La corazzata bianconera schiaccia il tremendismo granata

Vidal"Il derby è il derby", "Tutto può accadere", "Abbiamo più fame di loro". Queste alcune delle dichiarazioni sentite in settimana sulla sponda granata della città di Torino. Certo, indubbiamente il derby è sempre una partita insidiosa, che può riservare sorprese. Ma questo vale per le altre squadre. Dal 1995 il Torino non vince con la Juventus, e con oggi la striscia si allunga ulteriormente.
C'è poi da considerare un'altra questione altrettanto rilevante: il divario tecnico che c'è tra la Juve e le inseguitrici. Perché, a 4 giornate dal termine, 11 punti sulla seconda sono un bottino difficilmente giustificabile con arbitri accondiscendenti e sim sloveno-turco-ostrogote.

Ma passiamo alla partita: come da pronostico, il Torino è partito subito fortissimo, con marcature a uomo sui tre difensori centrali e su Pirlo per impedire la circolazione di palla. Ottimo schema, se le partite durassero solo un'ora. Nonostante il pressing asfissiante, le occasioni più ghiotte sono sempre capitate sui piedi degli juventini, con un Vucinic croce e delizia, capace di grandi aperture e di leggerezze imperdonabili sotto porta. Sontuoso come sempre Pogba, e mostruoso con i suoi recuperi Vidal. Il campo pesante e l'eccessiva leziosità degli uomini bianconeri però avrà sicuramente causato qualche preoccupazione a Conte, che ha dovuto aspettare il 41' della ripresa e il pragmatismo di Vidal per vedere sbloccato un match che sembrava ormai indirizzato verso un pareggio "tremendista". Ma è proprio qui che si concentra tutta l'essenza dei granata: come ha ricordato in una recente intervista Camoranesi: “Non ho mai capito perché, a distanza di 40 anni, i granata parlino sempre e soltanto degli anni Settanta. Invece di scrivere nuove pagine, pensano sempre alla storia: credo che questo sia il loro limite”.
Ed è così, caro Mauro German. Il tremendismo granata non è altro che una scusa, una coperta di Linus sicura sotto cui rifugiarsi quando le cose non vanno per il verso giusto. E noi gobbi ringraziamo, perché ci permette di vivere più sereni i derby della Mole.
Manca ormai un punto al 31°, che potrebbe arrivare la prossima settimana contro il Palermo, in una data famosa per tutti i gobbi (tranne per Cobolli Gigli, lo so, ma ho specificato "gobbi"). Coincidenze così fanno davvero credere che Dio, o chi per lui, possieda uno spiccato senso dell'umorismo.

Vorrei inoltre fare una puntualizzazione sulla telecronaca Sky: è stato davvero toccante vedere come i commentatori tifassero spudoratamente per il Torino. Vedere come Caressa urlava quando Bianchi, solo contro due, inseguiva una palla chiaramente sui piedi di Bonucci sperando in un errore del difensore. O come Bergomi, sull'1-0, incitasse il Toro a non mollare ("devono crederci, Fabio!").
E chiudo con una considerazione su Massimo Mauro: l'opinionista, con Conte ai microfoni Sky, si è prodotto in un'uscita infelice, insinuando che, per arrivare tranquilli allo scudetto, si può anche pareggiare. Inutile dire che Conte ha risposto abbastanza stizzito, ricordando i 4 mesi di squalifica ingiusta affibbiatigli dal Tnas, lo stesso istituto che ha poi ha cancellato mesi e anni di squalifica per molti altri giocatori, ingiustamente puniti da una giustizia sportiva che di "giustizia" ha poco o niente.
Perché forse ci dimentichiamo che per 4 mesi abbiamo avuto la panchina priva di quella carica emotiva che solo Conte sa trasmettere ai suoi giocatori. Il gruppo quindi non è mai mancato, eccome. E pensate se arrivassero un paio di colpi quest'estate... chissà...


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