E' sempre più Juventus-Napoli ed è già grande attesa per il big match.

day afterJuventus e Napoli vincono e restano appaiate al comando, in vista dello scontro diretto del prossimo turno di campionato. Si conferma la Lazio, mentre l’Inter si aggiudica un derby che mette in evidenza tutti i limiti del Milan.

La Juventus forse meno brillante vista fin qui in stagione vince comunque su un terreno ostico come quello di Siena. Ma va considerato che la partita di Siena è stata l’ultima di un tour de force di 7 gare disputate in 21 giorni in cui, fra campionato e Champions, la Juventus ha messo insieme 4 vittorie e 3 pareggi. Ci sta quindi la prova sottotono di Siena per una squadra a tratti quasi distratta, che ha faticato ad imporsi più del previsto nonostante i massicci attacchi nella ripresa. La squadra di casa, spinta da un ambiente davvero esagitato, ha giocato con grande aggressività, mentre la Juventus ha avuto un approccio troppo molle, ben lontano da quel contenuto agonistico della Juventus della scorsa stagione. Ripresa con baricentro più alto e il non trascurabile innesto di Asamoah in luogo di un insufficiente De Ceglie, ma grande difficoltà nel trovare il pertugio giusto contro un Siena tutto arroccato nella propria metà campo. L’angolo giusto l’ha trovato Marchisio a 6’ dalla fine, consegnando tre punti veramente d’oro ad una Juventus certamente provata dai troppi impegni ravvicinati dell’ultimo periodo. La risposta del Napoli è arrivata nel posticipo, contro una buona Udinese, ma decisivi sono stati i gol di Hamsik e quello provvidenziale di Pandev che nel finale del primo tempo ha ristabilito le distanze dopo il provvisorio pareggio di Pinzi. Ripresa di sostanziale controllo per il Napoli, che non ha mai sofferto troppo gli attacchi friulani alla ricerca del pareggio.

Vincono anche Lazio e Inter che restano a -4 dalla coppia di testa. La Lazio si conferma possibile terza forza del campionato imponendo la legge del più forte a Pescara. Tre gol e partita chiusa nella prima mezz'ora per poi controllare agevolmente il resto dell’incontro, mentre l’Inter vince con merito, anche se in modo un po’ fortunoso, il derby. Vittoria meritata perché, dopo il gol del vantaggio iniziale di Samuel, la squadra ha resistito agli attacchi del Diavolo, giocando in particolare per tutto il secondo tempo in inferiorità numerica per l’espulsione di Nagatomo. Vittoria fortunosa perché tutti gli errori dell’arbitro sono andati a discapito del Milan. Da un fallo fantasma di Emanuelson su Handanovic, fischiato mentre Montolivo stava azzeccando un gran gol, fino a una mancata espulsione di Juan Jesus per somma di ammonizioni in chiusura della prima frazione di gioco. L’arbitro Valeri, resosi probabilmente conto che fischiando quella punizione per il Milan avrebbe dovuto comminare una seconda ammonizione a Juan Jesus, ha preferito fischiare altre due volte e mandare tutti negli spogliatoi ignorando il tutto. Ma va detto che, comunque, specie giocando in superiorità numerica si sono viste tutte le pecche della squadra di Allegri. L’unico “schema” che ha dato qualche risultato è stato puntare sulle conclusioni da lontano di Montolivo e sulle relative respinte di Handanovic. Di più non si è visto davvero niente. El Shaarawy sottotono, Bojan un trottolino tutto fumo, Emanuelson in serata no, Boateng lontano parente di quello visto fino alla scorsa stagione e in mezzo un De Jong che non sembra in grado di svolgere niente di più dell’ordinato compitino di appoggiare palla al compagno più vicino. Montolivo sbaglia molto, ma almeno prende l’iniziativa. Per tacere di come vanno le cose dietro dove soprattutto Mexès dà un senso di profonda insicurezza ogni volta che la palla rimbalza dalle sue parti.

Dietro a Lazio e Inter bisogna scavare altri 4 punti per trovare Fiorentina, Catania e Roma. Convince il Catania che regola con un gol per tempo il Parma in una partita ben indirizzata dal vantaggio iniziale di Gomez. Successo di misura invece per la Fiorentina, che fa tesoro del golletto segnato dal solito Jovetic dopo una manciata di minuti dall’inizio nel derby dell’Appennino contro un Bologna mai in partita e graziato da troppi errori in fase realizzativa dei viola. Scherza con il fuoco invece la Roma di Zeman che azzarda Burdisso, Osvaldo e soprattutto De Rossi in panchina e le va pure bene contro un’Atalanta ridimensionata dalle troppe assenze, ma soprattutto sciupona. E’ stata una Roma che ha semplicemente messo in campo il maggior tasso tecnico di elementi come Totti e Lamela, ma per il resto non si è trattato di una prestazione da ricordare a meno che, a ogni combinazione riuscita, non si voglia intravedere la mano di Zeman. Se mano c’è è nelle solite amnesie difensive che solo per lo stellone che brilla a Zemanlandia non hanno portato nuovi guai ai giallorossi.

In coda vincono Chievo e Cagliari. Nella parte bassa della classifica sono vittorie pesanti quella del Chievo contro la Sampdoria, ma soprattutto quella del Cagliari, che a Torino espugna il Comunale grazie a un discusso rigore e ottiene così il primo successo della stagione. Giusto pari fra Genoa e Palermo nell’anticipo del sabato sera. Ora una settimana di tregua: si riprende con il botto alle 18.00 di sabato 20 ottobre allo Juventus Stadium con il big match del girone di andata. Fra Juventus e Napoli c’è in palio il primato solitario in classifica.

TOP DI GIORNATA

Hamsik (Napoli). Sblocca il risultato e trascina i suoi imponendosi come uomo squadra. Difende, cuce, attacca e segna. Sa fare tutto e molto bene

Samuel (Inter). E’ l’uomo derby non solo per aver realizzato il gol vincente, ma anche per aver saputo guidare in modo encomiabile la difesa nerazzurra specie quando, nella ripresa, la sua squadra è stata costretta all’inferiorità numerica per l’espulsione di Nagatomo.

Klose (Lazio). Doppietta da grande centravanti per l’attaccante tedesco grazie a cui la Lazio archivia già nel primo tempo la pratica a Pescara.

FLOP DI GIORNATA

Boateng (Milan). E’ un’anima in pena. Si impegna, ma senza costrutto. Avulso dalla manovra rossonera, che pende sempre verso sinistra, si divora anche un paio di palle gol. Poco probabile per lui un futuro da centravanti, come avrebbe voluto l’ex allenatore dell’Edilnord (ehm), meglio da mediano al posto di un De Jong che nemmeno ha avuto bisogno di farsi la doccia dopo il derby.

Romero (Sampdoria). L’estremo difensore doriano non brilla mai per sicurezza nei suoi interventi, ma è a pochi minuti dalla fine che la combina veramente grossa regalando la vittoria al Chievo con il più maldestro tentativo di parata su un pallone facile facile che gli scivola via nemmeno fosse una saponetta.

Denis (Atalanta). Ha sulla coscienza un paio di occasioni clamorose fallite che avrebbero incanalato la partita dell’Olimpico su ben altri binari. Si muove con la stessa agilità di un paracarro, sembra che corra tirandosi dietro un macigno.

 

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