Juve abbandonata dal pubblico. Shakhtar tostissimo

champions leaguePer prima cosa complimenti vivissimi al pubblico.
Un pubblico ridicolo.
Complimenti di cuore, davvero, perché va bene il caro prezzi (se la società ha sparato troppo alto, ne ha giustamente pagato le conseguenze), va bene disertare in 12 mila il primo appuntamento juventino con la Champions League dopo 3 anni, va bene tutto quel che volete.
La crisi, lo sciopero dei trasporti, ecc. ecc.
Tutte attenuanti legittime, ci mancherebbe.
Ma i 29 mila presenti?
Per larghi tratti della partita è sembrato di giocare a porte chiuse, si sentivano nitidamente le voci di chi stava a bordo campo.
C'è un luogo comune, un tormentone che ormai ciclicamente ritorna nei nostri discorsi in redazione: “con la tifoseria che abbiamo, nel 2006 ci è andata di culo...”.
Eh sì... perché, alla stregua di quel tale che per fare un dispetto alla moglie decise di tagliarsi i gioielli di famiglia, il ritorno in Champions League della Juventus da campione d'Italia (non accadeva da 7 anni) è stato festeggiato (si fa per dire...) da un pubblico semplicemente inadeguato.
E ribadisco: se la società ha alzato troppo il tiro, ed è colpevole del tentativo di spremere oltre misura i suoi “clienti”, è giusto che sulle tribune ci siano stati larghi, larghissimi vuoti.
Ma che i presenti continuino nel loro giochino da piccoli guerriglieri della domenica (e del martedì e del mercoledì, e chi più ne ha più ne metta), ammutolendosi per tutta la partita, rende bene l'idea di cosa sia il tifo juventino.
Perché delle due l'una: ritieni inaccettabile un simile aumento di prezzi?
Soluzione: non comprare biglietti e/o abbonamenti, e stai a casa.
Non ti obbliga nessuno, come nessuno ti obbliga ad andare a Messa.
A Messa, fra l'altro, neppure paghi.
Se invece sbraiti, polemizzi e poi vai lo stesso, molto onestamente la tua protesta diventa incomprensibile e controproducente.
Soprattutto in una serata simile.
I ragazzi lo hanno avvertito, più volte hanno chiesto l'aiuto del pubblico, aiuto che non è arrivato.
Un pubblico provinciale che non merita questa Juve, un pubblico feroce e aggressivo sabato scorso solo perché stimolato dall'arrivo di Zeman (mamma mia che evento!) quanto silente e apatico stavolta.
Sprecate queste righe, forse troppe, per definire i fenomeni da seggiolino, veniamo alla partita.
Premetto che non condivido il disfattismo che fra tifosi, colleghi di forum e commentatori tv serpeggia dal fischio di chiusura.
L'approccio alla partita è stato simile a quello di Londra, come se lo scotto del ritorno in Europa fosse una tassa da pagare con almeno 20/25 minuti di titubanza.
Preso il gol, la squadra ha trovato subito il pari, e da quel momento la partita è girata, e a fine primo tempo quanto ad occasioni da gol create i bianconeri erano in vantaggio rispetto ai brillanti avversari, squadra di tutto rispetto che in questa stagione prima di oggi aveva solo vinto.
Dopo le plurime esortazioni di Chiellini - resosi conto di giocare in una specie di cimitero - ad alzare il livello di decibel, la Juve, ha affrontato la ripresa in maniera più convinta, mettendo sotto gli avversari fino a scatenare le ire di un Lucescu critico coi suoi, colpevoli di lasciarsi schiacciare troppo.
Ma col passare dei minuti Vucinic cominciava a strisciare la lingua per il campo, e così veniva meno il punto di riferimento offensivo e la squadra si allungava come non è abituata a fare: poi però al posto del montenegrino entrava un Giovinco incisivo come mai era stato fino ad oggi, e gli ucraini rischiavano di capitolare.
Sembrava che il gol della Juve potesse arrivare da un momento all'altro, con diverse opportunità fallite di un soffio (sanguinosa soprattutto quella sprecata da Matri a portiere battuto); ma, più o meno allo stesso minuto in cui era girata la partita nel primo tempo, il crollo di Pirlo (tre passaggi elementari falliti di seguito in pochi secondi) e di un esausto Marchisio e l'appannamento del mai risparmiato Vidal faceva capire allo Shakthar che forse il peggio era passato.
Ecco che allora gli ucraini riprendevano in mano il gioco, per qualche minuto limitandosi a controllare il possesso palla, poi, resisi conto che la Juve forze per ripartire non ne aveva più, con gli esterni rigorosamente bassi (in particolare Lichtsteiner, che pure un pochino di turnover lo ha fatto, finisce spesso stremato, diversamente dallo scorso anno) e i centrocampisti nelle condizioni di cui sopra, hanno intuito che tentare il colpaccio poteva essere un'idea tutt'altro che folle.
E negli ultimi minuti tre occasioni (un tiro finito a fil di palo, i due pali colpiti da Willian) hanno fatto tremare Buffon e una Juve che molto semplicemente non ne aveva più, fisicamente e mentalmente, tanto è vero che per domani Carrera ha annunciato una giornata di riposo assoluto.
La Champions League di quest'anno per la Juve è come la Serie A dello scorso anno; si sta imparando a diventare grandi, e ho la netta sensazione che partite come questa faranno tanto bene, da subito.
E proprio per questo sono certo del fatto che la crescita arriverà più rapida del previsto.
Niente è impossibile, e come si può uscire al girone - che è tutt'altro che semplice - non è affatto utopico pensare di arrivare a Wembley, anche perché nel recente passato ci son state squadre che hanno raggiunto la finale (e magari hanno pure alzato il trofeo) dopo essere passate attraverso figuracce che - almeno per ora - la Juventus non ha ancora fatto.
Su col morale, e fiducia.