Juve, avanti così

72 punti dopo ventisette partite giocate sono un'enormità, un punteggio da metà aprile, più che da inizio marzo. I record che la Juve di quest'anno sta demolendo una settimana dopo l'altra sono tanti, inutile elencarli. Intanto, oggi arrivava allo Juventus Stadium l'unica squadra finora in grado di vincere una partita contro i nostri in questo campionato. Stavolta, per la Juve, missione compiuta. Con quella odierna, tutte le 19 avversarie sono state battute o all'andata o al ritorno, o in entrambi i casi.
La Fiorentina si presentava per la prima sfida del trittico previsto in questi 11 giorni senza lo squalificato Borja Valero, di fronte ad una Juve priva di Pirlo (anch'esso squalificato) e Bonucci.
Stendiamo un pietoso velo sui comportamenti di parte della tifoseria viola: i cori inneggianti il Liverpool e l'Heysel li abbiamo sentiti. Qualche striscione becero allo stadio e qualche "meno 39" esposto sui pullman dei tifosi fiorentini l'abbiamo visto... non solo noi. Vediamo cosa succederà e lasciamo che questa gente possa cuocere nel brodo del suo stesso odio.
L'incontro si è deciso nel corso del primo tempo, nel quale la Juve ha dominato in lungo e in largo, andando in diverse occasioni vicina alla segnatura. A Pizzarro, fonte del gioco viola, è stato costantemente impedito di costruire una qualsiasi giocata utile. I tanto celebrati esterni della Fiorentina sono stati sovrastati fisicamente, tecnicamente e tatticamente da quelli bianconeri. Da parte juventina, si segnalava un Buffon poco più che turista: nessun errore difensivo, con Ogbonna a suo agio nel difficile ruolo di Bonucci, e Chiellini apparso pienamente recuperato. Asamoah, spesso sottovalutato, ha tentato in tre occasioni la via della rete, riuscendo nell'intento (di destro!) a 3 minuti dal termine della frazione, con una giocata che, fosse stata eseguita da Cassano o Totti, farebbe da copertina per tutti i servizi calcistici della domenica e dei giorni successivi. Marchisio è apparso ancora una volta estremamente convincente come regista del centrocampo, riuscendo a dettare i tempi e a tenere la squadra corta, nonostante la giornata non esaltante dei compagni di reparto. Anche le punte oggi hanno svolto un lavoro più oscuro del solito, con Llorente molto bravo a proporsi come appoggio avanzato per la squadra.
Nella seconda frazione, Cuadrado, annullato da Asamoah nel primo tempo, ha cambiato fascia alla ricerca di spazi. Il bel gioco attribuito abitualmente alla Fiorentina non lo si è visto più di tanto. La Juventus, dopo aver creato un altro paio di occasioni nei primi minuti della ripresa, si è poi limitata a controllare, con calma e facendo ben pochi errori, correndo di fatto un solo rischio (la traversa a 10 minuti dal termine). E soprattutto, dimostrando di saper fare esattamente il contrario di quanto era stato rimproverato alla squadra di Conte nei due casi nei quali aveva subito delle rimonte (Firenze e Verona). Abbiamo visto un gruppo maturo, che manteneva la tranquillità e non perdeva la concentrazione, e sapeva cosa fare anche in fase di non possesso della palla.
A moviolisti d'occasione, opinionisti di parte e costruttori di futili polemiche lasciamo il compito di cercare qualcosa cui attaccarsi. Noi pensiamo agli affari nostri. Si doveva vincere, e abbiamo vinto. Quattordicesima vittoria su 14 partite disputate allo Juventus Stadium, ventitreesima vittoria complessiva da inizio campionato.
Qualche tifoso storcerà il naso per non aver visto la Juve dominare anche il secondo tempo. Qualcun altro per non aver "vendicato" la sconfitta dell'andata, magari con un sonoro 4-0. Altri ancora si sarebbero forse aspettati la tripletta già erogata a Napoli, Milan, Roma e Inter. Calma, il mese di marzo è ancora lungo e ricco di impegni, e la fine della stagione è ancora lontana. I nostri stanno lavorando sodo per arrivare in fondo alle due competizioni che ci vedono impegnati. Si lavora per vincere: stravincere non serve.