Tre punti per proseguire la marcia

 La Juve supera anche l'insidioso scoglio del Chievo Verona e si porta a casa il bottino pieno. Pensando all'appuntamento di Europa League di giovedì, Conte attua un po' di turnover, lasciando in panchina gli acciaccati Barzagli e Chiellini e puntando su Giovinco e Marchisio (quest'ultimo, sicuramente, per dare un segnale a Pogba, autore nelle ultime uscite di prestazioni non troppo brillanti).
Il primo tempo fila via liscio: Asamoah apre le marcature con un gran gol a giro (il suo primo nello Stadium) e Marchisio raddoppia su una ribattuta del portiere. Il tutto senza un tiro in porta dei clivensi. Il secondo inizia con il rocambolesco autogol di Caceres ma, proprio quando i fantasmi del Bentegodi stanno rifacendo capolino, arriva Llorente a fissare il risultato sul 3-1. Nonostante la prova opaca dello spagnolo, va anche ricordato che il navarro gioca titolare inamovibile da mesi, e che l'acquisto di Osvaldo gli darà modo di beneficiare di un po' di giusta panchina, per ricaricarsi le batterie. Certo, se quando gioca così riesce a confezionare un assist e un gol...
Ottima la prova di Ogbonna, in costante crescita di autostima, e di Caceres, che si è comportato molto bene e cui non è in alcun modo imputabile la carambola che ha portato all'autogol. Ottima anche la prova di Marchisio, sempre attivo in difesa e propositivo in attacco. Una grande risposta da un campione che aveva visto poco il campo negli ultimi mesi, ma che, complice l'Europa League e il momento poco esaltante di Pogba, potremmo ricominciare a vedere con una certa regolarità.
Un capitolo a parte merita Giovinco: l'attaccante non ha di certo disputato una partita da 8, ma nel primo tempo ha corso davvero tanto, rimediandosi anche un ottimo rigore, che Valeri non si è poi però "sentito" di assegnare. Ingenerosi i fischi: il giocatore non è amato da molta parte della tifoseria, ma bene ha fatto Conte quando ha deciso di proteggerlo immediatamente. Prima di essere allenatore di calciatori, il salentino è allenatore di uomini, e ha subito ben capito la gravità del momento. Forse qualche malalingua potrebbe insinuare che tutto questo accade "perché è il suo protégé". Credo siano invece vere le parole che ha poi detto ai microfoni il tecnico bianconero: "Toccatemi tutto, ma non i miei calciatori". Da gran gestore di gruppo, sa bene come schermare i suoi uomini dall'esterno e, come si è giustamente intuito dal suo discorso, se anche i tifosi si aggiungono alla contestazione, ai media ostili quasi non par vero di poter caricare ancora di più il piatto della bilancia.
Rimanendo su Conte, va spesa qualche parola sulla quérelle con Capello: molti lo hanno criticato per aver risposto al friulano, ma la verità è che i due sono  "maschi alfa", mai pronti a farsi mettere i piedi in testa e sempre lì a ricordare a tutti i risultati ottenuti in carriera. Senza entrare nei particolari, do ragione a Conte, per un semplice motivo: Capello ha fatto la storia, ma ora non è più parte di questa squadra. Pensi quindi pure alla sua Nazionale russa e lasci stare la Juventus, con la quale ha vinto due meritatissimi scudetti che proprio il tecnico salentino ha ben pensato di difendere in diretta, definendo la loro revoca una "grandissima stronz...". Cosa, è un passo falso mediaticamente? Certo, ha peccato di estemporaneità, non vi sono dubbi... ma seriamente, cos'altro possiamo dire? Una sentenza farlocca certifica che quel campionato non è stato alterato, ma che il solo dubbio che sussista un tentativo di pensare di alterare una partita è considerabile reato. Come la definirebbe un non addetto ai lavori se non quello? D'altronde, una vera e propria strategia mediatica dietro alla restituzione del maltolto non c'è: la società, giustamente, aspetta che sia la Cassazione a pronunciarsi sull'accaduto. E nel frattempo ha limitato alla grande le parole sulla questione, perché sappiamo bene quale sia la posizione dei media, che ben hanno cavalcato l'onda dell'indignazione nel 2006, nascondendo scandali ben più gravi (leggasi: Telecom).
Tranquillo, Antonio, io ti scuso per questa uscita un po' avventata: d'altronde, dopo aver dovuto difendere per l'ennesima volta la squadra dagli attacchi esterni, sentire ancora la gente ripeterti che quei due scudetti non sono tuoi farebbero partire i 5 minuti a chiunque.
Però adesso poche chiacchiere e sotto con l'Europa League. Mi raccomando eh?!