Juventus da primato, con il Napoli sognano lo scudetto anche Lazio e Inter.

day_after01Allunga la Juventus che regola il Napoli nello scontro diretto, mentre Lazio e Inter tengono il passo e rimangono a -4. A -8 tiene anche la Roma che nel posticipo espugna il Marassi genoano.

La Juve va di corsa. Ma è l’andatura di questa Juventus a scoraggiare chi tifa per un campionato combattuto fino all’ultima giornata. Con 7 vittorie e un pari, la squadra allenata da Antonio Conte ha immagazzinato fin qui ben 6 punti in più della passata stagione. Miglior attacco (19 reti realizzate) e miglior difesa (4 reti subite), i bianconeri sono in testa a tutte le classifiche di rendimento. Contro il Napoli sembrava però che la partita potesse arenarsi sullo zero a zero quando invece, nei dieci minuti finali, si è materializzato l’uno-due micidiale di Caceres e Pogba, da poco entrati in campo. Un pari che ci poteva stare, ma il 2-0 maturato non fa una grinza. Un Napoli stordito, andato al tappeto e che non si è più rialzato come il più suonato dei boxeur, mentre nello Juventus Stadium erano ancora i tifosi juventini a intonare O’ surdato nnamurato come sberleffo finale.

Lazio e Inter pensano in grande. Lo stop del Napoli ha ringalluzzito le aspirazioni di Lazio e Inter che si avvicinano a un solo punto dalla seconda piazza. In Lazio-Milan si stava consumando un dramma sportivo a tinte rossonere quando Klose ha infilato il gol del 3-0 a inizio ripresa e la faccia di Adriano Galliani, inquadrato in tribuna, lasciava presagire la paura di un tracollo ancora più clamoroso. Solo che la Lazio, a quel punto, è sembrata tirare il fiato permettendo il ritorno del Milan, che per lo meno è riuscito a limitare la sconfitta in termini onorevoli grazie alle marcature di De Jong ed El Shaarawy. Ma sempre sconfitta rimane e con pesanti responsabilità di Massimo Allegri ancora alla ricerca del miglior assetto tattico per schierare la squadra. Contro la Lazio fiducia mal riposta in Boateng schierato dietro le due punte, e ripensamento a fine primo tempo con l’ingresso di Emanuelson al posto di un ormai sempre più spaesato Boa. Sulla scia del Napoli, insieme alla Lazio, c’è ancora l’Inter che contro il Catania ha colto la quarta vittoria consecutiva. Tre punti significativi ottenuti contro una squadra ostica, ma non è tutto oro quel che luccica in casa nerazzurra. Se infatti gli etnei, penalizzati da un clamoroso rigore negato sull’1-0, avessero portato a casa un pari non ci sarebbe stato nulla di scandaloso. Nel momento di maggior pressione degli ospiti ha colpito invece Palacio realizzando il raddoppio. Bene comunque la difesa a tre nerazzurra e il doppio mediano (Mudingayi e Cambiasso) schierato per coprirsi le spalle, visto l’azzardo di una formazione che ha schierato in avanti Palacio in appoggio a Cassano e Milito. Ma quella schierata è una linea mediana obiettivamente appena discreta e il tallone d’Achille dei nerazzurri è indubbiamente sulle corsie esterne dove continua ad esserci scarso dinamismo e qualità.

La classifica è cortissima e ancora tutta da delinearsi in coda. Dietro alle prime quattro si fa largo la Roma che, trascinata da Totti e Osvaldo, ha espugnato un Genoa piccolo piccolo scomparso sul campo dopo l'iniziale doppio vantaggio maturato nel primo quarto d'ora. La Fiorentina penalizzata da un vistoso errore arbitrale, che le ha negato un rigore potenzialmente decisivo, non è andata oltre il pari a Verona contro il Chievo. Dietro, fra i 6 punti del Palermo e i 9 del Torino c’è più di mezza serie A (11 squadre!) e ci sarebbe anche il Siena se non fosse partito con i 6 punti di penalizzazione iniziale. Pesano le vittorie del Cagliari sul Bologna, dell’Atalanta sul Siena, dell’Udinese contro il Siena e del Parma sulla Sampdoria alla sua terza sconfitta consecutiva. Pareggio senza troppi squilli fra Palermo e Torino. La scorsa stagione dopo 8 partite la classifica era già delineata in coda con le ultime posizioni occupate da Novara, Lecce e Cesena che sarebbero poi retrocesse. A 8 punti c’era l’Inter che poi riuscì a risalire fino al 6° posto finale conquistando l’accesso all’Europa League. Oggi a 7 c’è il Milan con la metà esatta dei punti che aveva la scorsa stagione a questo punto del campionato. Solo il Palermo fino ad ora ha fatto peggio del Diavolo (un punto in meno), un bilancio parziale che stride considerando non solo il blasone del Milan, ma anche il monte ingaggi della società rossonera che, secondo una recente indagine della Gazzetta dello Sport, con 120 milioni di euro complessivi è il più alto della serie A.

TOP DI GIORNATA

Asamoah (Juventus). Sembra uscito da un videogame. Il suo strapotere sulla fascia è impressionante. Si frulla ripetutamente Maggio fino a quando non esce ammaccato dall’unica occasione in cui l’esterno della Nazionale riesce a fermarlo colpendo palla e giocatore come fosse un tutt’uno.

Candreva (Lazio). L’aria della capitale ha fatto ritrovare al calcio italiano un giocatore che sembrava perduto. Convocazione in Nazionale e prestazione frizzante contro il Milan. Segna anche quello che una volta si chiamava eurogol e regala un comodo assist a Klose per chiudere virtualmente la partita già a inizio ripresa.

Osvaldo (Roma). Se Totti dà il la alla rimonta giallorossa, lui la finalizza con la doppietta che permette alla Roma di ribaltare il risultato.

FLOP DI GIORNATA

Hamsik (Napoli). Stecca la partita più importante. Forse si preoccupa troppo della marcatura su Pirlo, fatto sta che non riesce mai a innescare certe micidiali ripartenze.

Boateng (Milan). Un’anima in pena. Sembra la controfigura del giocatore ammirato fino a qualche mese fa. Per un tempo vaga senza costrutto per il campo, fino a quando Allegri decide che è meglio sostituirlo.

De Canio (all. Genoa). Il suo Genoa contro la Roma è sembrato quello che nella scorsa stagione prendeva caterve di gol da chiunque. Segna due gol nel primo quarto d'ora poi scompare facendosi travolgere da Totti e compagni. Centrocampo inesistente per tutta la ripresa in particolare, difesa da brividi.

 

 

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