Juve, vittoria e record. Tre scandali a Parma.

matri01La Juve chiude l'anno vincendo a Cagliari e si regala una meritata sosta con il vantaggio sulle inseguitrici che, nella peggiore delle ipotesi, resterà immutato.
Partiamo dal fatto tecnico e liquidiamolo in poche righe: Juventus in consueta versione “diesel”, cioè squadra che carbura col passare dei minuti, mentre il Cagliari mette in campo agonismo e grinta come raramente aveva fatto nel recente passato e si ritrova in vantaggio senza nemmeno accorgersene.
Il rigore trasformato da Pinilla è e sarà l'unico sussulto cagliaritano in tutta la partita, ben poco per una squadra vista giocare un calcio arioso e divertente - oserei dire a tratti dominante - a San Siro contro l'Inter e a Firenze.
I sardi giocano duro, ma Damato risparmia alcuni cartellini all'indirizzo di Astori, Ekdal e Pisano, ammonendo Vidal al primo intervento a centrocampo per proteste.
Una delle storture di questa gara, come quella di non concedere alcun minuto di recupero a fine primo tempo.
Siamo alle sottigliezze, comunque, il bello arriverà dopo.
Nella ripresa la Juve sembra mettere alle corde l'avversario con più convinzione, anche perché l'excursus delle due squadre parla chiaro: se la Juve ha totalizzato più punti di tutti nella ripresa il Cagliari è la squadra che ne ha fatti di meno.
Astori entra ancora una volta su Giovinco e rimedia il secondo cartellino giallo, Conte toglie Caceres e Quagliarella e inserisce Padoin e Matri e la partita ormai si gioca nell'area dei ragazzi di Pulga, pure lui espulso contemporaneamente al suo capitano.
Matri si ricorda la legge dell'ex, e finalmente ne mette due determinanti nel quarto d'ora finale del suo mediocre 2012, il secondo al... secondo dei sei minuti di recupero concessi dagli uomini in giallo.
Vucinic, su azione di Giovinco, chiude il discorso.
Bravi tutti, in una serata non scintillante la squadra ha dato un'altra dimostrazione di forza e carattere, e il Cagliari impegnatosi alla morte ha chiuso sulle ginocchia.
Hanno segnato ancora una volta gli attaccanti subentrati, non è mai un caso in questa Juve.
3-1 e tutti a casa, 94 punti in un anno solare record assoluto, superata la Juve di Capello che deteneva il precedente primato a quota 93.
Tanta roba, come si usa dire oggi.

Scandalo 1: Arbitri.
Il primo scandalo della serata lo regalano gli arbitri.
Damato parte con un metro disciplinare pro-Cagliari e non mi riferisco solo al rigore inventato su Sau.
Mi riferisco, e ne ho già accennato, alla gestione dei cartellini: molta tolleranza nei confronti dei rossoblu (alla fine saranno 5 più un espulso) e se pensiamo a quel Murru già ammonito che strattona reiteratamente Vidal (ammonito a sua volta per proteste al secondo fallo della partita, peraltro veniale) il bilancio della gara per i sardi non può che essere: “è andata di lusso”.
Sempre Damato (internazionale) cede alle “istruzioni” di Orsato (pure lui internazionale) che suggerisce il rigore per il ridicolo contatto fra Sau e Vidal.
Distanza di Orsato dall'azione: venti metri, prospettiva infelice, visuale parzialmente ostruita; distanza di Damato, dieci metri.
Eppure decide Orsato.
Orsato... se fossi troppo dietrologo scriverei che è lo stesso arbitro che dalla stessa postazione (arbitro di porta) decretò, riuscendo a vedere fra una selva di corpi, il (presunto) rigore su Milito durante lo scorso Juve-Inter, azione iniziata nettamente fuori area e sulla quale ancora oggi mi riservo dubbi.
Peccato che lo stesso Orsato nella ripresa non rilevi, da posizione molto favorevole - e senza ostacoli alla visuale - la plateale spinta a due mani di Nainggolan su Asamoah che stava coordinandosi per colpire a rete.
Prevengo le facili obiezioni di qualche brillantone: Asamoah era in leggerissimo fuorigioco.
Replica numero 1: davvero difficile da vedere, fosse stato fuorigioco. E stavolta non è la solita panzana.
Replica numero 2: nessuno reclama, e nessun arbitro segnala nulla.
Replica numero 3: se nessuno segnala nulla, a nessuno viene in mente che l'uomo piazzato a creare disturbo a Pirlo (che ha battuto il calcio d'angolo) potrebbe tenere - come in effetti pare essere - in gioco il ghanese?
Quindi, l'atteggiamento di Orsato è, diciamo, quantomeno “discutibile”.
Quando Giovinco finisce a terra in area nei pressi della zolla nella quale nel primo tempo Sau aveva trovato il tesoro del rigore, è Damato a fischiare il rigore meno evidente della serata per la Juve (e fallito malamente da Vidal).
Perché Orsato stavolta non interviene?
E dire che i due rigori concessi sono forse gli unici due che non c'erano.
E che oltre all'episodio su Asamoah nel primo tempo la Juve avanzava un altro rigore piuttosto netto per un “abbraccio con affossamento” gentilmente offerto a Quagliarella da Astori, col capitano cagliaritano appena ammonito e quindi, da regolamento, da sanzionare con il rosso per somma di ammonizioni.
Per alcuni istanti, stasera mi son rivisto i fotogrammi di una vecchia sfida col Cagliari, quella del 2-3 a nostro favore del 2007/08 con tre rigori fischiati (poi due concessi) da Tagliavento ai sardi.
Ecco, sembrava che le invocazioni partite in settimana ("salvate il campionato") fossero giunte a destinazione.

Scandalo 2: Sky.
Superba prestazione a cura del duo microfonato Caressa e Bergomi (a proposito, auguri per il 49° compleanno, in regalo una fornitura perenne di Maalox da condividere col collega), stavolta particolarmente inascoltabili dal pre-partita.
Sentivano il match, probabilmente la carica di Cellino aveva ridato loro quello sprint antijuventino dei momenti migliori.
Sono stati irritanti, nel descrivere un Cagliari aggressivo che “ha messo sotto la Juve per lunghi tratti” (Buffon totalmente inoperoso...), un “Cagliari perfetto in campo e una Juve dall'approccio sbagliato e con la testa già in vacanza” (mai un accenno al gioco “grintoso” praticato dai sardi), fino al tentativo davvero puerile di giustificare il rigore concesso al Cagliari facendo ricorso ad una serie di acrobazie dialettiche da Oscar.
Allo stesso modo, sono stati commentati con stentate ammissioni e una fredda cronaca i casi "rigore su Quagliarella" e "rigore su Asamoah", per la verità più riconosciuti come degni di penalty dall'ex terzino interista.
Roba normale eh!
Mica potevamo aspettarci commenti pregni di quella classica morbosità che pervade "B. & C." quando devono commentare un episodio che agevola la Juve, vedi l'espulsione di Glik nel derby, ritenuta dai due "sacrosanta" ma altrettanto "determinante, ha girato la partita", quando in realtà analizzando la partita contro il Toro si può benissimo verificare come l'operazione "assedio bianconero" all'area di Gillet si fosse già consolidata ben prima dell'uscita del difensore granata.
La delusione di Caressa al pareggio di Matri è imbarazzante; sembra stia facendo la telecronaca ad un funerale di un parente.
Ma i capolavori della serata sono altri due: eccoli.
Prima occasione: colpo di testa di Asamoah a colpo sicuro, Agazzi devia sul palo e la palla ritorna sui piedi del portiere dei sardi che la rinvia verso Vucinic il quale, da pochi metri, calcia incredibilmente fuori.
Caressa in diretta ha il coraggio di affermare due volte, senza il conforto delle immagini, che "Marchisio in fuorigioco ostruiva la visuale di Agazzi".
Niente di più lontano dalla realtà: consultate le immagini - non da Caressa, dal sottoscritto...- Marchisio manco si trovava davanti alla luce della porta.
Seconda occasione: il rinvio di Nenè a pochi passi di distanza da Vidal colpisce il cileno alle braccia, evidentemente portate a protezione del corpo. La palla entra nella disponibilità di Matri che realizza il gol del vantaggio.
Bergomi e Caressa hanno avuto il coraggio di vivisezionare l'episodio, esaurientemente descritto dalle immagini, e hanno avuto il coraggio di rimanere nel dubbio: “non si fischia di solito, però...
E nel servizio del dopo partita confezionato per Sky Sport 24, nel commento il marito di Benedetta Parodi ci infila un “il Cagliari recrimina per il fallo di mano... il tocco di mano di Vidal sul gol del 2-1 della Juventus”.
Vergogna.

Scandalo 3: Cellino.
L'amico di Galliani e Preziosi, il presidente rocker con la sinusite (o saranno le adenoidi?) perenne: Massimo Cellino.
Al solito il signore del grano e delle farine - nonché vicepresidente di Lega, nonché colui al quale gli inglesi hanno preferito un re del porno, piuttosto che affidare a lui le sorti del West Ham - è stato in grado di distinguersi per il solito campionario.
Da più di una settimana girava la voce del rischio inagibilità dello stadio di Is Arenas e questo signore che “è nel calcio da 21 anni” (purtroppo aggiungo io) ha il coraggio di “definirsi disgustato dall'antisportività della Juventus”?
Punto primo, la prima cosa da fare sarebbe quella di mettere Cellino di fronte alle proprie responsabilità, magari gli andrebbero spiegati alcuni concetti quali: come mai il Cagliari da due anni non è in grado di garantire una sede stabile e uno stadio agibile se non a colpi di deroghe?
E' regolare tutto questo? No. Per niente.
E' normale? No. Non può esserlo.
Può succedere? In Italia, evidentemente sì.
E poi, quanti sono attualmente gli stadi nella stessa situazione in Italia?
Tanti?
Può essere, ma che puntualmente lo scandalo di Cagliari balzi agli onori della cronaca mentre altrove una soluzione la si trova fa sorgere un dubbio: ma il signor Cellino in tutto questo qualcosa c'entrerà o no?
Punto secondo: gli insulti alla Juventus e le allusioni sulle stelle e bla bla bla.
Bene ha fatto Marotta a rispondergli con fermezza e precisione, svelando il livello del personaggio, che comunque non è nuovo a queste uscite e - cosa ancora più triste - ad ogni episodio minaccia di lasciare il calcio.
Minaccia puntualmente disattesa, e intanto il diktat è sempre quello: fare le pulci alla Juve.
Perché a casa di personaggi come Cellino non si deve guardare.