Juve-Samp 1998

Juve-Samp ’98: quando Del Piero e Inzaghi non sbagliavano un colpo.

Era una Juventus in piena emergenza quella che il 15 febbraio del 1998 si apprestava ad incontrare la Sampdoria nel posticipo serale della ventunesima giornata. Infortuni, squalifiche e soprattutto febbre avevano decimato la squadra di Lippi: fuori Davids per squalifica e Ferrara per infortunio, l’influenza di stagione aveva messo K.O. Peruzzi, Birindelli, Deschamps e Tacchinardi.

La lunga lista di indisponibili non scoraggiò di certo il tecnico di Viareggio, che dal primo giorno di ritiro di quattro anni prima aveva allenato non solo le gambe, ma anche la testa dei giocatori, insegnando loro a non mollare mai, tanto che già dalla conferenza stampa pre-gara era pronto a dare battaglia: “Sarà una Juve all’altezza, non mancherà niente rispetto alle altre volte. Non è presunzione, ma convinzione. Vogliamo continuare così, nonostante cerchino d’impedircelo, e non mi riferisco di certo all’influenza”.  L’obiettivo era dunque quello di continuare la stupenda marcia che aveva permesso a Del Piero e compagni di recuperare otto punti all’Inter di Ronaldo in poco meno di un mese e mezzo: dopo lo scontro diretto di San Siro perso dagli uomini di Lippi per 1-0 dopo una gara dominata per larghi tratti, i nerazzurri andarono a +4 sui bianconeri che ebbero il merito di non abbattersi e furono in grado di raccogliere cinque vittorie in sei partite, ribaltando i 4 punti di svantaggio a proprio favore.

Fiore all’occhiello di una squadra sempre pronta e organizzata erano, nella stagione 1997-98, sicuramente Inzaghi e Del Piero sulla cui integrità tattica e capacità realizzativa in molti avevano espresso qualche dubbio nell’estate del 1997: Del Piero fin lì non aveva infatti mai concluso una stagione di serie A in doppia cifra, mentre Inzaghi, dopo il titolo di capocannoniere con l’Atalanta dell’anno precedente, era chiamato a confermare il suo istinto del gol in un ambiente ben più pressante di Bergamo. I risultati furono eccellenti, forse anche grazie ad un gioco meno arioso e più pratico rispetto alla Juve 1996-97: i due attaccanti risultavano ora i veri terminali offensivi, come forse mai nelle passate Juventus “lippiane”. Inzaghi aveva segnato fin lì 15 gol tra Supercoppa, campionato, Coppa Italia e Champions League,  Del Piero addirittura 21, fornendo così un contributo importantissimo per la conquista della Supercoppa in agosto e per il proseguimento della stagione nelle altre tre competizioni. 

E così, in una sfida con tanti assenti, la Juve non poteva che affidarsi ai suoi due gioielli offensivi per avere la meglio di una Samp che sotto la guida di Boskov aveva saputo risollevarsi dopo un inizio di stagione complicato ed era pronta a proseguire il cammino positivo anche al “Delle Alpi”, tanto che Boskov alla si era lasciato scappare il classico “a Torino per vincere” tanto in voga nelle dichiarazioni pre-match da parte degli avversari, ma altrettanto frequentemente sconfessato dal campo.

Lippi si affidò al 3-4-1-2 per esaltare le capacità di Zidane di azionare le punte e al tempo stesso  per disinnescare il 5-3-2 sampdoriano e soprattutto i due attaccanti che rispondevano ai nomi di Montella e Signori. Per i liguri fu una disfatta con un 3-0  sul groppone, a ben evidenziare il carattere, la volontà e il potenziale di un gruppo che sembrava avere risorse inesauribili ed essere capace di tirare fuori dal cilindro una prestazione a tratti spettacolare che consentì di tenere l’Inter, vittoriosa nel pomeriggio in casa col Lecce, a 4 punti di distacco, infliggendole un colpo morale mica da ridere: nonostante la difficile situazione Del Piero siglò il vantaggio al 5’ dopo una bella fuga sul centro-destra, che si concretizzò con un tiro alle spalle di Ferron. Al 12’ la partita poteva già considerarsi chiusa grazie al raddoppio di Inzaghi con un bella girata al volo su cross di Conte, al termine di una bella azione corale innescata da un Del Piero in formissima.  Primo tempo ineccepibile dunque per i nostri, in grado di annullare gli attaccanti doriani e tutti i possibili rifornimenti, fino al 46’, quando Iuliano fu costretto ad atterrare Signori lanciato a rete, rimediando così un cartellino rosso che pareggiava quello di Laigle al 27’.

Un’orchestra quasi perfetta anche nel secondo tempo la Juve, capace di sfiorare più volte il gol, con due occasioni davvero clamorose capitate a Zidane:dapprima lanciato a rete da Del Piero fu stoppato al 24' da Ferron che si sarebbe ripetuto al 29’ quando il francese ignorò  il numero 10 bianconero pronto a segnare a porta spalancata. Ci avrebbe pensato Fonseca al 32’ a firmare il 3-0 definitivo con una bella girata di sinistro.