Vidal proietta la Juve verso il 31

vidal01Con il pareggio maturato tra Napoli e Milan, l'occasione per la Juventus di allungare era troppo ghiotta per essere sprecata; e infatti gli uomini di Conte hanno chiuso la pratica Lazio nel primo tempo: 45 minuti intensi nel corso dei quali, dopo 8 minuti di sfuriata avversaria, Vucinic trovava un rigore netto con conseguente ammonizione di Cana (chiedere il rosso era eccessivo, è già tanto che Giannoccaro se la sia "sentita" di fischiare). Dal dischetto, Vidal trasformava agevolmente, segnando poi il raddoppio 20 minuti più tardi. Da lì in poi, la Juventus si limitava a controllare la partita, cercando di tanto in tanto di mettere dentro il terzo goal che avrebbe definitivamente chiuso i giochi.
Dal canto suo, la Lazio cercava a più riprese, tramite il contropiede, di pungere la Juventus (basti pensare alla palla goal sprecata da Cana a inizio partita), sfruttando quelle poche occasioni in cui gli ospiti calavano in concentrazione, ma senza lucidità.
Passando all'analisi tecnica, oggi si è visto il modulo che era stato annunciato per l'andata di Champions all'Allianz Arena: quel 3-5-1-1 che si riteneva potesse infoltire il centrocampo juventino per arginare al meglio le offensive dei tedeschi e ripartire velocemente. Un modulo più "europeo" del 3-5-2 canonico che la Juventus adotta in campionato perché consente ai due esterni di essere più alti, ma che necessita, come ha precisato oggi Conte nel post partita, di un giocatore come Vucinic, l'unico capace di tenere palla e far salire la squadra, ma anche dotato di quei colpi di genio che possono risolvere le partite. Certo, va anche detto che per Asamoah e Peluso affrontare Gonzales e Candreva è ben diverso dal trovarsi di fronte Ribéry e Alaba...
E, a proposito di singoli, va annotata l'ennesima prestazione maiuscola di Pogba: questo giocatore, 20 anni appena compiuti, è diventato nel giro di qualche mese non più una riserva, ma una delle frecce all'arco di Conte; i dribbling effettuati a centrocampo hanno ricordato da vicino alcune giocate che i tifosi non vedevano dai tempi di Zizou... con una piccola ma decisiva differenza: Pogba ha davanti a sé molti anni per migliorarsi ancora. Certo, i ruoli coperti dai due giocatori sono diversi, ma il futuro che si intravede per lui è luminosissimo, e non possiamo che augurarci che resti ancora a lungo da noi. Per quanto riguarda il resto della squadra, rispetto al bell'inizio fase calante per Asamoah (comunque in ripresa rispetto ai mesi di febbraio-marzo) e per Pirlo.
Insomma, una Juventus che vince agevolmente, gestendo con calma la partita contro una delle squadre più forti del nostro campionato. E qui si apre una discussione: come mai molti operatori di mercato, tra cui Marotta, e molti giornalisti si affannano a dire che i giocatori stranieri non vengono in Italia perché il nostro è il campionato più difficile d'Europa e dovrebbero affrontare un lungo periodo di adattamento? Ne siamo così sicuri? La Juventus, castigata malamente dal Bayern Monaco in coppa, oggi ha letteralmente sovrastato (55% possesso palla, 6 occasioni da gol a 3) la quinta in classifica del nostro campionato. E il motivo è chiaro: la nostra Serie A è calata moltissimo negli ultimi anni. Calciopoli non ha colpito duramente solo i bianconeri, ma ha originato un "effetto farfalla" anche sulle altre squadre italiane.

Il ranking Uefa nel 2006 recitava:
1 Spain 72.748
2 Italy 66.731
3 England 63.486
4 France 50.781
5 Germany 48.364

Sette anni dopo invece:
1 Spain 87.739
2 England 81.963
3 Germany 78.186
4 Italy 64.147
5 France 59.000

E' lapalissiano che un giocatore forte valuti l'Italia come un campionato "meno competitivo" o comunque con squadre globalmente più deboli rispetto a quelle presenti in Spagna e Germania. Non so se il tanto agognato top player arriverà quest'estate. Di certo, se chi di dovere non lo acquisterà, non potrà propinarci la storiella che "gli stranieri devono adattarsi". Semmai, siamo noi che dobbiamo adattarci agli altri, e in fretta. Ma non voglio chiudere troppo negativamente: in fin dei conti, la Juventus è tra le prime 8 squadre d'Europa, e il suo appeal lo sta lentamente recuperando. Con uno stadio di proprietà e con i massicci investimenti sull'area della Continassa, i bianconeri si stanno garantendo un introito pecuniario notevole, che non sembra per ora avere rivali nel nostro paese. L'acquisto di spessore è dunque possibile ma, dopo tre estati altalenanti, sarà Marotta capace di fare quel salto di qualità, soprattutto a livello mentale?
Perché, in caso contrario, la porta è quella. D'altro canto, la pazienza non è una virtù juventina: basti pensare al destino di Ancelotti che quando fallì per la seconda volta l'obiettivo venne subito esonerato.
Per il momento, godiamoci questo + 11 sul Napoli, con la consapevolezza che lo scudetto non è ancora matematicamente vinto, ma che Conte non permetterà facili cali di concentrazione nei giocatori, nemmeno se si è sul 2-0 in casa della quinta in classifica a 2 minuti dalla fine.

 

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