Robo en el Bernabeu: asì gana el Madrid.

Un robo madrileno.
Un furto.
Roba tipo Elche-Real Madrid, quello schifo che scandalizzò la Spagna intera e creò il caso con i tweet dei calciatori del Barcellona a commentare sarcastici il fallo di Pepe che si vide regalare un penalty a tempo scaduto.
Stasera è andato in scena un furto al Bernabeu e, ironicamente, prendendo a prestito un coro classico dei tifosi merengue, diciamo che “così vince il Madrid”.
In Europa, al Bernabeu in particolare e da sempre, con la proverbiale scorta.
Ve lo dico subito: sebbene non mi piaccia particolarmente parlare di arbitri stasera non posso non prendermela con il signor Manuel Grafe e il suo gruppo di colleghi, indiscussi men of the match.
Una gara a senso unico, indirizzata in maniera grave dal solito effetto-Bernabeu.
Il blasone madridista ha inciso su un direttore di gara al primo incontro importante della carriera, e complimenti all’UEFA per aver inviato un inesperto incapace ad arbitrare un match così importante.
Su Sky parlano di “arbitraggio discutibile”, nessuno fa piazzate, nessuno invoca la sospensione del signor Grafe come accadde – per esempio - anni fa per l’Ovrebo di Bayern-Fiorentina.
L’espulsione di Chiellini, causata dal vergognoso Ronaldo, è lo spartiacque di una partita dal risultato bugiardo.
E il rigore di Chiellini su Sergio Ramos, che pure lui ci mette il braccione, episodio derubricato a Sky con un perentorio “c’era” dagli imparzialissimi Teotino e Condò.
Tanto per rinfrescare ulteriormente la memoria, quel fallo è meno evidente di quello che fece scandalizzare l’opinione calciofila nazionale quando il Milan subì un famoso penalty contro il Barcellona al Camp Nou.
Il fallo di Illaramendi su Vidal, non visto da un arbitro di porta con la visuale liberissima, liquidato come al solito con “difficile da vedere”, la scusa puerile che si utilizza quando c’è di mezzo la Juve.
Immaginate se fosse toccato a qualcun altro subire tutte queste cose in soli novanta minuti: saremmo ai titoli di giornale, alle polemiche nel post partita, alle crociate mediatiche in attesa del prossimo scontro diretto.
Con la Juve no, quando la Juve subisce un torto è sempre colpa della fatalità.
E mezza Italia gode.
Come sempre, ma sarà più dolce ritornare a far ingoiare fango a tutti.
Non è sicuramente fortunata la Juve in questa Champions League: nonostante le responsabilità per aver gettato alle ortiche le prime due partite del girone, la squadra di Conte avrebbe sicuramente meritato più dei 2 punti che si ritrova ad avere al giro di boa della prima fase.
Reduce dalla surreale partita di Firenze, la squadra stasera ha giocato decisamente meglio di un Real Madrid dato fra i favoriti assoluti della manifestazione.
Io non ho tutta questa stima dei galacticos, lenti e prevedibili, persino spocchiosi in certi atteggiamenti e consapevoli che prima o poi l’aiutino arriverà, e se non arriva l’aiutino ci pensa il Ronaldo finto, che comunque è sempre tanta roba.
L’eterno numero due di questi anni pallonari ne mette due tirando in porta tre volte ma, per quanto possa gratificare il suo ego, bell’aspetto, l’indiscussa capacità tecnica e il contratto da numero uno al Mondo non bastano: resterà sempre e comunque un numero due.
La sceneggiata costata l’espulsione a Chiellini (difficile persino fischiare fallo, in condizioni normali, addirittura folle espellere il bianconero per chiara occasione da gol) è roba pienamente rappresentativa del repertorio del metrosexual portoghese.
E mi fa schifo.
E’ meglio tornare a parlare della Juve, buona come lo era stata a Firenze fino al black out dell’ultimo quarto d’ora. Anzi, forse stasera è stata anche più bella, ma aspetterei a dare i meriti di questo miglioramento al ritorno della difesa a quattro.
Direi piuttosto che la squadra sta piano piano crescendo di condizione, anche in inferiorità numerica ha dimostrato di potersela giocare contro un avversario ritenuto fra i favoriti.
Non voglio parlare di singoli ma di gruppo: ho visto segnali, ho visto la voglia di lottare senza timore contro l’idea di chi pensava fosse meglio portarsi il pallottoliere, ho visto l’impegno di tutti fino alla fine, a osare con coraggio anche in inferiorità numerica. Ho visto Conte sbraitare ed incazzarsi in panchina come non lo vedevo da tempo.
L’ho rivisto più tardi, in sala interviste, finalmente fiero ed orgoglioso come non lo vedevo da tempo.
Nessuna reazione piatta, tipica del Conte fatalista di questi primi mesi di stagione. A domanda di Pablito Rossi sulla mancanza di grinta e ritmo di questa squadra rispetto a quella della stagione scorsa ha risposto: “lo scorso anno siamo stati strapazzati dal Bayern. Qui invece abbiamo giocato contro una di quel livello ma la storia è stata molto diversa. Sappiamo che possiamo giocarcela contro queste squadre, adesso.”  
Vedremo cosa succederà, ma da questa sconfitta paradossalmente credo che tutto l’ambiente esca rafforzato e qualcosa mi dice che niente è perduto. Anche in Europa.