Juve-Napoli finisce come al solito: 3-0

Evidentemente per il Napoli lo Juventus Stadium è un minimo indigesto.
La Juve è l'ossessione dei napoletani, ce lo ricordano ogni volta in cui devono festeggiare un gol contro il Catania, l'Atalanta o il Bologna, gli avversari tradizionali del loro club.
"Chi non salta è juventino...", "Don din don din intervengo da Torino (e poi, perché da Torino?) ha segnato Higuain!" e altre amenità assortite.
Ossessionati.
Dall'altra parte, il tifo juventino (segnatamente i gruppi ultras) si è distinto per i soliti cori idioti che almeno dalle nostre parti speravamo di non sentire.
Bravi, bravi, e ancora bravi, soprattutto dopo l'intervento dello speaker direi ammirevole la rivendicazione ("noi facciamo quel cazzo che vogliamo") di indipendenza assoluta da parte di questi cervelloni.
No, cari i miei imbecilli, il cazzo che volete lo fate a casa vostra.
E la cosa vale anche per i soliti ultras napoletani - gli stessi che lo scorso anno presero a bastonate il pullman della squadra, con tanto di vetri frantumati - protagonisti dei consueti atti vandalici consumati nei bagni dello Stadium, con oggetti divelti e scagliati sui malcapitati tifosi bianconeri che hanno avuto una sola sfortuna: essersi seduti a ridosso del settore occupato (stasera) da quei delinquenti con i vessilli azzurri.
Da anni spero in una riforma decisa da parte degli organi competenti e in misure drastiche da parte delle società: fuori questa gente dagli stadi, di ogni colore e fede calcistica, e allora forse si ricomincerà a restituire un minimo di credibilità al nostro calcio, vessato in maniera pesante da questi personaggi.
Lo dico nel giorno di Salernitana-Nocerina, una schifezza che più schifezza non si può.
Davanti allo strapotere ultras mi vergogno di essere italiano, e ricordo quando guardavamo con orrore certe scene provenienti dall'altra parte del mondo, magari da qualche campionato sudamericano dove morti e feriti si contavano regolarmente ad ogni weekend.
La vergogna dei cori (che il malcostume sia diffuso non mi consola affatto), la sceneggiata di Salerno: resta solo il campo a darci sollievo.
E il campo ha detto ancora una volta che fra Juve e Napoli c'è ancora molta differenza.
Cambiano gli interpreti, via Cavani, arrivano un gruppo di giocatori interessanti con la ciliegina Higuain, ma cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.
Sì, lo so, adesso si aggrapperanno ancora ai 21 cm (vi giuro che è spuntato anche il centimetro elettronico su Sky! Avercelo ai tempi di Dino Viola...) che sanciscono fuorigioco sul primo gol di Llorente, un classico dell'antijuventinità pura.
21 centimetri.
Su un'azione confusa.
Mi verrebbe voglia di mandare tutti a quel Paese.
Per primo lo Zio Bergomi, dichiaratamente pro-Napoli, con quella voce tremolante e ansiosa, forse perché sperava in un pari favorevole alla sua amata "Innnnnntter".
Zio, sta' tranquillo: anche quest'anno per la tua "Innnnnntter" non ce n'è.
Poi i vari napoletani più o meno celebri che adesso scasseranno i cosiddetti fino al ritorno.
Sappiano che con loro il conto è sempre in credito, almanacchi alla mano.
Il primo tempo, tolte un paio di iniziative di Insigne da metà frazione in poi e un tiro di Higuain finito a lato, è stato sostanzialmente un monologo bianconero.
Un monologo indubbiamente favorito dal vantaggio immediato, ma Reina si è superato in più di un'occasione, mentre Buffon non ha praticamente mai toccato palla.
Il ritmo imposto dalla Juve è stato simile a quello esercitato martedì nel primo tempo contro il Real Madrid, persino alcuni elementi che sino ad oggi avevano fatto storcere il naso ai tifosi bianconeri (Isla, Ogbonna) hanno dato il loro concreto contributo.
Llorente è una variante tattica importante, e la precisione dei lanci di Bonucci ha nel basco una torre di riferimento costante e spesso decisiva, mentre Tevez è stato poco incisivo sotto porta ma tanto ostico per la difesa napoletana.
El Machado ha fatto intendere stasera perché "un vero argentino gioca a Torino".
Nella ripresa è uscito il Napoli, costretto dal risultato a produrre lo sforzo per recuperare: ma tutto quello che trova è un'occasione per Hamsik, mentre Vidal si mangia un gol non da lui, a tu per tu con Reina.
Poi "l'attacco fantastico" del Napoli si arrende alle prodezze di Pirlo ("maledetta" in piena regola) e Pogba (il francesino gol banali al Napoli non ne vuole proprio segnare) e se l'espulsione di Ogbonna lascia il finale rabbioso alla squadra di Benitez - segnatamente all'ottimo Insigne, unico positivo fra gli attaccanti azzurri - tocca a Buffon recuperare un po' di autostima, con alcuni interventi buoni per riscattare un inizio di stagione abbastanza negativo.
3-0, una diversa dimostrazione di personalità, un diverso spessore: è cambiato l'allenatore ma i risultati del Napoli a Torino rimangono gli stessi.
La Juventus recupera due punti alla Roma e stacca il Napoli di tre punti, per la quarta partita consecutiva non prende gol e, come nota finale, possiamo dire che Conte ieri ha provocato Benitez ("hanno incassato 60 - milioni per Cavani - e hanno speso per 90") e oggi ha dimostrato che si può vincere facendo buoni affari.
Llorente, Pirlo, Pogba: tre parametri zero nel tabellino dei marcatori.
La cosiddetta "creatività" può sopperire ai milioni, la storia del calcio è piena di esempi di questo tipo.
Avanti così, la stagione è lunga ma i presupposti per divertirci anche quest'anno ci sono tutti.