Derby brutto, ma chi lo commenta è ancora peggio

Il derby torinese come al solito regala agonismo e poco spettacolo, come se, in ossequio ai "valori" di cui la casistica granata è pregna, la Juventus decidesse di giocarsi quelle che per i rivali cittadini sono le partite dell'anno sul territorio prediletto dal Toro.
Ricordo le sfide del passato, alcune davvero brutte, nervose, cattive, anche quando in campo scendevano calciatori più raffinati di quelli che vestono le maglie di Juve e Toro oggi.
Ne ricordo anche altre in cui proprio non c'è stata partita, e per qualche Juve in tono minore (es. primissimi anni Novanta) c'è solo l'imbarazzo della scelta quanto a formazioni dimesse presentate in campo dai granata.
Il Toro deve aggiornare il proprio digiuno da vittorie nel derby, ormai giunto a 6.896 giorni (16 derby fa. Era il 9 aprile 1995, Juventus-Torino 1-2), molti dei quali passati in serie B o in semplice transito dalla massima serie in attesa di ritornare in cadetteria.
Ci sono stati punteggi pesanti: uno 0-4 (2002-03), un 5-0 (1995/96), un 3-0 (2012-13) e più in generale un dominio juventino che ha consentito ai bianconeri di scavare un bel solco nel bilancio dei confronti diretti con i cugini, che stasera registrano la striscia record di sei sconfitte consecutive.
Per concludere con le statistiche, curiosamente l'ultimo gol segnato dai granata (910 i minuti di "astinenza") in un derby compirà domani 12 anni: era il 24 febbraio 2002, gol di Cauet nella partita passata alla storia per le "corna" di Maresca.
Entrando nel merito della partita di oggi, diciamo che il primo tempo è stato di chiara ed evidente marca juventina, tolta la progressione a suon di rimpalli favorevoli di El Kaddouri che, opportunamente contrastato da Barzagli, calciava alto un lob dal limite dell'area di Buffon.
La Juve ha messo il Toro nella sua metà campo e ha disposto dell'avversario a proprio piacimento, trovando pochi varchi per concludere ma impegnando Padelli con un rasoterra di Tevez e sfiorando il bersaglio in altre occasioni (con Pogba, con Pirlo da palla inattiva) prima di passare meritatamente in vantaggio con un capolavoro "dell'argentino che gioca a Torino" (cit.).
Carlos Tevez è il primo uomo dell'era-Conte ad issarsi in cima alla classifica dei cannonieri, cercato come l'acqua nel deserto dai compagni quando si fatica a scardinare le difese avversarie e l'ultimo a mollare il pressing quando l'acido lattico spezza le gambe.
Impressionante Tevez, e il clima del derby sembra cucito su misura per lui, che dal Superclàsico Boca-River passando per City-United di queste partite ne ha giocate e decise parecchie.
Come giovedì scorso, quando nel complicato finale l'argentino aveva trascinato la squadra sul 2-0 creando praticamente da solo il gol di Pogba, stasera Tevez ha lottato praticamente da solo nel finale, tenendo palla lontano dall'area di Buffon nel momento in cui i compagni non ne avevano più.
E' pesante la Juve attuale, dura un tempo e poco più, e la cosa fa pensare ad un probabilissimo richiamo avvenuto nelle ultime settimane, il famoso "pieno di benzina" che Conte solitamente riservava ai suoi a gennaio, ma che quest'anno complice la sfida con la Roma programmata per l'Epifania - dovrebbe essere stato posticipato a febbraio, come da dichiarazioni recenti di Gigi Buffon.
La ripresa è stata uno spot contro la promozione della serie A nel Mondo, per una ventina di minuti nei quali, tolta un'altra grande occasione per Tevez, se un osservatore straniero si fosse approcciato alla visione della partita avrebbe spento la tv dopo pochi istanti, visto il continuo e noioso possesso palla fra Barzagli-Bonucci-Caceres, "costretti" dall'atteggiamento del Toro, chiuso a ranghi compatti nella propria trequarti campo.
Il forcing finale granata produce la mezza sciocchezza di Pirlo che tocca indiscutibilmente il piede di El Kaddouri in area, ma sull'entità del tocco Rizzoli è indeciso almeno quanto il numero sette marocchino, che perde una frazione di secondo a pensarci su.
Risultato: il volo che ne consegue è talmente poco credibile che non stento a comprendere la decisione dell'arbitro.
A proposito di arbitro: Compagnoni-Bergomi, nuova coppia regina di Sky da quando il mascelloso Caressa ha ricevuto l'incarico di dirigere Sky Sport 24, ha visto per tutta la partita un grande Toro, un Toro incisivo e pericoloso penalizzato dalla mancata concessione del rigore e dal secondo giallo risparmiato a Vidal per quel fallo di mano a fine primo tempo.
Già detto del rigore, vorrei aggiungere qualcosa in merito al mani di Vidal, rivolgendomi direttamente agli inventori della Sky Cam e di millemila diavolerie tecnologiche, quelle che presto o tardi scommetto documenteranno anche cosa succede nei gabinetti degli spogliatoi: cari signori, riguardatevi bene le immagini, e verificate come la palla che va a sbattere su Vidal colpisca coscia e braccio.
Cosa significa?
Significa che dall'anno scorso (Juve-Genoa 1-1, mani plateale di Granqvist che si calciò il pallone sulle braccia larghe) per espresso parere del mondo arbitrale italiano ed europeo (si mosse persino l'ex migliorarbitrodelmondopierluigicollina) un movimento ancora più evidente di quello compiuto da Vidal non è nemmeno sanzionabile con il fallo (mentre al cileno il fallo è stato fischiato).
Quindi, come direbbe un amico: "silenzio, e marca tre!"