Livorno, e il contemporaneo pareggio del Milan a Palermo, consentirono alla Juve di laurearsi campione d’inverno con una giornata d’anticipo, in virtù dei quattro punti di vantaggio sui rossoneri, anche se la strada verso lo scudetto sarebbe stata ancora molto lunga.