La Juve si ferma a 49

buffon01Si chiude stasera la serie di risultati utili consecutivi della Juventus.
L'Inter sbanca lo Juventus Stadium con merito: più reattiva, più tonica e più cattiva la squadra di Stramaccioni che, subìto il gol a freddo di Vidal, accusa il colpo e nei primi 10 minuti rischia di capitolare ancora.
Ma poi il match cambia, i nerazzurri reagiscono, forti di una condizione fisica che li fa arrivare sempre primi sul pallone, mentre la Juve rinuncia a giocare e lascia troppo campo agli avversari
Il pressing delle 3 punte nerazzurre sui difensori impedisce alla Juve di iniziare l'azione come da copione consolidato, Marchisio e Pirlo non incidono, Vidal è l'unico a reggere il confronto dinamico con gli avversari, salvo risultare determinante in negativo nel finale con quella palla persa banalmente a centrocampo che qualche secondo dopo Milito trasforma nel gol dell'1-2.
Milito, schierato con Cassano e Palacio: forse non ci si attendeva uno Stramaccioni così audace, ma le tre punte sono state determinanti e hanno fatto la differenza, esattamente come l'hanno fatta le punte bianconere.
In negativo, però.
Vucinic, braccato dalla rudezza degli avversari, dopo una botta subìta in uno scontro apparentemente innocuo in fase di ripiegamento viene limitato, tanto che a fine primo tempo lascia il campo a Bendtner.
E forse da quel momento finisce la partita della Juve, almeno a livello offensivo: senza il regista avanzato, con l'impresentabile Giovinco a reggere le sorti dell'attacco, la ripresa lascia i bianconeri senza riferimento credibile ed ecco che tornano i lanci dalla trequarti, la manovra lenta e impacciata, le iniziative estemporanee senza uno straccio di gioco.
Reminiscenze del periodo pre-Antonio Conte.
Marotta, invece di fare il fenomeno nel prepartita ("Inter con tre punte? Giocano con spensieratezza...", e Stramaccioni lo "punzecchia" nel post partita...) guardi Milito - e pure un altro buon numero di attaccanti di serie A - e impari a colmare le lacune della rosa.
Perché, pur in una serata in cui l'avversario ha meritato di vincere, il computo delle occasioni parla a favore della Juventus, che ha tirato in porta più dei rivali e ha impegnato più Handanovic di quanto sia stato chiamato in causa Buffon.
Ma se fra Quagliarella, Matri, Bendtner e Giovinco non facciamo un giocatore intero degno di essere definito tale, e Vucinic resta un giocatore di riferimento ma non è mai stato e non sarà mai un bomber affidabile, è impensabile risolvere sempre le partite con i gol dei centrocampisti.
Non voglio farne neppure una questione di moduli, non credo che 4-3-3, 3-5-2, 4-2-4 o 3-3-4 siano formule che possano fare la differenza, credo nei giocatori, nella loro intelligenza e soprattutto nelle loro qualità.
Archiviamo il risultato, prepariamoci ai processi (inevitabili, dopo una serie del genere il tonfo è per forza fragoroso) e facciamo in modo che questa sconfitta (termine al quale non eravamo più abituati) resti un episodio isolato, e magari porti qualcuno a riflettere e correggere eventuali atteggiamenti superficiali e/o presuntuosi (magari anche fisiologici) se ce ne sono stati.
Capitolo finale dedicato a Tagliavento e ai suoi collaboratori: l'errore sul gol della Juve è grave, così come è grave, a termini di regolamento, la mancata espulsione di Lichtsteiner.
Se la prima ammonizione poteva essere eccessiva, la seconda era sacrosanta, ma paradossalmente quella è stata la decisione che ha devastato la prestazione di Tagliavento, alla quale la virata di 180° dopo l'intervallo (concluso con capannello nerazzurro nel tunnel: tutti a ridosso del direttore di gara, a proposito di “influenzare” le decisioni...) fa assumere i connotati di una vera e propria compensazione.
Ai gialli pesanti e quasi “strategici” comminati ai bianconeri corrisponde una certa benevolenza nei confronti dei nerazzurri, spesso risparmiati da cartellini sacrosanti (Cambiasso, due volte nel giro di un minuto; Juan Jesus, plateale su Vidal a palla lontana) che alla fine hanno avuto il loro peso.
E quel rigore, che il dinamico duo microfonato di Sky ha sentenziato come "nettissimo", a maglie invertite sarebbe stato vivisezionato come e più del fuorigioco (netto) su Palacio nel primo tempo...
Ma non mi piace nascondermi dietro ad alibi, è un atteggiamento che di solito appartiene proprio a coloro i quali stasera hanno vinto, e ribadisco, con merito.
Il grandissimo Buffon è stato perfetto nell'analisi post partita, ha riconosciuto i meriti degli avversari e con molta serenità ha ammesso che dopo un quarto d'ora la sua squadra ha lasciato troppo campo all'Inter, forse credendo di avere la partita in pugno.
Mi piacerebbe che succedesse lo stesso nei confronti della Juventus, che qualcuno di quella sponda ne riconoscesse i meriti quando ci sono.
E in questo anno e mezzo di occasioni ce ne sono state, ma non ricordo particolari elogi dagli avversari.
Quanto al prossimo futuro, resto convinto che la Juventus sia nettamente la più forte del lotto, e paradossalmente penso che, sebbene perdere non faccia piacere, questo risultato potrebbe persino risultare salutare.

 

 

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