La Juve riprende a correre. Viola impotenti.

vidal01Per loro è sempre una sfida speciale, per due volte l'anno arrivano ad inventarsi una rivalità che non esiste, non può esistere in un mondo razionale.
Ditemi quale tipo di rivalità potrebbe esistere fra una società come la Juve e la Fiorentina.
Quando i viola hanno vinto il loro secondo e ultimo scudetto i Beatles erano ancora in attività e l'uomo non aveva ancora conquistato la Luna.
La storia della Fiorentina non permette accostamenti con la Juve, sempre se si decide di parlare di pallone e non di sfida a chi spara le stronzate più grosse.
In questo i viola sono inarrivabili: e a proposito di stronzate vorrei capire perché anche stasera cori inneggianti il Liverpool e striscioni con le scritte “-39” sono passati in cavalleria, mentre la scorsa settimana il “bordocampista” di Sky aveva segnalato gli sfottò (comunque non razzisti) indirizzati a Balotelli dalla tifoseria bianconera in trasferta al Bentegodi.
Parliamo di calcio e lasciamo da parte altre polemiche, quelle aizzate dal facilmente irritabile Andrea Della Valle in merito al video apparso sul sito ufficiale della Juve in occasione della presentazione del match.
Anche se, in effetti, tolti i primi 10 minuti nei quali la Fiorentina ha provato ad impensierire l'ottimo Buffon, la partita dei viola è oscillata fra Inferno e Purgatorio, vista la sensazione di impotenza che Jovetic e soci hanno denotato dal gol di Vucinic in poi.
Solo qualche iniziale sbavatura di Marrone, che ha affrontato Jovetic e Toni con interventi da centrocampista e non da difensore centrale, ha permesso ai viola di provarci.
Ma già prima del gol di Vucinic i bianconeri avevano creato più volte i presupposti per il vantaggio e, una volta sbloccato il punteggio, Vidal (mostruoso) e compagni hanno accelerato fino a chiudere il conto prima dell'intervallo con Matri che, seppur scalzo, batteva Viviano e lanciava un segnale importante alla concorrenza interna col suo sesto gol in campionato, il quinto nelle ultime sette giornate.
Se all'andata la Fiorentina aveva dato tutto (a proposito della rivalità unilaterale...) ma aveva raccolto solo tanti complimenti, stasera la differenza è apparsa netta, impietosa.
La fase difensiva della squadra di Montella, allenatore e uomo più che rispettabile, è degna del miglior Zeman: fra Roncaglia, Savic e Rodriguez non si riesce a farne uno buono nemmeno sommando le qualità dei tre; il centrocampo che alcuni frettolosi rosiconi avevano definito “il più bello e forte della serie A” viene portato a scuola dai tre pari ruolo incrociati stasera.
A dimostrazione del fatto che se i viola cercano di giocare a pallone a viso aperto lo possono fare contro avversari inferiori ma, se trovano sulla loro strada la squadra più forte degli ultimi due anni, i ragazzi di Montella pagano dazio.
Succede che Pirlo gode di libertà di memoria zemaniana, che Vidal si mangia - a turno - tutti i componenti del fascinoso centrocampo viola e che Barzagli ridimensiona chiunque passi dalle sue parti, gioiellino dal mento pronunciato in primis.
Attorno a questi tre girano benissimo i due attaccanti, entrambi a segno e autori di prestazioni convincenti e non sfigurano Marrone, De Ceglie e Peluso, nonostante alcuni interventi “emotivamente coinvolgenti” del primo e lo spauracchio Cuadrado da affrontare per i due ragazzi schierati sulla fascia sinistra.
Dura un'ora l'autonomia del rientrante Marchisio, che anche oggi ha dato una bella dimostrazione di cosa chiedono tutti gli allenatori quando spronano i loro centrocampisti ad inserirsi e, nonostante alcune letture sbagliate, anche Lichtsteiner ha “arato” la fascia con la continuità dei tempi migliori.
La ripresa è stata pura accademia con qualche errore sotto porta di troppo da addebitare a Matri e al subentrante Giovinco, ancora una volta impreciso e pasticcione, ma per una volta perdonato visto che i suoi errori non hanno inciso.
Ora ricomincia l'avventura europea, e a Glasgow dovrebbero esserci tutti, acciaccati odierni compresi, escluso Giorgione Chiellini.
Inutile sottolineare che da oggi si entra nella fase calda della stagione, e l'impressione che ho ricavato in questi ultimi giorni è quella di una Juve che arriva pronta al momento decisivo, una Juve in crescita costante che dalle rimonte subìte nelle prime uscite dell'anno è passata a dominare e gestire senza problemi avversari come Chievo e Fiorentina.
Piano piano, le cose stanno tornando alla normalità.

 

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