Tre punti, il turnover e gli errori ripetuti. E tanti applausi a Sannino.

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 La quattro giorni alla veronese della Juve si conclude come era iniziata, con lo stesso punteggio ottenuto con le stesse modalità.Gol subìto per troppa sufficienza, e oggi tocca a Buffon salire sul banco degli imputati per un rinvio quantomeno azzardato, una roba da Victor Valdés dei tempi peggiori.Gigi merita un altra tirata d'orecchie per quella respinta sui piedi di Paloschi che aveva permesso all'ex milanista di riportare in vantaggio il Chievo, vantaggio vanificato dall'annullamento (errore) sancito dal guardalinee.Errore grossolano, evidente, ma anche facile da decifrare: l'assistente scambia la figura di Théréau - in fuorigioco netto sul tiro di Bentivoglio - con quella di Paloschi (in posizione regolare) che si avventa sulla respinta “paperata” di Buffon.In proposito, giù il cappello di fronte a Sannino, a fine partita dimostratosi uomo vero nell'evitare di farsi coinvolgere dallo studio di Sky Calcio Show, con la romanistissima D'Amico, Mauro e Marchegiani, tutti pronti con la bava alla bocca a stuzzicare il mister clivense sull'episodio.Splendidamente, Sannino ha glissato sull'episodio e ha preferito parlare di quello che non è riuscita a fare la sua squadra, troppo rinunciataria e passiva in fase offensiva, troppo poco efficace in occasione dei due gol bianconeri.Aspettiamo i giornali di domani, sicuri che l'atteggiamento di Sannino verrà bypassato dai consueti titoli in stile anti-Juve...

Chiuso il discorso “episodi”, veniamo ad analizzare un po' la prestazione della Juventus, meno intensa rispetto alle ultime uscite, con meno occasioni create.
Una prestazione comunque sufficiente per meritare il successo.
Conte ha attinto a piene mani dal “reparto riserve”, atteggiamento sicuramente rischioso ma praticamente obbligato se si vuole arrivare a coinvolgere tutta la rosa, tenere alta la tensione e non rischiare di arrivare col fiato corto in primavera come avvenne l'anno scorso.
Quella di stasera è stata la quarta partita disputata dalla Juve in dodici giorni (Inter, Copenhagen, Verona, Chievo) e la rotazione applicata da Conte mi trova perfettamente d'accordo per i suddetti motivi; ed è altrettanto comprensibile che, stravolgendo continuamente le formazioni, si possa andare incontro a qualche rischio e a dover fronteggiare alcune difficoltà.
Pensateci: contro l'Inter è andata in campo la formazione cosiddetta “titolare”, almeno per le indicazioni che sono emerse in questo periodo, e da Copenhagen in poi è andato in scena un turnover mirato che ha coinvolto tutti tranne Pirlo - comunque due volte sostituito nelle precedenti partite, una rarità - e Pogba, il quale, probabilmente, partirà dalla panchina domenica.
Quindi non mi fascio la testa se per una sera non vedo la Juve dominare l'avversario ma limitarsi a speculare, facendo comunque sempre meglio dell'avversario di turno.
Mi arrabbio se vedo subire certi tipi di gol, ma ne prendo atto, consapevole che nonostante le disattenzioni non capiterà sempre di subire gol al primo (e spesso unico) episodio concesso all'avversario.
E' un momento in cui gira così, siamo ad inizio stagione, stanno giocando in tanti e si fa risultato: di meglio adesso non potrei chiedere.
Abbiamo spesso sottovalutato questi ragazzi e confrontandoli con certe figure del passato pre-Calciopoli siamo arrivati addirittura a deriderli: in questo caso la memoria ci dovrebbe venire in soccorso per farci riflettere su certe prestazioni contro le provinciali ai tempi lippiani, quando Marcello attuava turnover sfrenato ricavando vittorie striminzite - ma di importanza capitale - sui campi di Piacenza, Modena, Perugia ecc.ecc.
Tornando alla partita di stasera, ho rivisto un ottimo Pogba, un buon Llorente (se non sai che fare, la palla passala a lui, alta o bassa che sia: se va male te la restituisce. Che differenza col recente passato!), Marchisio positivo e un Chiellini in leggera ripresa, mentre quello che per tutti sembrava diventare “il caso” (Pirlo) l'ho visto abbracciare Conte a fine partita con un atteggiamento tale che un “caso” di solito non adotta.
Non mi sono piaciuti Ogbonna, Isla e il secondo tempo di Peluso (nel primo, ha messo diversi palloni in mezzo e si è ben proposto), mentre Quagliarella mantiene una media gol altissima e forse ha ragione Conte: da quando è rientrato dall'incidente del gennaio 2011, lo stabiese non è mai stato così bene.
Ora avanti col derby, col Toro bello carico e con una classifica dignitosissima: appuntamento a domenica per l'ora di pranzo, sperando di lasciare i granata a digiuno come avviene da più di 18 anni.