La Juve fa 3 punti. E va a più 4 sulla seconda.

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Sembrava che la maledizione bolognese dovesse continuare.
Sembrava che il tiro della vita di Taider - su sciagurato “invito” di De Ceglie - avesse irrimediabilmente rovinato la media perfetta dello Juventus Stadium.
Sembrava che il massiccio ricorso al turnover (nella formazione iniziale c'erano solo 4 presunti “titolari”) ci si fosse ritorto contro, come un credito aperto con il Destino per aver osato troppo.
Sembrava che il clima di questi giorni, la “Giustizia” da Bar sport a reti (e stampa) unificate avesse finalmente trovato il “giusto” sfogo.
Sembrava tutto questo e chissà quant'altro, ma alla fine anche stavolta Conte ha avuto ragione.
Ha avuto ragione perché, in formazione che definirei “sperimentale”, un avversario frastornato ma fortemente intenzionato ad interrompere l'emorragia di risultati per i primi 25 minuti è stato sottoposto al “trattamento 2011/12”, ovvero chiuso nella propria trequarti senza vederla mai, come succedeva sempre agli avversari della Juve nella scorsa stagione.
Ha avuto ragione perché, anche se il Bologna prendeva sicurezza, i ragazzi insistevano e ad inizio ripresa ricominciavano a spingere con convinzione, fino a trovare il gol (splendido peraltro) con Quagliarella.
Ha avuto ragione perché qualche settimana fa indiscrezioni rivelate in cronaca riportavano il parere del Mister su Pogba (“Ha solo 19 anni ma è pronto”). Ammazza se è pronto...
Ha avuto ragione perché, a giudicare dai progressi che sta mostrando, tenere fuori Bendtner e torchiarlo per bene finché non fosse presentabile rischia di rivelarsi una mossa sorprendente ma decisiva per i prossimi mesi.
Ha avuto ragione perché, appena subìto il gol del Bologna, la squadra si è riversata furiosa nella metà campo avversaria, sfruttando l'apporto di tre uomini tenuti a riposo e attaccando con buona lucidità.
E il gol nel finale è il giusto premio ad un gruppo che ha imparato a far sentire importanti tutti.
E adesso sotto con un'altra “sfida scudetto”, forse l'ultima speranza per tenere in vita un campionato che dopo 10 partite ha già espresso con chiarezza quali sono i veri valori.
Ora che Roma e Napoli, dietro alle quali soffiava il vento del Mezzogiorno di inizio stagione, sembrano aver svelato l'ennesimo bluff zemaniano e certificata la Cavani-dipendenza, non tutto è perduto per i milioni di antijuventini terrorizzati dalla prospettiva di un lungo dominio bianconero.
E' stato divertente cambiare canale al gol di Taider e sintonizzarsi su San Siro per ascoltare la timida (date le sparute presenze sugli spalti) ma eccitata reazione dello stadio interista, confortata dall'entusiasmo del capo-claque Caressa (ben spalleggiato dal fido Zio B.B.) che sottolineava con enfasi il pareggio del Bologna.
Viceversa, a gol di Pogba appena realizzato, la platea nerazzurra ha reagito come si conviene alla serata del 31 ottobre: atmosfera da cimitero, con il commentatore “ciuffato” ad esprimere il proprio rammarico: “Gol di Pogba al novantunesimo...Ehhh... l'Inter ci aveva sperato... di arrivare a giocarsela con la Juve a -2...”.
E invece no.
Per l'Inter, che anche oggi ha vinto con un episodio non chiarissimo: il rigore su Milito e - soprattutto - la conseguente espulsione di Costa.
Quatta quatta, fra errori sottaciuti ed episodi favorevoli, l'Inter è salita fino al secondo posto, e c'è da giurare che il “silenzio degli amici” (alla faccia del celeberrimo “rumore dei nemici” di mourinhana memoria) continuerà a scavare come l'acqua nella pietra.
Il fatto che il tifoso fiorentino Mario Sconcerti le attribuisca un 40% di possibilità di vittoria in vista del match di sabato sera ("30% pari, 30% successo Juve. Che però mi sembra un po' troppo appesantita...") fa parte del solito giochino - 'disperato' - attuato per tenere vivo l'interesse.
Se non lo salva l'Inter, 'sto campionato finisce a Natale.

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