Regalo al Genoa, altro mezzo passo falso

borriello01La Juventus conclude il suo mediocre gennaio di campionato (quattro partite, cinque punti) con il secondo, gentile omaggio ad una genovese: dopo i tre punti sciaguratamente consegnati alla Samp il giorno dell'Epifania, stasera è toccato al Genoa - penultimo in classifica- ricevere il regalo di un punticino.
Un cadeau che il neo tecnico Ballardini festeggerà di sicuro.
Un tiro in porta e un gol per i rossoblù, per merito dell'ex di turno, Marco Borriello, che non esulta nonostante i soli sei mesi di permanenza in bianconero e le innumerevoli manifestazioni di dissenso che erano state promosse dalla tifoseria juventina al momento del suo ingaggio.
Forse il gesto di Borriello è la cosa più bella della serata, perché la partita non è stata granché.
Genoa chiuso e Juve che fatica a trovare spazio dall'inizio, qualche occasione nel primo tempo (poca roba per la verità) e ripresa iniziata dai bianconeri con un improvviso cambio di ritmo, che si traduceva in vantaggio quasi immediato grazie a Quagliarella.
Era cambiato l'approccio, e il gol del miglior marcatore stagionale non era che logica conseguenza di quello che la squadra aveva mostrato nei primi minuti della seconda parte di gara, e cioè una convinzione inespressa nei primi 45 minuti.
Ma, appena andata in vantaggio, la squadra si è seduta, ha pensato di gestire e ha pagato, come purtroppo le è sempre capitato in questo inizio di 2013, cioè nell'unica disattenzione/incertezza che concede in novanta minuti.
Non mi preoccupo per il pareggio, non mi spaventa il Napoli che domani può avvicinarsi vincendo a Parma, mi preoccupano questi cali di tensione e questa incapacità di far breccia nella difesa di un Genoa per giunta ridotto in inferiorità numerica per non aver potuto sostituire l'acciaccato Floro Flores.
Tanta pressione, qualche gol sbagliato, finalmente il risultato che si sblocca e poi il rilassamento, l'incapacità di gestire il risultato e il gol subìto alla prima occasione concessa.
Poi la vana rincorsa al nuovo vantaggio, che non arriva.
Il leit motiv bianconero di gennaio è questo.
Era successo con la Samp, in undici contro dieci, e quella volta gli errori furono due: il primo di Buffon, il secondo di Peluso.
Era successo contro il Parma, quando la mancata chiusura di Bonucci aveva lanciato Sansone libero di freddare Buffon, malgrado la (vana) rincorsa di Caceres.
Contro la Lazio il “pasticcio di gruppo” targato Vucinic-Caceres-De Ceglie-Storari aveva permesso a Mauri di pareggiare una partita che i biancocelesti meritavano di perdere largamente.
E' un problema che si ripropone e che a mio parere va imputato ad un pizzico di sorte avversa ma, soprattutto, alle assenze e alla condizione fisica e mentale non eccelsa di alcuni elementi.
E' un dato di fatto che questo gennaio sia stato affrontato fra mille difficoltà, fra richiami di preparazione e acciacchi che hanno colpito molti giocatori che non possono quindi essere al meglio, senza dimenticare l'assenza di Asamoah che sulla sua fascia manca tanto, sia in fase di chiusura che in costruzione.
Contemporaneamente, certi infortuni hanno obbligato il mister ad insistere su uomini che stanno giocando troppo ed inevitabilmente si ritrovano (anche inconsciamente) ad accusare cali di tensione; e così si rilassano quando credono di aver la partita in tasca (vedi concetto di cui sopra).
Penso che le energie nervose e fisiche in questo momento scarseggino per tutti, e la riprova di ciò l'ho avuta guardando in prima serata la Lazio, malgrado Petkovic avesse attuato turnover: una squadra apparsa sgonfia anche dopo l'ingresso di Mauri ed Hernanes ed incapace di creare un'occasione da gol nitida contro un Chievo ben disposto ma non irreprensibile.
Tre partite a settimana logorano, e paradossalmente spero tornino presto le Coppe, perché allora gli equilibri si ristabiliranno visto che, se la Juve sarà impegnata in Champions League, tutte le inseguitrici si dovranno preoccupare degli impegni nel torneo continentale meno prestigioso.

 

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