Fegati scoppiati

Non voglio parlare della partita, quella l'hanno vista tutti e, senza scomodare il soprannaturale, posso dire che quando Pirlo ha preso la rincorsa sapevo già dove sarebbe finita la palla.
Sono quelle cose cui la Juve ti ha abituato da sempre, quelle sensazioni che spesso avverti con un attimo di anticipo prima che si verifichi l'Evento.
Spesso sono meravigliose, e non potrebbe essere altrimenti tifando Juve, ma ne capitano anche di tremende: vedi Istanbul, Perugia 2000.
O le tante finali di coppe perdute, l'apoteosi della legge di Murphy applicata alla gobbaggine.
Ma non voglio soffermarmi sulla traiettoria perfetta indovinata dal regista di Flero, e accennerò appena del secondo rigore parato in bianconero da Buffon in casa della squadra per cui tifava da ragazzo.
Voglio parlare di come deve essere difficile essere antijuventino e dover riconoscere, seppur a denti strettissimi, che 75 punti in 28 giornate non lasciano molte scuse agli sconfitti.
Quelli che "er Sistema ha deciso che la Juve deve vincere lo scudetto", quelli che montano polemiche sui "favori arbitrali" pro-Juve dimenticandosi dei favori per gli altri.
Ma anche i finti imparziali, compresi i commentatori di quelle pay tv che - prevalentemente - con i soldi degli juventini ci campano.
Non ha prezzo ascoltare per l'ennesima volta in stagione lo zio Bergomi, col suo passato mai prescritto a differenza della sua vecchia società, che mastica amaro e rigurgita delusione.
Costretto ad assistere al dominio della grande nemica, l'ex numero 2 della seconda squadra di Milano tenta di rimanere lucido, ma non ce la fa.
Giudica gli episodi a seconda della maglia (vedi i fatti, identici, sui casi da rigore concordando con Mazzoleni: negato per il mani di Antonelli su Llorente, concesso per il mani di Vidal su Bertolacci) e al gol di Pirlo sprofonda in un silenzio tombale, finché -sommessamente - lo Zio bofonchia: "questo potrebbe essere il gol che vale lo scudetto..."
Che ti resta da dire?
Zio, cosa vuoi dire ancora?
Che il Genoa ha corso per 90 minuti e meritava di vincere, nemmeno di pareggiare?
Ok, questo l'hai detto.
Cos'altro?
Che Gilardino doveva essere espulso circa al ventesimo del primo tempo lo hai detto?
No, questo no.
Che il tocco di Lichtsteiner su Bertolacci poteva costare rigore per il Genoa l'hai detto?
Non subito, in presa diretta - la stessa percezione che ha l'arbitro, visto che ne parli tanto - avevi optato per un "non c'è nulla".
Però nell'intervallo la tua redazione ha vivisezionato l'episodio e hai prontamente rettificato, chiedendo scusa per esserti focalizzato sulle "braccia" e non "sui piedi", decretando "calcio di rigore".
Hai urlato subito al fuorigioco sul gol annullato ad Osvaldo, ma sei stato smentito dalle immagini.
Nessuna indignazione, nessuna espressione di incredulità o stupore.
Un semplice, sibillino "è buono", accompagnato dal più classico dei classici "era difficile da vedere", che è un must per chi deve giustificare un torto subìto dalla Juventus.
Poi il capolavoro: Pogba ammonito, Bergomi sentenzia: "Giusto ammonire, il fallo c'è e interrompe una ripartenza". Negazione dell'evidenza anche di fronte al replay, che mostra Pogba toccare pienamente la palla. Inutile: l'antijuventinità acceca
E passa tutto in cavalleria, certo.
Caro Zio (beh, caro, si fa per dire...) più di te, te lo riconosco, sulle giustificazioni per il guardalinee ha insistito il tuo sodale Compagnoni, questo qui, che prima della partita ha pensato di presentare Mazzoleni riaccennando alle contestazioni rossoblu per un Juve-Genoa risalente al periodo Ridentus, quando eravamo simpatici a tutti, finito 3-2 con proteste rossoblu per un fallo di Papastathopoulos su Del Piero presumibilmente avvenuto fuori area.
Tanto per far capire da quelle parti che aria tira, sempre con i soldi dei tifosi della Juve.
Che stasera, intanto, se la godono belli sereni.
Per quanto vi riguarda, occhio al fegato.
Anzi, alla moltitudine di fegati, visto quanti siete.